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Giovedì 31 marzo 2022

L'evento finale del progetto Life SEPOSSO


Il trapianto è una soluzione per contribuire a ripristinare praterie di Posidonia oceanica danneggiate o in regressione ma solo se realizzato in modo efficace e sostenibile. Il suo esito dipende dall’applicazione di buone pratiche e dalla realizzazione di specifiche azioni per una buona governace

L'evento finale del progetto Life SEPOSSO

foto progetto lifeseposso.eu

Un gran finale per il progetto Life SEPOSSO che si è concluso con un evento intitolato “Posidonia... e non solo” all’Auditorium della Tecnica a Roma, un talk show moderato da Fabio Gallo di Linea Blu, che ha visto la partecipazione dei partner di progetto, delle autorità istituzionali europee e nazionali, dei principali stakeholder coinvolti e dei progetti di ricerca con cui Life SEPOSSO ha realizzato un’ampia ed eterogenea attività di networking (disponibile la registrazione dell’evento).

Sono stati presentati i risultati, gli strumenti operativi e le buone pratiche per la realizzazione dei trapianti di Posidonia oceanica, prodotti nei quasi quattro anni del progetto, coordinato dall’ISPRA e sviluppato in collaborazione con diversi partner, tra cui ARPAT.

ll Life SePosso ha valutato cosa non ha funzionato nei trapianti del passato per individuare, nel futuro, soluzioni più efficaci e sostenibili per ripristinare praterie di posidonia danneggiate o in regressione. Il progetto ha tenuto conto di tanti casi di studio, tanti trapianti,focalizzando l’attenzione su quattro aree: Piombino, Civitavecchia, Ischia, Augusta. A prescindere dalla tecnica utilizzata per il trapianto e dall’estensione dell’area di trapianto, mediamente è andata completamente persa una media del 20-30% di aree trapiantate a cui vanno sommate anche percentuali minori con perdite non totali.

Sono 15 i principali trapianti di P. oceanica seguiti dal progetto, realizzati in diverse parti d'Italia per un totale di circa 30.000 m2 di praterie trapiantate e per monitorarli durante il progetto sono state effettuate più di 50 immersioni e 500 ore di lavoro subacqueo. Alcuni trapianti hanno avuto successo quasi completamente, altri solo parzialmente, altri invece hanno fallito ma per valutare se un trapianto ha avuto successo serve tempo; infatti dopo 5 anni, è possibile valutare se un trapianto abbia raggiunto una condizione di stabilità ma solo dopo almeno 10 anni di monitoraggio è possibile sapere se la prateria trapiantata ha sviluppato struttura e funzioni simili ad una prateria naturale.

Le praterie di posidonia sono le foreste del Mediterraneo, essenziali per l’equilibrio dell’ecosistema marino e la sua biodiversità. Negli ultimi 50 anni si è registrata la loro regressione dovuta a cause naturali ma anche a causa dell’inquinamento, delle forme di pesca illegale, degli ancoraggi e per la realizzazione di opere e infrastrutture costiere (ampliamento di porti, condotte sottomarine, ecc) che hanno determinato il danneggiamento dei posidonieti nonostante questi rappresentino un habitat endemico del Mediterraneo e siano protette ai sensi della Direttiva Habitat 1992/43/CEE.

L’obiettivo del restauro è recuperare quelle funzioni ecologiche proprie della prateria di posidonia che sono andate perdute per varie cause. Come accade per le foreste sulla terra, anche in mare è possibile recuperare i danni arrecati alle praterie sottomarine attraverso la metodologia e la tecnica dei trapianti e grazie al progetto è stato possibile verificare quando un trapianto è stato realmente efficace ed ha prodotto i frutti sperati, risarcendo, almeno in parte, i danni arrecati alle praterie. Con il progetto è stato realizzato, per la prima volta in Italia e nel Mediterraneo, un monitoraggio nazionale dei trapianti di P. oceanica effettuati negli ultimi 20 anni e contemporaneamente sono stati analizzati i decreti di VIA nazionale relativi alle opere costiere che hanno generato impatti sulle praterie di posidonia contribuendo a comprendere cosa, a livello procedurale, abbia contribuito o meno all’efficacia dei trapianti prescritti come misura di compensazione.

Nel saluto di apertura ai lavori della giornata il Presidente di ISPRA, Stefano La Porta, ha precisato che grazie al lavoro svolto nel progetto Life SePosso “oggi sappiamo cosa fare per rendere i trapianti più efficaci di prima e quale processo adottare per ottenere i risultati migliori sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista amministrativo, siano essi realizzati come misura compensativa o per ripristinare praterie degradate. Abbiamo indicazioni tecnico scientifiche, approfondimenti procedurali in ambito dei procedimenti più complessivi di autorizzazione ambientale, una piattaforma digitale innovativa che proietta la gestione dell’ambiente verso la trasformazione digitale anche delle pubbliche amministrazioni quindi un insieme di strumenti che oggi permetteranno di ripristinare e proteggere le praterie di Posidonia oceanica al meglio”.

palco dell'eventoIn questo articolo tratteremo solo alcuni temi emersi nei vari interventi dei protagonisti del progetto, primi fra tutti Tiziano Bacci e Barbara La Porta che per ISPRA hanno coordinato il progetto ed insieme ai partner e ai numerosi attori coinvolti, hanno verificato l’esito dei trapianti realizzati, ad oggi, in Italia e curato la pubblicazione di due manuali, quali specifici strumenti per migliorare i trapianti di P. oceanica :

 

