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ARPAT partner del progetto europeo Life Turtlenest per la protezione dei nidi di tartarughe marine

04/07/2023 11:00

Il progetto valuterà l’impatto dei cambiamenti climatici sulla nidificazione della specie ed è finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune del Mediterraneo anche attraverso attività di monitoraggio e messa in sicurezza dei nidi

Il primo nido italiano di tartaruga Caretta caretta annunciato il 23 maggio 2023 in Sicilia, nella spiaggia di Morghella a Pachino, segna l’inizio della stagione delle nidificazioni che negli ultimi anni hanno fatto registrare un significativo aumento di nidi, con un areale che si sta espandendo sempre più a nord sulle coste del Mediterraneo occidentale.

Anche in Toscana il primo nido della stagione non si è fatto attendere ed il 14 giugno sono state individuate le uova e confermata la nidificazione a Galenzana, una selvaggia spiaggia di Marina di Campo, all'Isola d'Elba. A distanza di quindici giorni, il 30 giugno, in Maremma è stato censito il secondo nido della stagione nella spiaggia di Roccamare nel comune di Castiglione della Pescaia (GR).

In Toscana la nidificazione della tartaruga marina è un evento "ricorrente" quasi ogni estate dal 2013, con un andamento del tutto nuovo e particolare negli ultimi due anni perché le tartarughe hanno nidificato nella parte più settentrionale del nostro paese fino ad arrivare per la prima volta nel 2021 a nidificare sulle coste liguri. Anche sulle coste dell’Adriaco qualche giorno fa, il 24 giugno, per la prima volta una tartaruga ha deposto le uova sulla spiaggia di Milano Marittima in Romagna, mentre il punto dell'Adriatico più a nord in cui finora, nel 2021, erano stati accertati nidi di tartarughe marine si trova a Jesolo, in Veneto.

A causa del riscaldamento globale, il numero delle nidificazioni sta crescendo in maniera significativa nel Mediterraneo occidentale; capire quanto e come l’impatto dei cambiamenti climatici abbiano provocato l’espansione dell’areale delle femmine di Caretta caretta verso zone sempre più a nord è uno degli obiettivi del progetto europeo Life Turtlenest, coordinato da Legambiente, a cui ARPAT ha aderito come partner insieme a Stazione zoologica Anton Dhorn, Ispra, Università La Sapienza di Roma, Università di Barcellona, Fundació Universitària Balmes, ENCI, Cest Med, Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia. Il progetto prevede inoltre un’azione congiunta tra Italia, Francia e Spagna per i monitoraggi e la mitigazione delle pressioni antropiche sui siti di nidificazione.

Nel corso del progetto, che ha una durata di cinque anni, si prevede di monitorare circa ottomila chilometri di coste, che includono 64 aree protette della Rete Natura 2000, ed almeno in previsione 500 nidi, che verranno osservati e studiati tenendo conto di come l’impatto dei cambiamenti climatici incida sulla scelta del sito di nidificazione da parte delle tartarughe, sulla temperatura di incubazione e sul successo della deposizione delle uova (ovvero quanti piccoli effettivamente nasceranno).

Purtroppo, in molti casi, i luoghi dove vengono rintracciati i nidi di tartaruga coincidono con lidi e spiagge a forte attrazione turistica e con alto tasso di frequenza di bagnanti che spesso non riescono a riconoscere le tracce lasciate sulla sabbia dalla tartaruga che esce dall’acqua per deporre le uova, non ne segnalano quindi la presenza né tantomeno sono a conoscenza delle pratiche da adottare per non disturbare la fase di nidificazione e schiusa.

Da qui l’importanza dell’informazione e sensibilizzazione dei turisti, bagnanti, gestori balneari per ridurre il disturbo antropico nella stagione delle nidificazioni, il monitoraggio attento delle spiagge a caccia di tracce di tartarughe e la formazione sul campo di volontari che diventeranno più esperti e validi supporti dei tecnici nell’identificazione, protezione e gestione dei nidi di tartaruga; tutte queste attività saranno portate avanti durante tutto il periodo del progetto Life Turtlenest.

