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Progetto Life Securdomino: presentate al seminario conclusivo le soluzioni tecnologiche per migliorare la gestione del rischio degli stabilimenti Seveso

23/09/2025 09:00

Intervista al prof. Gabriele Landucci, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, coordinatore del Progetto

Si concluderà ufficialmente il 30 settembre 2025 il progetto LIFE Securdomino - “Seveso sites: assessment of integrated safety-security hazards and risks and related domino effects” iniziato con il kick-off meeting del dicembre 2021.

I risultati raggiunti sono stati presentati in un evento finale organizzato il 18 settembre scorso dall’Università di Pisa, in qualità di ente coordinatore, con la presenza dei partner italiani tra cui ARPAT che ha fornito il supporto specialistico allo sviluppo del progetto nelle varie fasi, sulla scorta dell’esperienza maturata nell’ambito di applicazione dei procedimenti di ispezione ed istruttoria dei rapporti di sicurezza negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante della Toscana (D.Lgs 105/2015).

Gli impianti chimici e industriali, le strutture energetiche, gli impianti petroliferi e del gas sono il potenziale bersaglio di attacchi fisici e informatici (eventi legati alla “Security”) che possono innescare effetti “domino” a cascata, come il rilascio di sostanze infiammabili, esplosive, tossiche o nocive nell'ambiente e incidenti in altre aree dell'impianto non attaccate inizialmente (eventi legati agli aspetti di “Sicurezza”- Safety in inglese).

Scopo del progetto è quello dello sviluppo di strumenti avanzati per supportare la valutazione in tempo reale della vulnerabilità e del rischio dovuto ad attacchi intenzionali (sabotaggio, attacco cyber ai sistemi di controllo, attacco esplosivo, ecc.) agli stabilimenti chimici e di processo (eventi legati alla “security” di stabilimento).

In occasione del seminario gli esperti hanno illustrato le soluzioni tecnologiche, supportate dalla ricerca scientifica, per migliorare la gestione degli aspetti di sicurezza negli stabilimenti Seveso e nell’industria di processo, integrando la “safety e security” in un approccio multi-hazard (gli atti del seminario saranno disponibili sul sito del Progetto).

Gabriele LanducciPer comprendere quali siano stati i risultati raggiunti dal progetto abbiamo rivolto alcune domande al prof. Gabriele Landucci, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, coordinatore del Progetto LIFE Securdomino.

Quali sono i risultati più significativi raggiunti dal progetto LIFE Securdomino?

Il primo risultato è l’aver sviluppato uno strumento per la valutazione integrata (“safety e security” ) dei rischi per gli stabilimenti chimici e di processo secondo modalità non solo convenzionali dell’analisi della sicurezza del rischio e di avere implementato modelli avanzati per la valutazione probabilistica e di impatto che consentono le analisi tridimensionali degli scenari contestualmente, in tempo reale, così da dare una percezione immediata della vulnerabilità, aumentare la consapevolezza di questi rischi, diminuire la vulnerabilità dell’impianto e quindi in ultimo ridurre l'impatto ambientale associato a questi incidenti rilevanti e l’impatto per la popolazione.

Quindi sostanzialmente accanto all'analisi tradizionale di “Safety” si affianca quella legata agli aspetti di “Security” ossia al rischio di attacchi intenzionali agli stabilimenti chimici o di processo per esempio dovuto a esplosioni o sabotaggi, azioni terroristiche ecc (analisi di “Security”)?

Sì, affianchiamo alle analisi convenzionali per gravi incidenti causati da anomalie o errori (“safety”), l’analisi della componente legata agli attacchi intenzionali (ad esempio, dallo scenario catastrofico di un attacco terroristico con esplosivo, a un sabotaggio o ad un attacco con lanciafiamme), con eventi fisici o, in prospettiva, anche eventi cyber, quindi manomissioni che generino dolo intenzionale sia in termini di credibilità che in termini di impatto. Lo strumento che è stato sviluppato, che è poi l'essenza del progetto, contribuisce primariamente a migliorare la sicurezza in termini di “safety e security” e a diminuire il rischio per la popolazione e per l’ambiente attraverso la maggiore consapevolezza dei gestori degli impianti su aspetti che non sono esplicitamente contemplati nell'analisi di sicurezza tradizionale. Attraverso uno strumento software si attua quindi una riflessione ragionata sulle protezioni in essere rispetto agli attacchi intenzionali, sulla vulnerabilità esistente e sui punti critici e si offre la possibilità di simulare in tempo reale degli scenari, con i dati dell'impianto insieme ai dati meteo, quindi con una percezione realistica delle emergenze e della vulnerabilità dell’impianto.

Il progetto può avere anche un impatto a livello normativo e di policy a livello nazionale ed europeo affinché nella regolamentazione comunitaria in materia, ossia la Direttiva Seveso III (2012/18/EU), sia contemplata esplicitamente l’integrazione degli aspetti legati alla “Security”, ossia al rischio di attacchi intenzionali, nell’analisi di sicurezza industriale degli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante?

Nell’ultima revisione della Direttiva Seveso (la Seveso III) gli eventi esterni sono citati laddove si parla di catastrofi naturali. I gestori si sono quindi dotati di un approfondimento specifico rispetto a questo tipo di analisi del rischio (detto NaTech); non sono invece citati esplicitamente gli eventi esterni intenzionali legati a “security”, per cui si rimanda ad un’altra previsione normativa di livello europeo, la Direttiva (UE) 2022/2557, relativa alla resilienza delle entità critiche (che non cita però esplicitamente gli stabilimenti RIR). Pertanto, anche un rimando all’interno della normativa a questa armonizzazione rappresenterebbe un passo avanti da un punto di vista di policy e consentirebbe di affrontare la problematica degli eventi esterni con strumenti adeguati.

Come ha funzionato il coordinamento con i vari partner del progetto e il contributo che ARPAT ha fornito al progetto?

gruppo di lavoroIl progetto europeo LIFE Securdomino ha avuto una partnership internazionale, coinvolgendo diversi attori e discipline (dall’ingegneria alle scienze politiche) e sviluppandosi in collaborazione con partner olandesi e italiani. ARPAT ha supportato dal punto vista strettamente tecnico-scientifico lo sviluppo e la revisione dei modelli per l’identificazione probabilistica degli scenari e per l'analisi delle conseguenze, collaborando nei vari meeting di progetto ed ha fornito il proprio contributo sulla scorta delle esperienze maturate nel contesto delle ispezioni e delle istruttorie dei rapporti di sicurezza degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante della Toscana, ed in particolare in merito alle modalità di conduzione delle ispezioni cosiddette “ibride” per gli stabilimenti Seveso di soglia inferiore, effettuate dall’Agenzia, in collaborazione con gli altri enti competenti (Vigili del Fuoco e INAIL), che integrano efficacemente (a partire dal periodo dell’emergenza epidemiologica 2020) attività in presenza con sopralluoghi per la verifica dei sistemi tecnici con valutazioni mirate di tipo documentale sul Sistema di Gestione della Sicurezza, svolte da remoto.

Sul sito del progetto LIFE Securdomino è disponibile il Whitepaper e il Layman’s Report e a breve saranno pubblicati anche gli atti del seminario.

LIFE20 ENV/IT/000436 LIFE SECURDOMINO è finanziato dalla Commissione Europea con il Programma LIFE

Le foto di questa notizia sono pubblicate per gentile concessione dell'Università di Pisa.

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