Il filo verde del Giubileo sostenibile fa tappa in Toscana al Parco Mediceo di Pratolino
Custodire le piazze, i giardini, le strade e le scuole: curarsene con amore. Hanno dialogato sul tema Francesco Ferrini e Suor Costanza Pagliai nella prima tappa dei “Dialoghi sulla terra e sul creato. L’ecologia integrale ai tempi della crisi climatica”
Nella cornice del Parco Mediceo di Pratolino, il 12 aprile 2025, esperte/i laiche, laici e religiosi si sono confrontati nell’ambito dell’evento aperto a tuta la cittadinanza sul tema “Dialoghi sulla Terra e sul creato. L’ecologia integrale ai tempi della crisi climatica”, organizzato da ARPAT, Circoli laudato Si’, Città metropolitana di Firenze, con la collaborazione del Conservatorio Luigi Cherubini.
Custodire con cura piazze, giardini, parchi e scuole è un atto necessario di responsabilità individuale e collettiva per garantire ai giovani un mondo in cui sia ancora possibile respirare aria pulita e apprendere in ambienti sani. I giardini e i parchi sono i polmoni della nostra vita urbana e rurale, costituiscono rifugi di biodiversità e di connessione con la natura, spazi di bellezza e di ristoro per l’anima, mentre le strade sono il tessuto connettivo delle nostre comunità, e sono anch’essi spazi di vita da preservare e da proteggere. E sulla stessa lunghezza d’onda si muove anche l’appello di Papa Francesco: “Curare e custodire l’ambiente dove viviamo è una respon-sabilità che ci accomuna tutti”.
Questo in estrema sintesi è stato il messaggio che è emerso dal confronto, tra Francesco Ferrini, Università di Firenze, e Costanza Pagliai, Madre generale della Congregazione Sorelle apostole della Consolata che sono stati protagonisti della prima tappa del percorso che si è snodato nel Parco Mediceo di Pratolino.
Il primo dialogo è stato anticipato dalla presentazione da parte di Pietro Rubellini, Direttore generale di ARPAT e Lorenzo Orioli, coordinatore toscano dei Circoli Laudato Si.
Rubellini, ha ricordato che l’evento toscano si colloca all’interno del più ampio percorso del Filo verde del Giubileo sostenibile, per promuovere attività di comunicazione e sensibilizzazione che coinvolgano i temi ambientali e quelli della fede, l’ecologia e il creato, la scienza e la religione. Il Sistema delle Agenzie ha nel proprio genoma statutario la protezione dell’Ambiente come elemento che genera “salute” per l’essere umano e per l’ambiente. Un ambiente protetto in tutti i suoi equilibri, dagli animali, alle piante, dall’acqua all’aria, al suolo è un ambiente che tutela la salute degli esseri umani. Per questo motivo, è nata l’idea di partecipare alle manifestazioni giubilari con una serie di eventi denominati Il filo verde per un Giubileo sostenibile che si propongono l’obiettivo di riflettere sull’insegnamento della Laudato Si’, ma anche sull’insegnamento della scienza. È ormai una necessità imprescindibile proteggere la nostra casa comune, se non vogliamo distruggere i presupposti stessi della nostra sopravvivenza, dei fratelli animali, delle sorelle piante, dell’aria, dell’acqua e del suolo. Purtroppo, negli ultimi anni, sta affermandosi un pensiero neo-antropocentrico che ritiene che il “creato” per i credenti, l’ambiente per i laici, possa essere sfruttato e modificato a piacimento, in spregio delle ripercussioni sul sistema in generale. Invece, uno sviluppo senza condizioni è evidentemente uno sviluppo non sostenibile dal sistema nel suo complesso, - ha proseguito Rubellini - la lezione religiosa principale della Laudato Si’ è l’unitarietà del creato: mondo inorganico e mondo organico formano una unità indissolubile. Questa stessa lezione trova la sua matrice laica anche nelle teorie scientifiche che si rifanno al modello “Gaia” di James che formulò l’ipotesi alla fine degli anni ‘70 che le relazioni che governano sia i sistemi inorganici che quelli organici siano così profondamente interconnesse da formare un “unico sistema vivente”. Questa unità responsabilizza particolarmente l’uomo che, con le sue azioni sta profondamente alterando la “casa comune”, con conseguenze negative tanto da generare scompensi sull’ecosistema, che difficilmente troveranno un nuovo equilibrio in tempi brevi. Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti: alluvioni, aumento della desertificazione, molecole contaminanti indistruttibili, salinizzazione dei suoli agricoli sono le conseguenze dello smodato utilizzo delle risorse naturali negli ultimi due secoli. Non è pensabile proseguire lo sfruttamento del pianeta senza un’attenta valutazione degli effetti in termini di salute, sicurezza, benessere sociale intragenerazionale ed intergenerazionale.