In Toscana dal 5 giugno 2023 sono iniziati i monitoraggi dei tratti di spiaggia sabbiosi in cui esiste la possibilità che la tartaruga Caretta caretta nidifichi. In particolare all’isola d’Elba il monitoraggio su otto spiagge è svolto da volontari e bagnini insieme ai tartawatcher di Legambiente, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano; all’interno del Parco della Maremma il monitoraggio della spiaggia alla ricerca di tracce e nidi, da Principina a Mare a Cala Rossa, è portato avanti dai volontari coordinati dal personale del Parco, dalle Guardie Parco e dall’Università di Siena; più a sud operano invece i volontari dell’Associazione TartAmare, spesso coadiuvati dal WWF, soprattutto nei tratti a sud del promontorio di Piombino, di Pisa e di Livorno. Nel tratto settentrionale di Pisa, a nord della Foce dell’Arno, per tutta la provincia di Lucca e Massa operano invece i volontari di Legambiente Pisa e Versilia e del WWF alta Toscana coordinati dai tecnici dell’Università di Pisa-Museo di Calci e di ARPAT.

tracce di tartaruga marina sulla sabbiaIn Toscana da diversi anni vengono messe in atto attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza grazie alle iniziative promosse dalla Regione Toscana e da ARPAT insieme a tutti gli altri soggetti della Rete dell'Osservatorio toscano per la Biodiversità anche attraverso la campagna di comunicazione-informazione "Chi trova un nido trova un tesoro" e alla formazione rivolta agli operatori balneari e ai volontari che si impegnano per monitorare i tratti di spiaggia in cui esiste la possibilità che la tartaruga nidifichi. Un esempio di quanto sia importante questa azione di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini è rappresentato proprio dalla scoperta del primo nido toscano della stagione all’isola d’Elba; è stata infatti una turista che, mentre faceva una passeggiata sulla spiaggia, si è imbattuta in strane tracce sulla sabbia che somigliavano esattamente a quelle riportate nei cartelli informativi sulla nidificazione delle tartarughe marine posizionati proprio li vicino, realizzati da Legambiente, Osservatorio Toscano per la Biodiversità e Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

Grazie alla crescente e capillare attività di monitoraggio dei nidi sulle spiagge condotta in questi anni da enti, associazioni e volontari adeguatamente formati, è stato possibile registrare i dati degli eventi di nidificazione in Toscana che dal 2013 al 2022 sono stati 28 per un totale di 2430 uova deposte e 1091 piccoli nati.

una fase della formazioneLa formazione è quindi un’attività rilevante anche nel progetto Life Turtlenest e dalla metà di maggio ARPAT insieme a Legambiente è impegnata nella formazione per gli operatori balneari e volontari di enti e associazioni soprattutto sul litorale pisano, versiliese e della provincia di Massa.

Ricordiamo che, se ci si dovesse accorgere di "strani" segni sulla spiaggia forse riconoscibili come le tracce che la tartaruga lascia sulla sabbia,  trascinandosi quando esce dall’acqua, per andare a scavare il nido, simili a tracce di piccoli cingolati, è importante segnalare subito la loro presenza e posizione precisa, chiamando il Numero Blu 1530 della Guardia Costiera. È infatti poi impossibile riuscire a risalire al probabile punto di nidificazione se le tracce vengono cancellate con il calpestio o la pulizia degli arenili.

ll progetto Life Turtlenest, attraverso attività di monitoraggio e messa in sicurezza dei nidi, mira quindi a lavorare concretamente per la protezione di questa specie e dei nuovi siti di nidificazione in base agli scenari climatici attuali e futuri nel Mediterraneo, considerato uno dei più importanti ecosistemi al mondo.

videoPer capire perché è importante agire in fretta per proteggere i nidi di tartaruga Caretta caretta ed i piccoli guarda il video del progetto Life Turtlenest.

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