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Lunedì 01 febbraio 2021

Inquinamento atmosferico: quali gli alberi più adatti a combatterlo?


ARPAT tra i partner di un progetto avviato nella piana di Lucca

ARPAT è tra i partner del progetto “Azioni multidisciplinari ed integrate per il monitoraggio e la riduzione dei particolati atmosferici nella piana lucchese” finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Il progetto riguarda la Piana lucchese, caratterizzata da tempo dal superamento dei limiti normativi per il PM10, soprattutto nel periodo invernale, quando al traffico si aggiunge come fonte di inquinamento il riscaldamento delle abitazioni, soprattutto a biomassa.

I quattro comuni aderenti sono Lucca, Porcari, Capannori e Altopascio, che recentemente hanno tra l’altro rinnovato il Piano d’azione comunale d’area vasta 2019-2021, impegnandosi a condurre interventi per ridurre in maniera consistente i ripetuti sforamenti dei livelli di PM10. Fra questi interventi strutturali, è prevista anche la messa a dimora di nuove piante in grado di assorbire il particolato e l’ozono presenti nell'aria.

Le piante, infatti, lungo le strade o vicino alle zone molto inquinate delle città, contribuiscono fortemente ad attenuare le concentrazioni di polveri in aria, intercettando e trattenendo le particelle sulle proprie superfici fogliari. Inoltre, sono in grado di assorbire inquinanti gassosi come l’ozono, gli ossidi di azoto e di zolfo e costituiscono anche una risorsa importante per mitigare i cambiamenti climatici ed in particolare gli eventi termici estremi. Le piante inoltre assorbono naturalmente l’anidride carbonica e rilasciano ossigeno, essenziale per la vita di ogni essere umano.

Per tutti questi motivi è quindi molto importante capire i meccanismi che regolano le capacità delle diverse specie vegetali per poi individuare quelle più in grado di migliorare la qualità dell’aria ed orientare così le scelte delle amministrazioni.

Il progetto, che avrà una durata di tre anni, intende dunque misurare la reale capacità di rimozione di particolato di specifiche specie di vegetazione tipiche delle zone indagate e quindi valutare le azioni intraprese dalle amministrazioni, nonché le correlazioni tra i dati ambientali e quelli sanitari.

Per fare ciò, nella prima fase del progetto, verrà misurato il livello di effettiva esposizione ad alcuni inquinanti atmosferici (PM10, PM2.5, ozono, biossido di azoto, monossido di carbonio, anidride carbonica), attraverso una serie di centraline che monitorano in tempo reale la qualità dell’aria circostante la vegetazione. Si tratta di centraline low cost che misurano con elevata frequenza temporale alcuni inquinanti atmosferici e che sono state installate sia presso le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria della Regione Toscana, sia dislocate in modo capillare nei comuni aderenti al progetto in postazioni definite con i Comuni stessi.

L’intento del monitoraggio in tempo reale è quello di fornire elementi e dati supplementari rispetto a quanto misurato attraverso la rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria gestita da ARPAT, in linea con quanto stabilito dalla Direttiva 2008/50/CE che prevede la possibilità di utilizzare misurazioni indicative che, nel rispetto dei criteri definiti dalla normativa stessa, consentano un’indicazione dei dati puntuali in termini di distribuzione geografica delle concentrazioni.

I dati raccolti attraverso le centraline verranno poi utilizzati unitamente alle informazioni derivanti dalla

  • classificazione delle specie vegetali più rappresentative delle zone indagate, in base ai depositi fogliari,
  • caratterizzazione genomica delle specie vegetali che mostrano i più alti livelli di depositi fogliari di PM e elementi/metalli,
  • valutazione delle eventuali correlazioni tra i dati degli inquinanti ambientali e quelli riguardanti lo stato di salute degli abitanti della zona oggetto di studio.

Tutto questo con lo scopo finale di definire delle strategie di mitigazione attraverso l'utilizzo di piante e alberi più adatti a migliorare la qualità dell’aria.

Cinque sono i partner coinvolti nel progetto

  1. Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze (capofila) che esegue le analisi molecolari e genomiche sulla vegetazione soggetta all’inquinamento atmosferico,
  2. Dipartimento di Scienze e Tecnologie agrarie dell’Università di Firenze che effettua le analisi dei particolati e metalli pesanti sulla vegetazione esistente e futura,
  3. CNR (Istituto di Biometeorologia, Istituto di Fisiologia Clinica e Istituto di Protezione Sostenibile delle Piante) che fornisce le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, provvede alla loro calibrazione e manutenzione, esegue le analisi sulla qualità dell’aria in prossimità di vegetazione ed abitazioni nei comuni coinvolti, gestisce i dati delle centraline, esegue le analisi fitopatologiche delle specie vegetali autoctone,
  4. Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa che analizza i dati sulla qualità dell’aria registrati sia dalle centraline installate da CNR che dalle centraline di ARPAT, correla il dato ambientale al dato sanitario, riguardante le patologie acute e croniche causate dall’inquinamento atmosferico,
  5. ARPAT rende disponibili i dati delle proprie infrastrutture sulla qualità dell’aria e collabora alla valutazione dei dati ottenuti da CNR e Università di Pisa.

Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita




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