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Riscaldamento globale: l'IPCC pubblica la prima parte del suo nuovo rapporto di valutazione

11/08/2021 07:30

Alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici in atto sono irreversibili e proseguiranno per centinaia di anni

L’International Panel on Climate Change (IPCC) redige periodicamente rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative ai cambiamenti climatici, ai loro impatti, ai rischi connessi e alle soluzioni per la mitigazione e l’adattamento. Attualmente è in fase di predisposizione il 6° Rapporto, composto di tre parti; il 9 agosto 2021 è stata pubblicata la prima di queste tre parti, che prende in considerazione le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente, mentre le altre saranno presentate nei primi mesi del 2022. I principali risultati che emergono dall’analisi sono tutt’altro che rassicuranti:

  • la temperatura superficiale media globale nel decennio 2011-2020 è stata di 1,09°C superiore a quella del periodo 1850-1900;
  • le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica sono le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle di metano e protossido di azoto le più alte degli ultimi 800.000 anni;
  • la riduzione del ghiaccio artico a partire dagli anni ’50 è senza precedenti negli ultimi 2.000 anni;
  • il livello medio del mare è aumentato più velocemente a partire dal 1900 che in ogni secolo precedente degli ultimi 3.000 anni e l’oceano si è riscaldato più velocemente nell’ultimo secolo che dalla fine dell’ultima deglaciazione (circa 11.000 anni fa);
  • l’acidificazione delle acque dei mari procede a ritmi mai visti negli ultimi 26.000 anni.

La mano dell’uomo

Gli aumenti osservati nelle concentrazioni di gas serra dal 1750 circa sono chiaramente prodotti da attività umane, che sono la causa principale anche del ritiro dei ghiacciai a livello globale dagli anni ’90, della diminuzione della copertura nevosa primaverile dell’emisfero settentrionale dal 1950, dello scioglimento superficiale osservato della calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi due decenni e dell’innalzamento del livello del mare. L’influenza umana ha riscaldato il clima ad una velocità senza precedenti negli ultimi 2.000 anni e le emissioni di anidride carbonica generate dall’uomo sono la causa dell’attuale acidificazione globale dell’oceano superficiale.

Quale possibile futuro ci aspetta

La temperatura superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino alla metà del secolo in tutti gli scenari di emissioni considerati dall’IPCC. Il riscaldamento globale di 1,5°C e 2°C sarà superato durante il corso del XXI° secolo a meno che non si verifichino nei prossimi decenni profonde riduzioni delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra.

Molti cambiamenti climatici, come l’aumento della frequenza e dell’intensità degli estremi caldi, delle ondate di calore marine, delle forti precipitazioni, della siccità agricola ed ecologica in alcune regioni, della proporzione di cicloni tropicali intensi, della riduzione del ghiaccio marino artico, della copertura nevosa e del permafrost, aumenteranno in relazione diretta all’aumento del riscaldamento globale.

Il continuo riscaldamento globale, inoltre, intensificherà ulteriormente il ciclo dell’acqua su scala globale, incidendo sulla sua variabilità, sulle precipitazioni monsoniche e sulla gravità delle precipitazione e degli eventi siccitosi.

Se aumenteranno le emissioni di anidride carbonica, si prevede che i serbatoi di carbonio oceanici e terrestri saranno meno efficaci nel rallentare l’accumulo in atmosfera di anidride carbonica.

Molti cambiamenti dovuti alle emissioni di gas serra passate e future sono irreversibili per secoli o millenni, in particolar modo i cambiamenti nell’oceano, nelle calotte glaciali e nel livello del mare.

Se, come emerge dalla ricerca “Perils of Perception” di Ipsos la consapevolezza degli impatti del cambiamento climatico è ancora troppo bassa tra la popolazione e non si comprende ancora a pieno quali siano le azioni più efficaci per combatterlo, è evidente che, per invertire la rotta rispetto agli scenari prospettati dall’IPCC, ci sia bisogno di operare ancora molto sulla conoscenza e consapevolezza rispetto a ciò che anche ciascuno di noi può fare per dare il proprio contributo ad una transizione che risulta sempre più urgente.

Per approfondimenti leggi:

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