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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Martedì 25 maggio 2021

La salute degli alberi, la salute dagli alberi


La programmazione di nuove ed adeguate essenze, la loro gestione, cura, insieme a quelle già presenti sul territorio, ed il loro necessario ricambio per avere esaurito il loro ciclo di vita, sono le fasi, tutte necessarie, per ottenere una gestione efficace del verde

La città partecipata ed inclusiva

È previsto che nel futuro circa i 2/3 della popolazione si concentrerà nelle città. I centri urbani sono dunque i luoghi di eccellenza dove attivare azioni di contrasto all’inquinamento per ostacolare i cambiamenti climatici ed ambientali. Il 70% di CO2 prodotto dal pianeta deriva dall’ambiente urbano. In questo senso le città sono il soggetto protagonista della lotta ai cambiamenti climatici. Il verde, le piante hanno una grande funzione filtrante e tale funzione è tanto maggiore, quanto più vicine si trovano alle fonti emissive. La piantumazione diventa allora non solo elemento di arredo urbano, ma anche e soprattutto un mezzo “compensativo” per garantire la salubrità delle città.

Progettazione e programmazione del verde urbano come strumento per favorire la transizione ecologica delle nostre città, combattere l’inquinamento e migliorare la qualità della vita.

L’implementazione di misure di pianificazione urbana intelligenti, più verdi ed inclusive insieme ad interventi di strutture finanziarie sono gli elementi ed i principi di una efficace politica urbana resiliente ed a lungo termine. È necessario comprendere che gli spazi verdi non devono essere visti come un mero miglioramento ambientale in termini di temperatura e qualità dell’aria, ma anche in termini di legami sociali, in grado di fornire momenti, spazi, opportunità per l’incontro, per la socialità. Elemento, quest’ultimo che alla luce degli avvenimenti pandemici dell’ultimo anno è venuto a mancare e tutt’ora manca.

La presenza di parchi verdi all’interno dei quartieri è stata associata ad una maggiore felicità dei residenti. Inoltre la presenza di specchi d’acqua e, dunque, quote di terreno impermeabilizzate e non coperte da pavimentazione, sono state associate ad un maggior benessere espresso dagli abitanti.

Le città intelligenti “smart cities” non dovranno più essere progettate secondo parametri di “vanità” urbana, ma dovranno concentrarsi sul mettere in primo piano i bisogni delle persone. Progettare e realizzare dunque delle città che siano delle persone, per le persone, progettate dalle persone, che sono soggetti attivi in una progettazione partecipata, magari guidata, ma che deve essere comunque condivisa con i cittadini. Esiste infatti una sottile differenza, fra il cittadino-abitante, che è colui che la vive, e chi ne usufruisce, i “city-users”, abitante è solo colui che oltre ad usarla, ci abita stabilmente. Da questa distinzione l’importanza di costruire, realizzare e pianificare città per i cittadini dove essi possano camminare, parlare, connettersi, dove è possibile trovare un trasporto funzionale che consenta di accedere al più ampio bacino di opportunità e risorse che i centri urbani sono in grado di offrire.

Obiettivi per la città del futuro

  • Migliorare salute e benessere;
  • Aumentare lo stoccaggio di CO2;
  • Preservare la biodiversità;
  • Ridurre l’inquinamento;
  • Mitigare l’isola di calore;
  • Gestione delle precipitazioni.

cura-alberi M.jpgSalute Globale

Con la definizione di “One Health” (salute globale o salute planetaria) si riconosce che la salute degli esseri umani è legata alla salute degli animali e dell’ambiente.

La privazione microbica determina uno squilibrio in tutto il nostro microbioma causando disturbi alla risposta immunitaria e rendendo l’uomo più sensibile ed esposto al rischio di malattie infiammatorie.

Introducendo il concetto di salute globale o planetaria, perché se l’ambiente è in salute, gli animali sono in salute e di conseguenza anche noi umani lo siamo, tutto il microbioma è positivo, migliorando salute e benessere. Pertanto la visione per il futuro è quella di creare infrastrutture verdi ispirate al microbioma (Microbiome-Inspired Green Infrastructure - MIGI)  e spazi verdi multisensoriali o spazi verdi biodiversi (Benefits of urban green space - BUGS) multiculturalmente inclusivi ed anche adatti alla produzione di cibo.

Il verde dunque non deve essere solo quantità ma anche qualità, non deve essere esclusivo, privato, omogeneo ma occorrerà passare dalla “bassa qualità” ad un verde di alta qualità  che sia facilmente accessibile e dunque fruibile da tutti.

