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Piano di monitoraggio ambientale

Nuova galleriaDal punto di vista ambientale la realizzazione della Fano - Grosseto è soggetta ad azione di sorveglianza secondo un piano di monitoraggio a carico del proponente.

L'opera è sottoposta a monitoraggio ante, corso e post opera con riferimento all'atmosfera, alle acque superficiali e sotterranee, al suolo, a flora fauna ed ecosistemi, al rumore nonchè agli aspetti legati alla geomorfologia, al  paesaggio e allo stato fisico dei luoghi.

Il Piano, consultabile sul sito Web di ANAS,  prevede al momento le attività eseguite in

  • fase ante operam: finalizzata a "fotografare" lo stato dell’ambiente prima dell’intervento, funge da base per la previsione e la valutazione delle variazioni durante la costruzione e l’esercizio;
  • fase in corso d'opera: ha l’obiettivo di verificare l'entità dell'impatto ambientale dell'opera, la verifica dell'efficacia delle misure di mitigazione e l'adeguamento della conduzione dei lavori a particolari esigenze ambientali.

I risultati del monitoraggio sono periodicamente trasmessi al MATTM per le necessarie verifiche.

Un aspetto importante delIa realizzazione dell'opera riguarda la gestione dei  materiali di scavo, che vengono reimpiegati nell'opera stessa come sottoprodotto, secondo le disposizioni indicate nel Piano di Utilizzo Terre (PUT) predisposto dal proponente ed approvato con determina DVA 2014-10073 del MATTM.

Nell'ambito di tale piano, sono state riscontrate alcune anomalie per i parametri antimonio ed arsenico nell'area compresa fra la galleria di Casal di Pari e lo svincolo le Potatine. Tali valori, superiori ai limiti per i suoli (riportati nella colonna B Allegato 5 del D.Lgs. 152/06) ne rendevano possibile il riutilizzo come sottoprodotto esclusivamente previo accertamento della naturalità della contaminazione e la definizione delle aree caratterizzate da tale anomalia.  È stato pertanto predisposto (ai sensi dell'art.5 comma 4 del DM 161/12) un  Piano di accertamento dei valori di fondo naturali  di antimonio e arsenico che ha confermato l'origine naturale della contaminazione e ha definito in conseguenza i valori da applicare come limite in quelle aree. Nell'ambito di questa attività ARPAT, oltre ad aver espresso un parere sul Piano di accertamento,  ha partecipato in contraddittorio ai campionamenti ed alle analisi di laboratorio, validando i risultati finali.

ARPAT è inoltre impegnata nell'attività di controllo sulla corretta gestione delle terre prodotte durante gli scavi, riutilizzate nell'opera stessa

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