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ARPAT a Ecomondo 2025

19/11/2025 11:00

Obiettivo statutario dell’Agenzia è la tutela e la preservazione dei comparti ambientali: per fare in modo che non si verifichino i danni, è necessario valorizzare la parte preventiva nell’attività di controllo rispetto a quella repressiva

ARPAT a Ecomondo 2025

Il Direttore generale Rubellini con Daniele Fortini, presidente di RetiAmbiente

“Gli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti. Vogliamo una garanzia per tutti” è stato il tema dell’incontro organizzato da RetiAmbiente Spa il 5 novembre nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2025, al quale hanno partecipato Daniele Fortini, Presidente di RetiAmbiente, Pietro Rubellini, Direttore generale di ARPAT, Giordano Del Chiaro, sindaco di Capannori (LU), Walter Bresciani Gatti, Direttore Ersu. Un confronto che è stato coordinato da Paolo Vannozzi e che ha visto la partecipazione di esperti, tecnici e amministratori locali.

Condividere esperienze e strategie per garantire, nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento rifiuti, un equilibrio tra innovazione tecnologica, sicurezza ambientale e fiducia pubblica è stato l’obiettivo dell’incontro, che è stato anche occasione per discutere sulle responsabilità condivise tra gestori, enti pubblici di controllo e cittadini.

gruppo relatoriIn questa occasione, Pietro Rubellini, richiamando il contenuto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, dal titolo: “Azioni dell’UE volte a migliorare la conformità e la governance ambientali”, ha sottolineato come il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, di cui ARPAT è parte integrante, abbia iniziato una riflessione finalizzata a valorizzare la parte preventiva nell’attività di controllo rispetto a quella repressiva. Pur non venendo meno al ruolo di controllo che costituisce uno dei pilastri di ARPAT, è evidente che in prospettiva, anche l’Agenzia dovrà dotarsi di strumenti conoscitivi ed operativi adeguati ad assolvere questa nuova funzione. In attesa che il nuovo approccio preventivo diventi operativo, ovvero che gli Stati membri adeguino la normativa, è necessario cominciare a discutere insieme per promuovere controllo e governance più efficaci per migliorare la conformità ambientale. Occorre innanzitutto costruire un linguaggio comune che accomuni il ruolo pubblico e privato. I soggetti pubblici, e tra questi le Agenzie e il SNPA, oltre al ruolo del controllo avranno il compito di indicare la strada verso la conformità ambientale, attraverso una serie di azioni che sono già indicate nel documento europeo: la promozione della conformità ambientale con servizi di assistenza e monitoraggio della conformità.

Direttore generale RubelliniCi attendono, dunque, una serie di sfide - ha proseguito Rubellini - che richiedono a tutti i soggetti coinvolti di conoscere la portata e la varietà delle norme ambientali della UE riguardanti attività con impatti ambientali, approfondire i problemi riconosciuti connessi all’inquinamento delle risorse idriche, aria e smaltimento rifiuti e declino dell’ambiente naturale, riconoscere il numero e i differenti problemi di conformità che possono insorgere e in particolare i casi di reati ambientali e valutare il numero e diversità dei soggetti che devono rispettare le norme ambientali e tener conto delle aspettative dei cittadini.

A fronte di queste sfide occorre condividere alcuni concetti fondamentali e costruire un linguaggio comune, ha concluso Rubellini, che ha accennato al tema della Compliance Ambientale che si staglia come un faro di responsabilità aziendale nel vasto mare delle sfide ambientali. Attraverso il rispetto delle leggi e delle normative relative all’ambiente, le aziende possono assumere un ruolo proattivo nella salvaguardia del pianeta e prevenire impatti negativi sulla natura e sulla salute umana.

intervenuti all’incontroMa che cosa si intende per Compliance Ambientale? Partendo dal dato letterale, e più precisamente dalla traduzione in italiano del termine “compliance”, esso corrisponde in italiano a “conformità” o “osservanza” alla norma. E in ambito aziendale il termine Compliance Ambientale si riferisce al rispetto alle leggi, ai regolamenti, alle normative e alle pratiche relative all’ambiente (ad esempio ad uno standard) da parte di aziende e organizzazioni. In altre parole, significa conformarsi alle leggi ambientali e alle norme stabilite dalle autorità competenti al fine di proteggere l’ambiente e prevenire danni o impatti negativi sulla natura e sulla salute umana.

Il tema della compliance è stato poi approfondito ulteriormente da Giordano Del Chiaro e Walter Bresciani Gatti che hanno precisato come la compliance ambientale (intesa come insieme di regole e procedure per identificare e gestire i principali rischi) sia destinata a diventare un elemento imprescindibile e un terreno comune di lavoro tra enti di controllo e aziende. E la Compliance Ambientale – ha evidenziato Bresciani Gatti - è cosa diversa dalla sicurezza ambientale. La “compliance ambientale” e la “sicurezza ambientale” sono due concetti distinti ma correlati all’interno del contesto della gestione aziendale sotto il profilo ambientale. Entrambi i concetti sono fondamentali per promuovere la sostenibilità e la tutela dell’ambiente, garantendo che le aziende agiscano in modo responsabile nei confronti dell’ecosistema. La compliance ambientale si riferisce al rispetto e all’aderenza alle leggi, ai regolamenti, alle normative e alle pratiche relative all’ambiente da parte di aziende, organizzazioni ed individui. La “sicurezza ambientale” si concentra invece sulla prevenzione e la gestione dei rischi, al fine di garantire la sicurezza delle persone e delle risorse. Questo concetto riguarda la valutazione e la gestione dei potenziali impatti negativi delle attività umane sull’ambiente e sulla salute umana. La sicurezza ambientale implica l’identificazione dei pericoli ambientali, la valutazione dei rischi connessi e l’implementazione di misure preventive per minimizzare tali rischi. In altri termini, dal punto di vista aziendale, la compliance è la flessibilità dell’azienda e la sua capacità di adeguarsi alle norme ed esserne conforme, intervenendo con scelte oculate e strategiche.

Il Presidente di RetiAmbiente Fortini ha affermato come la società capogruppo, al 100% pubblica, che gestisce il ciclo dei rifiuti nelle province toscane di Pisa, Livorno, Massa-Carrara e Lucca, si ponga l'obiettivo di promuovere una gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, con particolare attenzione alla raccolta differenziata e alla tutela ambientale in ambito locale. RetiAmbiente serve infatti 1,3 milioni di abitanti in cento comuni e ha raggiunto una percentuale significativa di raccolta differenziata, pari al 72%. Tuttavia, evidenzia che senza impianti di riciclo adeguati il ciclo dei rifiuti resta incompleto. Fortini ha spiegato che RetiAmbiente sta investendo in un parco impiantistico innovativo per il recupero di diverse tipologie di rifiuti, tra cui tessili, verde, terre di scavo e ingombranti, puntando a trattenere sul territorio materie prime seconde e a ridurre i costi per i cittadini. Daniele Fortini, esperto riconosciuto nel settore ambientale e della gestione dei servizi pubblici, è alla guida di RetiAmbiente con l'intento di rafforzare strategie di pianificazione ambientale e introdurre pratiche innovative nel ciclo dei rifiuti.

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