Il tema della governance è stato ampiamente trattato dal progetto soprattutto per capire come le decisioni prese, in materia di trapianti, vengono messe in atto e proposte ai vari stakeholder e al pubblico; una buona governance potrebbe infatti aiutare a migliorare l'accettabilità da parte dell'opinione pubblica dei trapianti di P. oceanica prescritti per legge. Nelle 4 aree di studio il CNR-IAS (partner LIFE SEPOSSO) ha effettuato uno studio classico di analisi di Governance, attraverso questionari semistrutturati e interviste a 124 stakeholder appartenenti a varie categorie (cittadino, scienziati, politica, ecc) e verificato se la convenzione di Aarhus, che invita gli Stati a garantire l’accesso del pubblico alle informazioni, fosse stata attuata. I risultati principali della Governance Analysis, illustrati da Fabio Badalamenti, hanno mostrato che c’è una scarsa informazione sulle funzioni ecosistemiche di P. oceanica, sul ruolo come capitale naturale e anche una scarsa informazione sull’efficacia dei trapianti locali, una mancanza di trasparenza dell’intero processo decisionale e un’alta complessità dell’intero flusso procedurale della VIA. L’analisi ha portato anche alla definizione di possibili soluzioni per attuare una buona governance attraverso varie misure come: l’adozione di un Piano di comunicazione mirato a diffondere ampiamente le informazioni prima di effettuare il trapianto; l’introduzione della figura del Mediatore scientifico per coinvolgere gli stakeholder e per la gestione dei conflitti attraverso un dibattito pubblico e/o un ‘inchiesta pubblica prima di effettuare il trapianto.

Un’altra sfida del progetto è stata quella di sviluppare approfondimenti e utility di potenziamento dell’efficienza, efficacia e trasparenza nella governance della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per verificare come interviene sulla gestione delle praterie di posidonia. In Italia, le prescrizioni di specifici decreti della Commissione di VIA individuano il reimpianto come uno strumento di mitigazione e compensazione del danno indotto sulle praterie di P. oceanica da opere e infrastrutture costiere. Anna Cacciuni – ISPRA ha illustrato i risultati di questa attività che ha riguardato una ricognizione a partire dal 2000, tramite database I.De.A. di Ispra e portale VIA del MiTE, di 32 Decreti di VIA per la realizzazione e ampliamento di porti, gasdotti-oleodotti, rigassificatori, elettrodotti e altre opere che vanno ad impattare sulle praterie di posidonia con conseguenti prescrizioni relative a numerose condizioni ambientali importanti per questa pianta marina. L’esame di tutta la documentazione, avvenuta in collaborazione con tutti i partner del progetto, ha portato a formulare proposte di aggiornamento per gli aspetti delle procedure di VIA legati a posidonia e sono stati realizzati due prodotti che riguardano questo habitat prioritario e le indicazioni per migliorare l’enunciazione delle prescrizioni per quanto riguarda le praterie.

Tra i vari interventi degli stakeholder coinvolti dal progetto è intervenuta per Regione Toscana, Valentina Menonna, che ha precisato il ruolo dell’autorità regionale per la gestione delle praterie di posidonia (protette come SIC ZSC) rispetto alle procedure di VIA anche nell’ottica di una più efficace pianificazione dello spazio marittimo. In particolare nell’ambito del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) istituito per la tutela del delfino costiero tursiope sono state introdotte misure sito specifiche, come il divieto di pesca a strascico per tutelare determinate tipologie di habitat come le praterie di posidonia. Nella gestione di queste praterie la Regione Toscana attua il monitoraggio della qualità delle acque marino costiere volto anche a conoscere e quindi tutelare lo stato di salute delle praterie di posidonia, così come previsto dalla Direttiva Quadro sulle Acque e la Direttiva Marine Strategy; Regione Toscana sarà in definitiva un utilizzatore delle due Linee guida in sede di VIA, elaborate dal progetto, che insieme agli altri strumenti che il Life SePosso mette a disposizione (ad es. database con prescrizioni comuni) rappresentano un aiuto al miglioramento della governace a supporto delle decisioni.

subacqueiIl progetto è stato una importante sfida anche per ARPAT e Cecilia Mancusi è intervenuta per precisare il ruolo ed il contributo della nostra Agenzia in questo progetto, che in qualità di partner  ha partecipato con tre livelli di attività: con il suo Settore VIA/VAS ha contribuito alla revisione delle procedure VIA adottate per la realizzazione di opere costiere, analizzando nel dettaglio diverse procedure di VIA che negli ultimi dieci anni in Toscana prevedevano impatti diretti e indiretti su P. oceanica come compensazione degli impatti associati, come nel caso del progetto di ampliamento del Porto di Piombino, riscontrando solo pochi casi di procedimenti ben fatti e strutturati e quindi la necessità di implementare questo aspetto anche con gli strumenti messi a disposizione dal progetto. Inoltre l’impegno importante è stato di tipo tecnico con il Settore Mare dell’Agenzia che ha contributo al monitoraggio nei siti di trapianto di P. oceanica anche attraverso il nucleo di operatori subacquei che hanno collaborato con Ispra e altri tecnici per raccogliere informazioni sott’acqua e contribuendo anche grazie all’informazione pregressa sui casi toscani che sono stati presi in considerazione nell’ambito del progetto; ed infine con il Settore Comunicazione ha contribuito a diffondere i contenuti del progetto e stimolare il coinvolgimento dei cittadini sull'importanza delle praterie e dei trapianti di posidonia. Con la costituzione del Sistema nazionale per la protezione ambientale l’esperienza di ARPAT nel Life SEPOSSO può essere trasferita a realtà simili in modo tale che le praterie di posidonia vengano gestite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

La registrazione dell’evento è disponibile sul sito del progetto insieme ai prodotti realizzati: Manuali e Linee Guida, Report, Pubblicazioni scientifiche, kit didattico e documentario Posidonia oceanica, prendiamocene cura.


Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita




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