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La Laguna di Orbetello: storia, ambiente, gestione e progetti futuri

21/07/2023 12:00

Il volume, che vede ARPAT tra gli autori, vuole rendere fruibile anche ai non esperti il livello di conoscenza acquisito su questo ambiente, raccontandolo dal punto di vista di chi lo studia e ci lavora da decenni

Il volume “La Laguna di Orbetello: storia, ambiente, gestione e progetti futuri”, pubblicato da Effigi, con il finanziamento del Ministero della Cultura (MIC) e il contributo della Fondazione Polo Universitario Grossetano, vuole rendere fruibile anche ai non addetti ai lavori il livello di conoscenza acquisito su questo ambiente. Il libro tratta aspetti legati alle caratteristiche generali degli ecosistemi lagunari, della storia e dei vincoli normativi, delle caratteristiche generali, geomorfologiche, ecologiche della Laguna di Orbetello. Sono affrontate le problematiche e le emergenze ambientali ma anche la gestione della laguna. Sono riportati, inoltre, i risultati di studi scientifici specifici condotti da diversi gruppi di ricerca.

Il valore aggiunto del volume è quello di raccontare la laguna dal punto di vista di chi ci lavora da decenni. Alla redazione del volume hanno partecipato ricercatori di ARPAT, ISPRA, Università degli Studi di Trieste, Siena, Firenze, Ferrara, la Fondazione Polo Universitario Grossetano, i ricercatori del centro ricerche Bioscience Research Center (BsRC), del CERTEMA, del Centro Ricerca Studi per la Pesca (C.I.R.S.PE.), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Hanno contribuito anche il Coordinatore Oasi WWF Maremma, Fondazione WWF Italia ma anche cultori della materia ed esperti di varie realtà, tra cui la Fraternita dei Laici APSP, il supporto tecnico scientifico all’esecuzione del sistema di gestione 2022 della laguna di Orbetello, liberi professionisti e rappresentanti delle Istituzioni pubbliche.

laguna.jpgLa Laguna di Orbetello

La Laguna di Orbetello è uno degli ecosistemi di transizione più studiati della Toscana meridionale. La sua rilevanza ecologica ed economica è preponderante: è zona SIC (Sito di Importanza Comunitaria ) e ZPS (Zona Speciale di Conservazione) ed è, inoltre, classificata come area umida di interesse nazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Ospita la Riserva Naturale Statale di Popolamento Animale della Laguna di Orbetello, gestita dal WWF Italia e moltissime specie di interesse conservazionistico appartenenti all’avifauna, come fenicotteri, cavaliere d'Italia, airone bianco maggiore, airone cenerino e falco pescatore. La laguna sostiene una fiorente attività di pesca e acquacoltura che determina un indotto importante per la popolazione locale.

La presenza dell’uomo è una delle componenti che fornisce maggiore complessità a questo ecosistema; le attività umane sono infatti la causa di impatti pregressi e recenti che rendono l’ambiente estremamente variabile. Il grande apporto di nutrienti determina una condizione di eutrofizzazione diffusa che, ripetutamente nel corso del tempo, si è evoluta verso la crisi distrofica. Per fronteggiare questi fenomeni, la laguna è stata dichiarata “area ad elevato rischio di crisi ambientale" (Delibera del Consiglio dei Ministri del 2 aprile 1993). Oltre alle dinamiche legate all’eccesso di nutrienti, un passato caratterizzato dalla presenza di una installazione industriale ha determinato ampie zone di accumulo di contaminanti chimici. La parte orientale della Laguna di Ponente è stata, come conseguenza di questo, iscritta tra i Siti di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN di Orbetello – Area ex Sitoco), sito perimetrato ai sensi dell'art. 1 comma 4 della Legge 9 dicembre 1998 n. 426 ed attualmente esteso a tutta la superficie lagunare più la foce del fiume Albegna.

In questo ambiente complesso e mutevole, nel corso del tempo, molti gruppi di ricerca hanno effettuato studi scientifici multidisciplinari in vari ambiti, con la finalità di implementare le conoscenze specifiche ed indirizzare una gestione ottimizzata della sua complessità. Le conoscenze acquisite in questo ambito sono vaste e gli studi scientifici, i testi divulgativi e letterari prodotti nel corso del tempo sono molteplici.

Il contributo di ARPAT al volume

Il Dipartimento ARPAT di Grosseto ha contribuito al volume con due lavori, uno dei quali svolto in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Lo scopo di quest’ultimo studio è stato quello di valutare le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche di sei ambienti di transizione monitorati da ARPAT ai sensi del D. Lgs. 152/2006 in collaborazione con il Laboratorio di Ecologia Marina dell’Università degli Studi di Firenze, durante il periodo estivo che va da giugno a settembre dell’anno 2016, al fine di definirne la qualità ambientale.

Molti autori hanno studiato gli ambienti salmastri indagando le comunità bentoniche che essendo spazialmente e temporalmente stabili risultano degli ottimi bioindicatori di periodi di lunga durata. In questo studio, invece, è risultato interessante analizzare le comunità fitoplanctoniche, che, essendo entità variabili risultano degli ottimi bioindicatori di fenomeni temporali più rapidi.

Inoltre, dato che l’acqua di mare presenta delle proprietà ottiche intrinseche, l’acquisizione di dati bio-ottici ha permesso di poter valutare una molteplicità di dati con una rapidità maggiore rispetto alle metodiche classiche, al fine di definire la qualità delle acque.

