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Lunedì 11 ottobre 2021

Siglato il Protocollo per la sicurezza nell’area del porto di Livorno


Sinergia e collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali per elevare standard di sicurezza e favorire competitività e sostenibilità dell’area industriale e portuale

Siglato il Protocollo per la sicurezza nell’area del porto di Livorno

Foto di cogitosergiosum da Pixabay

È stato firmato venerdì 8 ottobre 2021 a Livorno il Protocollo per la promozione della sicurezza del lavoro nel porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell’area portuale, tra Regione Toscana e tutti gli enti e istituzioni che hanno un ruolo per la sicurezza nel porto, ARPAT, Ausl Toscana nord ovest, Direzione marittima di Livorno, Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Ispettorato interregionale del lavoro, Inail, Direzione regionale Vigili del fuoco Toscana, Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti.

Il Protocollo, precedentemente approvato con delibera di Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità, è stato illustrato al Comitato regionale sulla sicurezza sul lavoro ed ha la finalità di elevare gli standard di sicurezza sul lavoro dell’area del porto con azioni e progetti, che interessano sia l’ambito portuale sia gli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, garantendo integrazione e omogeneità di azioni tra tutti gli enti e istituzioni, preposti a fare controlli e a programmare attività in materia, nel rispetto delle rispettive competenze.

Il porto di Livorno si colloca, infatti, in un’area particolarmente critica dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, in quanto agli elevati rischi derivanti dall’attività portuale si aggiungono i rischi dovuti alla presenza di numerose industrie a rischio incidente rilevante.

Il nuovo Protocollo intende potenziare l’attività già avviata dal 2015 di promozione, diffusione e consolidamento della cultura della salute e sicurezza in ambito portuale, con particolare attenzione al rischio da “interferenze”, previsto dal decreto legislativo 81/2008, adottando misure condivise tra i vari enti per migliorare la qualità e le condizioni di lavoro e per favorire la competitività delle imprese e la sostenibilità.

"La sinergia tra tutti i firmatari del documento darà un valido contributo per azioni concrete, finalizzate al potenziamento della sicurezza sul lavoro” ha commentato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, “con questo Protocollo intendiamo, infatti, dare una spinta ulteriore alla programmazione di iniziative e azioni, per favorire la sicurezza e la salute dei lavoratori, ponendo massima attenzione alle realtà più esposte ai rischi di infortunio”.

“La Toscana è in prima linea contro gli incidenti sul lavoro, che colpiscono al cuore la nostra comunità”, ha ricordato poi l’assessore alla sanità Bezzini, “La cultura dei diritti e del lavoro rappresenta una priorità assoluta: stiamo rafforzando tutti gli strumenti e mettendo in campo nuove azioni, per contrastare questo fenomeno ed evitare altre tragedie”.

Il Direttore di ARPAT Pietro Rubellini ha evidenziato, in funzione del ruolo svolto dall’Agenzia di protezione ambientale, che “il luogo di lavoro non è avulso dall’ambiente, ma vi è strettamente connesso per questioni di salubrità”.

La problematica degli infortuni sul lavoro è ancora di attualità nella città labronica, che è stata teatro di recente di un’altra vittima nel porto. “Per la città di Livorno il tema della sicurezza del lavoro e della prevenzione del rischio di incidenti e infortuni è di prioritaria importanza “e nel Protocollo ci sono veri strumenti operativi per prevenirli in ambito portuale”, ha detto Luca Salvetti, sindaco di Livorno, “è nostro dovere continuare a impegnarci al massimo e vigilare, perché vengano rispettate le norme antinfortunistiche a tutela della salute e della sicurezza dei nostri lavoratori".

Un ruolo fondamentale sarà svolto anche dai servizi di prevenzione, igiene e sicurezza sul lavoro, ha precisato Maria Letizia Casani, direttrice generale dell’Azienda Usl Toscana nord ovest, mettendo l’accento sulla promozione della cultura della prevenzione in porto. Non ci può essere lavoro sicuro, senza un lavoro regolare: servono più controlli su tutti gli aspetti che incidono sulla sicurezza compresi gli orari osservati, i turni svolti e molto altro.

In questo senso, il Capo dell’Ispettorato del Lavoro Giovanni De Paulis ha confidato di poter avere 800 nuovi ingressi entro la fine dell'anno e complessivamente duemila persone nel prossimo biennio per potenziare la forza ispettiva, nell’ottica della massima collaborazione interistituzionale.

Pietra angolare del documento, come evidenziato dal contrammiraglio delle capitanerie di porto Gaetano Angora, è “l’unione di esperienze, professionalità e sinergie. In questo senso è prezioso anche il coinvolgimento degli imprenditori della portualità, oltre che dei sindacati”. 

Grazie all’opera di formazione svolta dai Vigili del Fuoco, in questi anni, si è diffusa una cultura della sicurezza presso gli addetti del settore, ha evidenziato il comandante provinciale di Firenze Gennaro Tornatore e si è assistito ad una riduzione degli incendi a fronte di un aumento delle segnalazioni di carattere ambientale.

Il tema del dialogo tra imprese e la definizione di standard di sicurezza sempre più alti grazie ad un incremento delle attività di controllo, sono stati poi i temi del Protocollo illustrati da Luciano Guerrieri, Presidente dell’Autorità portuale del mar Tirreno settentrionale.

Con il nuovo protocollo la regia politica dell’attività è assegnata al Comitato regionale sulla sicurezza sul lavoro, mentre sul piano operativo le funzioni sono assegnate al Gruppo tecnico che

  • predispone un piano di attività annuale, da sottoporre all’approvazione del Comitato che individua le problematiche in materia di sicurezza;
  • stabilisce i criteri per lo sviluppo del sistema di sorveglianza sugli infortuni, il coordinamento delle attività di vigilanza e il controllo in materia di sicurezza di tutti i soggetti firmatari, ed anche i criteri per le modalità congiunte di ispezione;
  • promuove interventi formativi e informativi negli ambiti lavorativi ritenuti maggiormente a rischio.

Braccio operativo del Gruppo tecnico è il “nucleo operativo”, a cui partecipano anche rappresentanti delle parti sociali, sindacali e datoriali.

Testo di Simona Cerrai


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