La qualità dell'aria in Toscana nel 2024
Pubblicata la relazione annuale
I dati raccolti nella relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella regione Toscana relativa al monitoraggio dell’anno 2024, recentemente pubblicata sul sito Web dell’Agenzia, confermano sostanzialmente le anticipazioni fornite ad inizio anno, ovvero una situazione complessivamente positiva per la qualità dell’aria in Toscana.
In particolare, nel 2024, per il primo anno dall’inizio del monitoraggio del biossido di azoto, in tutto il territorio sono stati rispettati i limiti di normativa per questo parametro, compreso il limite relativo alla media annuale di 40 μg/m3.
La maggiore criticità è rappresentata dal rispetto dei valori obiettivi per l'ozono, che non sono raggiunti in buona parte del territorio, inoltre si conferma una criticità puntuale per PM10 legata ad un solo sito di monitoraggio, ovvero la stazione di fondo della zona della Piana lucchese di LU-Capannori.
Per approfondire alcuni elementi emersi dalla relazione, abbiamo rivolto alcune domande a Bianca Patrizia Andreini, responsabile del Settore Centro regionale per la qualità dell'aria nonché curatrice della relazione stessa.
Analizzando i dati forniti dalla Rete Regionale di monitoraggio di qualità dell’aria, quale panoramica emerge dal confronto con i futuri limiti normativi stabiliti dalla nuova Direttiva europea 2881/2024?
La nuova Direttiva 2881/2024 impone al 2030 limiti molto più restrittivi rispetto agli attuali; pertanto, la situazione della nostra regione risulta meno positiva se confrontata con tali limiti.
Se andiamo, ad esempio, a guardare i dati di Particolato PM10 e PM2,5 del 2024, questi rilevano superamenti dei limiti sia annuali che giornalieri della nuova Direttiva in tutte le zone della Toscana. Quanto invece al biossido di azoto, 7 postazioni di traffico su 10 superano il valore limite sulla media annuale.
La direttiva dovrà essere recepita in Italia entro novembre 2026 e i limiti dovranno essere rispettati al 2030 e entro la fine del 2028 tutte le regioni dovranno effettuare le loro valutazioni sulla rispettiva possibilità di rispetto dei limiti al 2030 ed eventualmente attivare i percorsi previsti dalla direttiva per la richiesta di proroga.
Nel 2024 il monitoraggio del PM presso il sito di LU-Capannori è stato integrato con un contatore ottico di particelle che restituisce le concentrazioni orarie delle diverse frazioni di particolato. Cosa emerge dall’analisi?
Le frazioni di particolato analizzate sono PM1, PM2.5, PM4 e PM10. In inverno, le medie delle 4 frazioni sono state simili tra loro e la percentuale di PM1 nel PM10 è stata superiore al 70%, con massimo a dicembre in cui il PM1 è stato mediamente pari al 84% del PM10.
Sono stati quindi analizzati tutti i giorni del 2024 in cui è stato registrato un superamento della media giornaliera di 50 mg/m3, compresi quelli attribuiti a fenomeni di trasporto di polveri di origine naturale. Emerge che, nei giorni di superamento, la composizione del PM è stata essenzialmente fatta da polveri sottili con concentrazioni di PM1 poco inferiore a quelle del PM10, eccetto che nei giorni di avvezione, in cui la composizione è risultata, come atteso, sostanzialmente diversa. L’andamento orario evidenzia un netto aumento dei livelli nelle ore serali e notturne con la frazione di PM10 costituita oltre il 90% di PM1, quando le fonti dovute al riscaldamento domestico sono prevalenti.
Lo scorso anno, presso il sito di LU-Capannori e la stazione di traffico di FI-Mosse, è stato monitorato il Black Carbon (BC): che cosa emerge dalle elaborazioni dei dati?
Le medie annuali complessive di Black Carbon registrate nel 2024 nei due siti sono molto simili; tuttavia, sostanziali sono le differenze tra i due siti nella distribuzione dei valori orari, negli andamenti e nelle percentuali attribuibili alla combustione di biomassa. La percentuale attribuibile a quest’ultima è stata in media nell’anno rispettivamente il 34% (LU-Capannori) e il 19% (FI-Mosse) del Black Carbon totale, nei mesi invernali il 65% del Black Carbon è composto dalla frazione attribuibile alla combustione di biomasse a LU-Capannori, mentre a FI-Mosse è il 35%.
La regione Toscana è regolarmente raggiunta da masse d’aria che portano con sé le frazioni del materiale particolato, che, dalle alte quote dell’atmosfera, passa a livello del suolo. Che incidenza hanno avuto sui dati registrati dalla Rete regionale di rilevamento queste sabbie sahariane nel 2024?
L’analisi degli episodi avvettivi dell’anno 2024 ha messo in evidenzia la stima di 19 principali giorni riferibili a contributi naturali di polveri, avvenuti nella stagione della primavera e dell’estate; l’episodio della primavera è stato significativo, sia per la durata, sia per il carico del contributo naturale di polvere (96 % del PM10 giornaliero misurato dalla stazione di Casa Stabbi). Fra questi 19 eventi, 9 hanno determinato nelle stazioni di rete regionale superamenti del valore limite giornaliero in modo differenziato tra le varie stazioni. L’analisi evidenzia che potrà essere applicata la sottrazione di 5 e 6 giorni dal numero totale dei giorni di superamento.
Il numero degli episodi avvettivi del 2024 è sostanzialmente allineato a quello del biennio precedente, ma più elevato rispetto al periodo 2016-2020. I contributi di polveri naturali medi del 2024 risultano invece più elevati rispetto a quelli degli anni precedenti.