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Martedì 17 agosto 2021

Attività di recupero rifiuti da costruzione e demolizione a Montelupo Fiorentino: ispezioni di ARPAT


Svolte verifiche sui materiali gestiti e sulla conformità dell'attività rispetto all'atto autorizzativo

Il Dipartimento ARPAT del Circondario empolese, tra i mesi di giugno e luglio 2021, ha effettuato accertamenti presso l’impianto di gestione rifiuti speciali non pericolosi di Montelupo Fiorentino, in collaborazione con i Carabinieri Forestali di Empoli.

I sopralluoghi di ARPAT si sono svolti sia presso il sito di via Maremmana a Montelupo, dove l'azienda effettua le operazioni di recupero di rifiuti da demolizione, sia presso due terreni agricoli a Empoli, in via Piano della Tinaia e in località Ponte a Elsa, dove sono stati rinvenuti cumuli di materiale provenienti dalla ditta stessa.

Durante il sopralluogo presso l’impianto di trattamento di via Maremmana, dove i rifiuti vengono sottoposti a macinazione e vagliatura per l’ottenimento di aggregati riciclati, è stata accertata la non completa conformità dell'attività rispetto all'atto autorizzativo.

È stato infatti verificato che le operazioni di trattamento del rifiuto CER 170904 (“rifiuti misti da attività di costruzione e demolizione”) sono state svolte senza aver rispettato i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto, e quindi senza aver concluso il percorso di recupero; la ditta ha tuttavia gestito e commercializzato il materiale ottenuto come Fine Rifiuto, mentre lo stesso rimane giuridicamente un rifiuto fino alla certificazione di prodotto.

Il registro di carico e scarico dell’impianto di trattamento risultava compilato in maniera incompleta e la dichiarazione MUD presentava alcune inesattezze.

È stata inoltre osservata una considerevole presenza di polvere diffusa, dovuta allo spolverio causato dal transito dei mezzi all'interno dell'impianto. L’attivazione di sistemi di bagnatura dei cumuli e dei percorsi di transito dei mezzi, prevista dall’atto autorizzativo, non risultava messa in atto.

terre-rocce-scavo.jpgPresso il terreno di via Piano della Tinaia, utilizzato dalla ditta come deposito, e quello in località Ponte a Elsa, è stata accertata una gestione non autorizzata di “terre e rocce da scavo”.

In entrambi i siti sono stati rinvenuti cumuli di materiale proveniente dai lavori di scavo che la ditta effettua, non sottoposto ad alcun trattamento dopo l’estrazione.

combustione.jpgIn via Piano della Tinaia è stata anche accertata una combustione illecita di rifiuti (componenti di materiali ferrosi, parti di forassiti, una tanica in plastica, una serratura, materiale isolanti tipo lana di roccia, parti di legno vergine e verniciato).

L'esito di tutti gli accertamenti è stato riferito agli enti ed autorità competenti ed è stata proposta l’adozione di provvedimenti per la regolarizzazione dell’attività.


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