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Mercoledì 02 novembre 2022

Annuario dati ambientali 2022: acque marino costiere


Nel triennio 2019-2021 lo stato ecologico risulta elevato/buono per tutti i corpi idrici sottoposti a monitoraggio, fanno eccezione quelli di costa del Serchio e costa Albegna che risultano in classe sufficiente mentre lo stato chimico risulta “non buono” per tutti i corpi idrici costieri della Toscana

Prosegue la nostra attività di anticipazione di alcuni dati ambientali contenuti nell’Annuario 2022 che pubblichiamo, ormai da diversi anni, nel periodo autunnale. In questa notizia presentiamo i dati ambientali 2021 relativi allo stato ecologico e chimico delle acque marino – costiere della Toscana.

I risultati del monitoraggio per il triennio 2019-2021 - stato ecologico

Nel triennio 2019-2021, lo stato ecologico risulta elevato/buono per tutti i corpi idrici sottoposti a monitoraggio, fanno eccezione i corpi idrici di costa del Serchio e costa Albegna che risultano in classe sufficiente.

Costa Albegna, purtroppo, mantiene la classe sufficiente che la caratterizza ormai da due trienni, 2019-2021 e 2016-2018. Altri corpi idrici, invece, cambiano classe, come nel caso di

  • costa Rosignano che abbandona la classe sufficiente per approdare in classe buona
  • costa del Serchio, che, invece, realizza il percorso inverso.

Per il triennio 2019-2021 il giudizio di qualità ecologica dei corpi idrici costieri è la seguente:

  • 25% elevato
  • 63% buono
  • 12% sufficiente.

Come si determina lo stato ecologico

La definizione dello stato ecologico, ovvero la qualità delle acque di un corpo idrico viene determinata ogni tre anni e tiene conto

  • delle informazioni provenienti dagli elementi di qualità ecologica (EQB), che sono: biomassa fitoplanctonica, macroalghe, macrozoobenthos e Posidonia oceanica
  • dei dati ottenuti dall’analisi degli elementi chimico – fisici a sostegno previsti dall’indice TRIX e dagli inquinanti chimici non prioritari elencati nella tabella 1/B del D.Lgs 172/2015.

I livelli di classificazione di qualità ambientale sono 5, in ordine decrescente : “Elevato”,“Buono”, “Sufficiente”, “Scarso”, “Cattivo”.

Cosa viene campionato dalle stazioni di monitoraggio e quali analisi vengono realizzate per la determinazione dello stato ecologico

La rete di monitoraggio dei 16 corpi idrici delle acque marino costiere della Toscana è composta da 19 stazioni, individuate di concerto con la Regione Toscana (Delibera Giunta Regione Toscana n. 608/2015), nelle quali, per la determinazione dello stato ecologico, vengono effettuate:

  • lungo la colonna d’acqua: misure di temperatura, salinità, ossigeno disciolto, pH, clorofilla “a” e trasparenza;
  • nello strato superficiale: analisi quali-quantitative del fitoplancton azoto e fosforo inorganico disciolto, fosforo e azoto totale, silicati e inquinanti non prioritari della tabella 1/B del D.Lgs 172/2015
  • sui fondali, analisi delle principali biocenosi bentoniche (macrofite, prateria di Posidonia oceanica, comunità di macroinvertebrati).

Come si determina lo stato chimico, cosa viene campionato e quali analisi vengono effettuate

Il personale ARPAT campiona 16 corpi idrici sia per l’acqua che i pesci e 9 per i molluschi bivalvi.
Per classificare lo stato chimico dei corpi idrici è necessario monitorare le sostanze prioritarie della tabella 1/A del decreto legislativo n. 172/2015 che devono essere ricercate sia sulla matrice acqua che sul biota, differenziando quali siano i parametri da verificare nei molluschi/gasteropodi e quali nei pesci.

I risultati del monitoraggio per il triennio 2019-2021 - stato chimico

Lo stato chimico risulta essere “non buono” per tutti i corpi idrici delle acque marino costiere della Toscana, confermando quanto già osservato nel triennio precedente (2016-2018). Questa classificazione è dovuta, in particolare, alla presenza di mercurio e difenileteri bromurati (PBDE) in concentrazioni superiori allo standard di qualità ambientale ( di seguito SQA) nei pesci (biota).

Per quanto riguarda il mercurio, la sua presenza è dovuta sia a cause naturali, come le note anomalie geochimiche della costa maremmana (Amiata e Argentario) o dell’alta Val di Cecina, che a fattori antropici (attività minerarie e produzioni industriali con utilizzo di celle elettrolitiche a mercurio, ad esempio), mentre i PBDE sono ritardanti di fiamma sintetici di origine esclusivamente industriale (impiegati in molti prodotti plastici, tessili, elettronici ed altro ancora  per aumentarne le caratteristiche ignifughe) e persistenti nell’ambiente.

