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Lunedì 27 settembre 2021

Notte europea della ricerca


Finanziata con uno stanziamento di oltre 15 milioni di euro, si svolge simultaneamente in 29 Paesi europei (quest'anno il 24 settembre), la Notte europea dei ricercatori è un’opportunità unica per coinvolgere cittadini di tutte le età per aumentare la consapevolezza sulla ricerca e il suo impatto sulla società e per mettere in pratica le abilità di sensibilizzazione

A Firenze la Notte dei Ricercatori è stata promossa dall’Università nel quadro dell’iniziativa di Regione Toscana - Giovanisì, realizzata in collaborazione con atenei e enti di ricerca toscani, e prende in nome di “BRIGHT-NIGHT”.

BRIGHT-NIGHT unisce l’acronimo “Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in research” (I ricercatori di talento hanno un impatto sulla crescita, la salute e la fiducia nella ricerca) con la parola notte e dà forma così al messaggio della manifestazione: una "Notte brillante” per l'energia della ricerca e la passione dei ricercatori.

L’iniziativa ha voluto sottolineare una “notte brillante” per l’impegno delle ricercatrici e dei ricercatori e dei risultati del loro lavoro. BRIGHT-NIGHT ha avuto il sostegno dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, un progetto regionale per l’autonomia dei giovani, e comprende Università di Firenze, Pisa e Siena, Università per Stranieri di Siena, Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna, Scuola Normale Superiore, Scuola IMT Alti Studi Lucca, in collaborazione con Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), European Gravitational Observatory (EGO), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

I temi al centro dell’edizione 2021 hanno toccato tutti i campi della scienza e della cultura, con una particolare attenzione a quello della sostenibilità sociale e ambientale in riferimento all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e al 20° anniversario della Carta Europea dei Diritti. Sono stati inoltre organizzate miniconferenze, contest, visite virtuali, esperimenti, documentari e laboratori.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ha proposto un modo più olistico di guardare ai problemi dello sviluppo, riconoscendo che “lo sviluppo sociale ed economico dipende dalla gestione sostenibile delle risorse naturali del nostro pianeta”. In questo contesto, i progressi nelle scoperte scientifiche possono contribuire in modo sostanziale a ridurre la povertà, fornire un’istruzione di qualità ed energia pulita a prezzi accessibili, nonché acqua pulita e servizi igienico-sanitari, occupazione sostenibile e crescita economica e consumo responsabile della terra e della produzione alimentare.

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La ricerca per una comunità sostenibile

Per realizzare uno sviluppo veramente sostenibile è necessario attivare circoli virtuosi che coinvolgano i comportamenti sia dei singoli individui che delle comunità più ampie. In questo contesto, le città possono svolgere un ruolo cruciale per raggiungere questo obiettivo, dato che, entro il 2050, il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città.

L’undicesimo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (“Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”) è dedicato alla trasformazione degli insediamenti urbani e delle comunità correlate in modo da diventare partecipanti attivi per uno sviluppo sostenibile.

Paesi come l’Italia devono sostenere strategie che facciano leva sull’enorme patrimonio storico, artistico e culturale, promuovendo, tra gli altri, sistemi di mobilità pubblica accessibili, nonché posti di lavoro equi ed a basso impatto ambientale. Sulla base di ciò, dovrebbe essere incoraggiato un Green New Deal veramente efficace, in modo da consolidare i punti di forza e le risorse attualmente disponibili nelle nostre città e comunità, creando un sistema di percorsi sinergici indirizzati allo sviluppo urbano sostenibile.

La ricerca a sostegno del pianeta

Ciò migliorerà la propagazione di un circolo virtuoso per la sicurezza alimentare e la conservazione dell’ecosistema, aumentando notevolmente la resilienza del settore agricolo e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima ed ai disastri naturali. Allo stesso tempo, ciò sosterrebbe la capacità dei settori agricoli di combattere i cambiamenti climatici, che attualmente rappresentano circa un quinto delle emissioni globali di gas serra (Greenhouse Gases - GHG).

Allo stesso modo, risorse marine e costiere sane -  (Sustainable Development Goals - SDG14) sono fondamentali per la sicurezza alimentare e la diversità nutrizionale. Attualmente, si stima che gli stock ittici siano sovrasfruttati di oltre il 30% dei livelli biologicamente sostenibili. Inoltre, come risultato del deflusso di fertilizzanti e pesticidi, le “zone morte” sono sempre più osservate alle foci dei sistemi fluviali. Inoltre, dal 2000 al 2015, più di un quinto della superficie terrestre totale della Terra è stato degradato, in gran parte a causa di processi indotti dall’uomo, come la desertificazione, l’espansione dei terreni coltivati ​​e l’urbanizzazione.

Per approfondimenti:


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