Gli ambienti di transizione indagati sono stati la Laguna di Orbetello con la sua suddivisione in Ponente e Levante, nel Comune di Orbetello, il Lago di Burano, nel Comune di Capalbio, la zona umida della Diaccia Botrona, compresa tra il Comune di Castiglione della Pescaia ed il Comune di Grosseto, la foce del fiume Ombrone e il Canale San Rocco, nel Comune di Grosseto e la foce del fiume Bruna, nel Comune di Castiglione della Pescaia.

I parametri analizzati sono stati: temperatura aria, temperatura acqua, salinità, conducibilità, ossigeno disciolto, pH, durezza, trasparenza, nutrienti, clorofilla “a” e fitoplancton. Inoltre, sono stati analizzati anche i dati delle tre centraline multiparametriche, della centralina meteorologica e degli idrometri dislocati su tutta la laguna.

Nella Laguna di Orbetello, oltre alle suddette analisi, sono state effettuate ulteriori misure al fine di approfondirne alcuni aspetti ecologici. I parametri analizzati sono stati quelli di irradianza spettrale, irradianza quantica, analisi cloro-feopigmenti, analisi pigmenti liposolubili, analisi sostanza organica disciolta cromoforica, analisi dei solidi sospesi ed analisi del fitoplancton.

I risultati degli ambienti di transizione minori, quindi tutti quelli indagati ad eccezione della Laguna di Orbetello, hanno evidenziato un’elevata variabilità di quasi tutti i parametri presi in considerazione: temperatura acqua, ossigeno disciolto, salinità, conducibilità, nutrienti e clorofilla “a”.

L’analisi del fitoplancton ha evidenziato un’elevata densità fitoplanctonica nella Diaccia Botrona, confermando così la misura della concentrazione di clorofilla “a” così elevata; da sottolineare che la concentrazione reale è sicuramente maggiore a causa del probabile picoplancton presente che ha reso più difficoltosa l’analisi microscopica.

La categoria tassonomica più rappresentata in tutti gli ambienti di transizione minori è stata “Altro”, in cui rientrano tutte le specie algali non appartenenti alla classe delle Diatomee e dei Dinoflagellati, quindi Criptoficee, Prasinoficee e Flagellati n.i. principalmente, ad eccezione della foce del fiume Ombrone in cui le Diatomee sono state la classe dominante (con specie quali Thalassiosira sp., Asterionellopsis glacialis e Cylindrotheca closterium). Tali dati sono stati confermati anche dal confronto con le serie storiche di ARPAT sul fitoplancton degli anni 2014-2015.

Per quanto riguarda la Laguna di Orbetello, i risultati hanno messo in evidenza un’elevata variabilità dei vari parametri chimici, fisici e biologici in tutta la laguna. Da sottolineare, però, la maggior concentrazione di nutrienti a giugno, rispetto ai restanti mesi estivi, ed in generale una concentrazione di nutrienti maggiore a Levante rispetto che a Ponente.

L’analisi delle sostanze otticamente attive ha messo in luce che la concentrazione di clorofilla “a” della Laguna di Ponente, nell’area in degradazione sulfurea, era pari ad un terzo circa di quella delle restanti stazioni. La sostanza organica disciolta cromoforica era pressoché omogenea in tutte e 3 i punti, mentre i solidi sospesi erano maggiormente concentrati nell’area con immissione di composti sulfurei rispetto alla restante laguna, con un valore doppio rispetto alla Laguna di Levante.

L’analisi di irradianza spettrale ha messo in evidenza un’elevata riflettanza dell’area della Laguna di Ponente con presenza di composti sulfurei rispetto alle restanti stazioni, con picchi a 560-580 nm e 710-720 nm. Quest’ultimo picco nel rosso-rosso lontano è stato confermato dalle analisi spettrali effettuate sul fitobenthos, ed è stato causato dalla presenza di cera idrocarburica sulle pareti delle cellule vegetali.

L’analisi del fitoplancton ha evidenziato una maggior densità fitoplanctonica nella Laguna di Levante per tutto il periodo considerato. La Laguna di Orbetello in generale ha presentato una dominanza da parte della classe delle Criptoficee in primis, Prasinoficee e Diatomee, ad eccezione della Laguna di Levante dove a settembre si è verificato un bloom della Diatomea Chetoceros tenuissimus. Gli indici di Shannon-Weaver e di omogeneità calcolati hanno mostrato una maggior diversità nella Laguna di Ponente rispetto alla Laguna di Levante. I dati del fitoplancton sono stati confermati dalle analisi dei pigmenti diagnostici che hanno rilevato un’abbondanza di fucoxantina, clorofilla b, alloxantina e peridinina. Da sottolineare, anche, la maggior concentrazione di feopigmenti presenti nell’area con degradazione sulfurea nella Laguna di Ponente. L’elevata diversità del fitoplancton è stata confermata anche dall'analisi delle serie storiche del Laboratorio di Ecologia Marina dell’Università degli Studi di Firenze degli anni 1995-2001, che hanno convalidato anche la dominanza della classe delle Criptoficee e la maggior diversità ed omogeneità della Laguna di Ponente rispetto alla Laguna di Levante

In definitiva, la Laguna di Levante ha presentato delle condizioni generali meno “buone” quindi più a rischio di evoluzione distrofica, rispetto alla Laguna di Ponente, probabilmente a causa della morfologia e della idrodinamica del bacino stesso, che impediscono un ricambio idrico sufficientemente rapido nel periodo estivo. Da sottolineare, comunque, che l’area con risalita di composti sulfurei di Ponente rappresenta una condizione di potenziale sofferenza, circoscritta, confermata dalla diminuzione della concentrazione di clorofilla “a” in favore dei feopigmenti, indice questo di senescenza biologica.

Per chi fosse interessato, il volume può essere richiesto in prestito alla biblioteca di ARPAT: 0553206439, documentazione@arpat.toscana.it.

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