In entrambi i casi si tratta di sostanze che tendono ad accumularsi nella rete trofica (bioaccumulo e biomagnificazione) e che anche qualora venissero eliminate (o sostituite) nelle produzioni industriali (come accaduto, ad es., per lo stabilimento Solvay di Rosignano) continuerebbero ad essere rilevate in quantità consistenti.

Oltre che per mercurio e PBDE, sono stati registrati superamenti anche per altri parametri sia nei pesci che nelle acque ed in un caso anche nei molluschi. Le sostanze che eccedono lo standard di qualità ambientale (SQA) risultano differenti nei diversi corpi idrici in cui è suddivisa la costa toscana e la loro presenza è rilevata nell’acqua e/o nei molluschi e/o nei pesci.

Nel complesso, emerge la permanenza di criticità diffuse ma si registra una leggera diminuzione nelle concentrazioni di molti inquinanti prioritari, soprattutto nelle acque, che nell’ultimo triennio, per il 44% risultano non conseguire lo stato chimico buono a fronte del 100% rilevato nel triennio precedente (2016-2018).

Entrando nel dettaglio dei campionamenti e dei risultati ottenuti dal monitoraggio delle sostanze inquinanti contenute nei molluschi e dei pesci emerge un quadro variegato.

Le analisi su cozze (Mytilus galloprovincialis) e arselle (Donax trunculus) hanno evidenziato superamenti per gli SQA solo per diossina e composti diossina-simili (PCDF+PCDD+PCB-DL) in Costa Argentario.

Dalle analisi sui pesci, invece, oltre alla presenza, come già visto, di mercurio e dei difenileteri bromurati (PBDE) in tutti i corpi idrici costieri, emergono i seguenti superamenti degli standard ambientali:

  • l’acido perfluorottansolfonico (PFOS) in 7 corpi idrici (Costa pisana, livornese, del Cecina, di Punta Ala, dell’Ombrone, dell’Uccellina e dell’Argentario)
  • l’esaclorobenzene in 4 corpi idrici (Costa Rosignano, dell’Uccellina, di Punta Ala e dell’Argentario)
  • diossina e composti diossina-simili (PCDF+PCDD+PCB-DL) in 4 corpi idrici (Costa livornese, di Follonica, di Punta Ala e dell’Argentario).

Questi inquinanti organici persistenti (POP) e bioaccumulabili derivano da pratiche produttive del passato, che, oggi, sono in gran parte fortemente limitate o vietate:

  • il PFOS è una sostanza utilizzata per la sua resistenza alle alte temperature, ai grassi e all’acqua nell’industria tessile, nei rivestimenti di carta ad uso alimentare, nelle pentole antiaderenti nonché in schiume antincendio; il suo utilizzo è stato fortemente ridotto per la pericolosità sulla salute umana
  • le diossine (PCDD), furani (PCDF) ed i composti diossina-simili (PCB-DL) derivano da processi naturali di combustione (come gli incendi di foreste o le emissioni di gas dei vulcani) oppure da specifiche attività umane quali l'incenerimento di rifiuti o i processi di produzione industriale, come sottoprodotto indesiderato
  • l’esaclorobenzene è un pesticida organoclorurarto usato come fungicida e preservante del legno, il cui uso in Europa è stato vietato dalla Convenzione di Stoccolma nel 2001.

Come già detto per il mercurio e gli PBDE, si tratta di inquinanti che non vengono biodegradati e che permangono nell’ambiente per centinaia o migliaia di anni; il loro uso è stato molto diffuso nel tempo, per questo, oggi, si continuano a trovare in concentrazioni più o meno elevate ed in varie matrici (acqua, pesci, molluschi, ecc.) anche se le fonti di nuova introduzione sono state quasi tutte eliminate. Essendo tutte sostanze con effetti tossici sia per gli organismi acquatici che pericolosi per la salute umana devono essere costantemente monitorate e studiate, insieme ad altri inquinanti che via via vengono prodotti dalle attività antropiche.

ARPAT esegue anche campionamenti di sedimenti marini nei 16 corpi idrici monitorati, non utilizzandoli nella classificazione ma solo per una migliore interpretazione dei dati ambientali. I campionamenti, previsti con frequenza annuale, sono volti alla ricerca di tutti i parametri contenuti nelle tabelle 2/A, 3/A e 3/B del D.Lgs.172/2015.

Visualizza i dati ambientali:

Approfondisci leggendo il rapporto ARPAT Monitoraggio acque marino costiere della Toscana - Attività di monitoraggio 2019-2021


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