L’ “arbonomia urbana” indica infatti come il verde urbano può stimolare tutta una serie di aspetti positivi come migliorare la qualità dell’aria, la salute mentale, ridurre lo stress e permettendo così una diminuzione dei costi sanitari.

In questo senso anche il nostro Paese necessita di progetti che consentano di realizzare un verde non esclusivo ma inclusivo sull’esempio dei super-block di Barcellona dove in piccole unità territoriali è stato potenziato il trasporto pubblico, la circolazione dolce o a piedi, come anche il progetto Forestami di Milano, quello di Torino Stratosferica  od il Prato Urban Jungle con l’applicazione della regola 3 – 30 – 300 di Cecil Konijnendijk van den Bosch che sta a significare almeno 3 alberi visibili da ogni abitazione, 30% di copertura arborea su scala cittadina e 300 metri dallo spazio più vicino.

La città deve essere e diventare abbastanza verde e soprattutto per evitare l’emarginazione e l’espulsione dei ceti più deboli (gentrificazione) dalle zone che sono state riqualificate/rigenerate.

Occorre introdurre nelle urbanizzazioni future gli indici UFG (Urban Greening Factor) in grado di valutare e calcolare quantità e qualità del “verde urbano” che un progetto fornisce per informare i decisori sui livelli appropriati di verde da prevedere e dotare nei nuovi sviluppi urbanistici.

Piantare alberi è importante ma è necessario progettare, gestire e sistematizzare gli interventi d’investimento.

  • COME – attraverso piantagioni massali concentrate che hanno lo scopo di conservare la purezza genetica varietale e di migliorarne lo stato sanitario, realizzare piantagioni diffuse in grado di creare corridoi ecologici;
  • DOVE – In parchi urbani, in parchi periurbani, in alberate stradali;
  • COSA – specie autoctone o esotiche, preferire la varietà, la biodiversità, tenere conto delle specie che producono pollini allergenici;
  • PERCHÈ - avere chiari i motivi per piantare un albero (es. mitigazione del clima, abbattimento inquinanti, nascondere visuali);
  • CHI – far eseguire gli interventi da persone qualificate sotto la guida di tecnici.

Dalla vanità urbana, dall’incuria urbana se non sono predisposti strumenti finanziari per la gestione e la programmazione del verde non ci possono essere i benefici da questo attesi. La progettazione ed il finanziamento del verde devono prevedere anche risorse per la manutenzione predittiva e/o gestione successiva.

L’integrazione della natura nelle città come strumento di prevenzione sanitaria, che parte dalle istanze della “Carta di Toronto” OMS del 2010. In questo senso la progettazione e la gestione delle aree verdi urbane si deve basare su indicatori specifici ed il monitoraggio effettuato con risorse derivanti dalla prevenzione sanitaria. Declinare il verde urbano come strumento per presidiare e mantenere la salute umana in uno stato ottimale, come accennato, significa superare il tema del “decoro urbano” e superare anche il concetto di resilienza urbana, attribuendo al verde urbano il ruolo di prevenzione sanitaria e dunque dedicato alla salute umana. In questa visione si auspica ed è anche ragionevole immaginare che in futuro possa esserci una collaborazione tra Aziende sanitarie del territorio e Verde pubblico per la condivisione di strategie di reputazione ambientale.

Il presente articolo prende spunto dal seminario “La salute degli alberi, la salute dagli alberi” promosso da ANCI Toscana, a cui hanno partecipato: Francesco Raspini – Responsabile Ambiente Anci Toscana ed Assessore al Comune di Lucca; Francesco Ferrini – Scuola di Agraria UniFi; Valerio Barberis – Assessore comune di Prato; Bernardo Gozzini – Consorzio LaMMA; Martina Petralli – Centro di Bioclimatologia UniFi; Marco Bianchi – Agronomo; Cecilia Del Re – Assessore Comune di Firenze; Roberto Diolaiti – Associazione Nazionale Pubblici Giardini; Monia Monni – Assessore Ambiente della Regione Toscana; Elena Belaffi – Centro Gestione Rischio Clinico Regione Toscana; Renato Ferretti – CONAF Toscana; Fausto Ferruzza – Legambiete Toscana; Marina Lauri – Settore Forestazione, Montagna e Agricoltura di Anci Toscana; Luigi Sani – Master Arboris I.S.A.; Pio Federico Roversi – CREA DC, Istituto Nazionale Protezione delle Piante; Alessandro Trivisonno – Ordine agronomi e Forestali Firenze; Paolo Bellocci – Verde Pubblico Comune di Scandicci; Mirco Branchetti – Verde Pubblico Comune di Livorno; Cecilia Cantini – Verde Pubblico Comune di Firenze; Nicola Stefanelli – Verde Pubblico Comune di Pistoia.


Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita




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