La tappa toscana del Giubileo sostenibile, - ha concluso Rubellini - intende mettere a confronto il mondo scientifico ed il mondo religioso, con l’obiettivo di riflettere insieme per individuare azioni operative, singole e collettive, rispetto all’obiettivo comune di proteggere e rigenerare la casa comune.
Anche Lorenzo Orioli, nella veste di coordinatore toscano dei Circoli laudato Si' ha richiamato il messaggio di Papa Francesco e il suo Magistero, oggetto delle riflessioni dei relatori invitati a questa giornata di primavera. Ringraziando ARPAT per aver essere stata all’origine di questa iniziativa, nuova per i Circoli Laudato Sì ma anche per la stessa Pubblica Amministrazione, Orioli ha introdotto l’evento al periodo pasquale, prima della Settimana Santa, citando parte della meditazione che il poeta fiorentino Mario Luzi scrisse, nel 1999, in occasione della via Crucis di quell’anno, su invito di San Giovanni Paolo II. In questa maniera si è voluto richiamare lo stile – tappa dopo tappa – del percorso di riflessione della giornata e allo stesso tempo esprimere la dimensione creaturale e il legame alla terra che caratterizza il messaggio di Papa Francesco e che l’insigne poeta fa dire a Gesù inchiodato sulla Croce (Dodicesima Stazione).
Il titolo del primo dialogo “Custodire le piazze, i giardini e le scuole: curarsene con amore” ha fatto emergere molti punti in comune tra il prof. Francesco Ferrini e Suor Costanza Pagliai che hanno offerto temi di riflessione al pubblico presente.
Aver cura degli spazi che abitiamo significa custodire la vita stessa perché la “cura” ha un pro-fondo legame con l’ambiente e ogni individuo, a prescindere dal luogo in cui nasce o vive, ha il diritto di godere di un ambiente sano, pulito e armonioso. “Non si tratta di un lusso o di un privilegio, ma di un diritto fondamentale, senza il quale la dignità e la qualità della vita sono compromesse”, sono state le parole di Ferrini in apertura del suo intervento a cui rimandiamo per una lettura più approfondita. “Riconoscere l’ambiente come un diritto umano universale si-gnifica che nessuno dovrebbe vivere in condizioni di degrado, in città soffocate dallo smog, in territori devastati da abusi edilizi e incuria e ciò comporta politiche pubbliche attente alla salva-guardia del paesaggio e della biodiversità”. La tutela ambientale non può essere vista come un lusso da permettersi solo quando ci sono risorse disponibili, - ha proseguito Ferrini - ma come una priorità assoluta, una base imprescindibile per il progresso di ogni società equa e giusta. Curare le piazze, i parchi e i giardini, le strade e le scuole delle nostre città, e non solo, è un atto di amore e responsabilità perché le piazze costituiscono le moderne agorà greche, dove la comunità si incontra, dialoga e costruisce relazioni. Un luogo trascurato, sporco o abban-donato diventa simbolo di una comunità che ha smesso di prendersi cura di sé stessa. Custodire una piazza, con il suo verde, significa renderla viva, garantire che continui a essere un luogo di scambio e di crescita. E scuole non sono da meno, sono i templi della conoscenza e della crescita umana, luoghi in cui si costruisce il futuro attraverso il sapere, il dialogo e l’incontro tra genera-zioni. Non sono semplici edifici, ma spazi vivi in cui si formano nuove menti e coscienze, si genera il pensiero critico, la creatività e il senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. Qui le nuove generazioni imparano a vivere con consapevolezza, a riconoscerne la complessità e a cercare, con intelligenza e passione, il proprio posto nel mondo.
