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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Mercoledì 06 ottobre 2021

Condividere dati e conoscenze per affrontare i rischi ambientali nel Mar Mediterraneo


Hanno partecipato i rappresentanti del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente con Ispra e le ARPA Toscana, Liguria, Emilia Romagna

All'interno di RemTech Expo tenutosi a Ferrara dal 20-24 settembre 2021, si è parlato del progetto SHAREMED, finanziato dal programma Interreg Mediterranean, che mira ad aumentare la capacità delle autorità regionali, subregionali e locali, e della comunità di ricerca dell’Area del Mar Mediterraneo di valutare e affrontare congiuntamente i pericoli connessi all'inquinamento e alle minacce ambientali a livello costiero e nelle acque transnazionali.

La corretta gestione e la pianificazione integrata delle aree marine prevede infatti una valutazione globale degli impatti ambientali dei fattori di stress per definire eventuali piani di mitigazione e adattamento.

Il progetto, coordinato dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS Italia, ha tra i suoi partner italiani il Consorzio LaMMA ed il CNR che hanno partecipato all’evento nazionale di capitalizzazione del Progetto SHAREMED presentando varie relazioni agli stakeholders nazionali.

In particolare nel corso della prima parte della mattina i ricercatori del LAMMA, CNR e OGS hanno presentato le attività condotte dai partner sui siti pilota relativamente alla mappatura dei rischi ambientali, all’utilizzo dei modelli previsionali, alla valutazione e integrazione delle capacità di osservazione.

Il progetto SHAREMED nasce per aumentare la capacità delle autorità di gestione e della comunità scientifica di valutare e affrontare i rischi relativi alle minacce ambientali, fornendo modelli per la raccolta, il confronto, l'integrazione, l'armonizzazione delle esperienze esistenti e aumentando la possibilità di trovare, accedere e utilizzare le informazioni esistenti; da qui la necessità di studiare e testare procedure e protocolli per realizzare una banca dati condivisa e prodotti da utilizzare per valutare la salute e i rischi ambientali.

Al termine della prima parte si è tenuta una tavola rotonda, moderata da Carlo Brandini del LaMMA, con lo scopo di raccogliere e discutere le principali istanze degli stakeholders sui diversi temi affrontati dal progetto e confrontarsi sui vari temi: osservazioni, previsioni, informazioni e dati per valutare, monitorare e intervenire sulle minacce all’ambiente marino e costiero ed analisi dei gap e delle opportunità di collaborazione a livello nazionale.

In questo ambito la disponibilità di dati da servizi europei, tipo Copernicus, come ad esempio il Copernicus Marine Environmental and Monitoring Service (CMEMS), rappresenta una grande opportunità per realizzare, a livello regionale e anche locale, servizi di downstream per raggiungere il livello di dettaglio necessario al monitoraggio e alla pianificazione. A questo livello di dettaglio è fondamentale l'integrazione di dati ad alta risoluzione, ottenuti anche tramite modelli, dati satellitari e tecnologie innovative (ad esempio, radar costieri), con le osservazioni in-situ raccolte dalle Agenzie.

Il Sistema nazionale di protezione ambientale era ben rappresentato alla tavola rotonda da relatori delle ARPA Toscana, Liguria, Emilia Romagna che si sono confrontati sui quali dati occorrono alle regioni per valutare e monitorare le minacce all’ambiente marino-costiero e da ISPRA che ha presentato un contributo sullo sviluppo nazionale di Copernicus.

I relatori concordavano sull’importanza di avere a disposizione un’ unica piattaforma per condividere tutti i dati ambientali sia fisici, chimici e biologici dato l’enorme sforzo che tutte le Agenzie effettuano nel corso dell’anno per seguire i programmi sia ministeriali che locali.

La piattaforma condivisa da utilizzare per valutare la salute e i rischi ambientali dovrebbe avere una continuità nel tempo, superando il limite temporale legato alla durata del progetto ed investendo quindi risorse anche per continuare ad aggiornarla e soprattutto se resa pubblica per fornire dati di qualità e non dati grezzi.


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