Una scuola pulita, accogliente, è molto più di un contesto educativo: è un messaggio potente e concreto, è un’educazione silenziosa ma costante al valore del rispetto. Prendersi cura della scuola è un primo, fondamentale esercizio di cittadinanza attiva, una forma di partecipa-zione che insegna a custodire ciò che è di tutti. Educare, ha proseguito Ferrini, significa anche trasmettere il senso del bene comune, e questo passa attraverso l’esempio: un’aula curata, un cortile alberato, un giardino coltivato insieme, parlano ai giovani molto più di tante parole. Per-ché solo in un ambiente che nutre la mente e lo spirito può nascere una cultura della responsabi-lità e della bellezza, base di ogni società giusta e sostenibile.
L’educazione alla responsabilità ambientale rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali e richiama concretamente responsabilità individuali, quali la riduzione dell’uso di materiali inqui-nanti come la plastica e la carta, l’uso consapevole dell’energia, la corretta gestione delle risorse idriche e dei rifiuti.
Infine, Ferrini ha richiamato l’enciclica di Papa Francesco, ricordando che essa può tradursi in una serie di azioni concrete che, pur sembrando semplici e quotidiane, hanno un impatto pro-fondo sull’ambiente e sulla qualità della vita di tutti gli esseri viventi. La consapevolezza am-bientale e la sensibilizzazione delle nuove generazioni sono essenziali per costruire una società che rispetti il creato e utilizzi le risorse naturali in modo responsabile.
L’intervento Suor Costanza Pagliai si è incentrato sul tema della città come luogo di incontro e di scambio. Riprendendo alcuni passaggi di Giorgio La Pira nel Discorso di inaugurazione del quartiere Isolotto (6 novembre 1954) ha ricordato l’affermazione della “città come una grande casa per una grande famiglia”. Un’affermazione profetica del destino del quartiere dove il disegno della città, nel giusto equilibrio tra spazio pubblico e privato, ha contribuito alla nascita, alla crescita di una comunità e al benessere delle persone. Ma il benessere delle persone – ha affermato Suor Pagliai – è strettamente correlata al concetto di “cura” intesa come la “presa in carico della responsabilità da parte dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche. “Amatela questa città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità” sosteneva La Pira, essa è un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi a migliorare per le generazioni che verranno.
Il termine “cura” è una delle parole più ricorrenti nell’intervento di Suor Costanza Pagliai che ci invita a riflettere sulla nostra capacità di prenderci cura, di costruire relazioni, di preservare la natura perché noi viviamo nell’ambiente e ne facciamo parte, l’ambiente non è una mera cornice. Papa Francesco ribadisce spesso il concetto di ambiente come “bene comune”, l’ambiente è un dono gratuito che riceviamo e che dobbiamo preservare. La terra è essenzialmente un’eredità comune che tutti abbiamo il compito di tutelare. Infatti, il magistero di Papa Francesco invita a “custodire e curare l’ambiente dove viviamo, una responsabilità collettiva, che ci accomuna tutti”.
Suor Pagliai ha concluso, raccontando due esperienze concrete che hanno in comune il “prendersi cura”. La prima riguarda l’Associazione “Novoli Bene Comune”, un’associazione che, affidandosi allo spirito di inclusione dei propri volontari, mette in campo energie e prassi partecipativa con l’obiettivo primario della promozione di una vita sociale rispettosa delle diversità, unita nel condividere e conservare per le generazioni future i “beni comuni” che la natura e i progenitori hanno lasciato. La seconda riguarda l’esperienza della scuola infanzia e dell’asilo nido "Consolata" i cui progetti educativi sono ispirati all’Enciclica Laudato Si’ e all’outdoor education. La scuola è, infatti, un terreno in cui mettiamo a dimora i semi dell’apprendimento ma anche dove coltiviamo il prendersi cura della natura e degli altri, dove pratichiamo il rispetto, la gentilezza e la cura delle emozioni.
Pubblicheremo nei prossimi giorni le sintesi degli altri interventi che hanno arricchito l’iniziativa toscana del filo verde del Giubileo sostenibile al Parco Mediceo di Pratolino, con l’auspicio che possano costituire materia di dialogo e di confronto civile intergenerazionale.