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Martedì 07 settembre 2021

Mobilità su due ruote: intervista alla presidente Fiab Livorno


Carol Ferretti, presidente Fiab di Livorno, risponde alle nostre domande sulla mobilità dolce su due ruote nella provincia livornese

Mobilità su due ruote: intervista alla presidente Fiab Livorno

Foto di Zhivko Dimitrov da Pixabay

Continuano le nostre interviste ai/alle presidenti dei circoli FIAB presenti nella nostra regione, questa è la volta di Carol Ferretti, che guida il circolo livornese da meno di un anno, coadiuvata da un consiglio direttivo composto da quattro donne. Di sé dice: "Ho scoperto questa associazione ormai diversi anni fa grazie al mio attuale compagno che mi ha fatto salire in sella alla scoperta dei nostri quartieri e dei nostri territori ma con occhi diversi. Nella vita sono anche un architetto per cui la nuova prospettiva mi fa sognare la mia città bella, sana, sicura e giusta. Perché così diventa una città se chi può andare in bici sale su una sella lasciando l’auto a chi non ha la fortuna di fare lo stesso".


Come valuta la rete di piste ciclabili presenti nella provincia di Livorno? Sono in grado di soddisfare la richiesta di mobilità su due ruote nel territorio?

Non è una vera e propria rete, sebbene ci sia una richiesta di mobilità dolce e infrastrutture dedicate da parte dei cittadini. Una rete prevede dei collegamenti sicuri e continui per lunghi tratti, presenza di segnaletica, posteggi, accesso ai luoghi strategici quali il porto, le scuole, l’area mercatale e l’ospedale.

A che punto siamo con la ciclovia tirrenica, in particolare nel tratto che attraversa la provincia di Livorno? Questa infrastruttura avrà una funzione più ciclo turistica o favorirà anche gli spostamenti in bicicletta di tipo quotidiano favorendo in particolare i tragitti casa-lavoro e casa-scuola?

L’argomento ciclovia tirrenica, da molti anni, rimbalza sui giornali locali e nei corridoi del palazzo civico ma poche azioni si sono concretizzate. A conclusione della stagione estiva ci è stato promesso che partiranno i cantieri per prolungare il tratto lungomare, a nord fino al Calambrone e a sud fino al quartiere di Antignano, quindi la porzione urbana della ciclovia dovrebbe concludersi. La città di Livorno, nei collegamenti a nord e sud, è piuttosto svantaggiata perché da un lato c’è il porto e dall’altro il tratto del Romito, strada statale, quindi molto trafficata anche dai mezzi pesanti.

Due saranno i passaggi significativi a livello di pianificazione e successiva realizzazione: il Piano Operativo del Porto Passeggeri, quindi la possibilità preziosissima di collegare il porto con la ciclovia, e un accordo con l’ANAS per realizzare una ciclabile lungo il Romito. L’infrastruttura futura sarà una risorsa importante anche per gli spostamenti quotidiani: a nord nella zona di Calambrone sarà a servizio di molti luoghi di lavoro e della costa pisana, luogo frequentato nella stagione estiva anche dai livornesi. A sud potrà collegare la frazione di Quercianella con il centro città e nuovamente servire tutti i bagnanti che frequentano solitamente “gli scogli” in estate. Infine la ciclovia tirrenica permetterebbe a tutti i ciclisti di raggiungere la città di Pisa e viceversa.

bicicletta_donna

 Per quanto riguarda, invece, il tema della mobilità su due ruote e la scuola, ci sono sul territorio iniziative di bici bus? Le piste ciclabili esistenti passano in prossimità delle scuole, oppure non tengono conto dell’ubicazione delle stesse?

Nella città non ci sono iniziative di questo tipo, ha preso invece un po’ più coraggio l’iniziativa di pedi-bus che in alcune scuole è diventato ormai un’abitudine consolidata. Purtroppo però il numero di scuole aderenti è molto esiguo e si fatica a diffonderlo soprattutto perché non ci sono piste in prossimità delle scuole primarie. Al contrario, solo l’anno scorso, è stata realizzata una pista a servizio del maggiore gruppo scolastico di secondarie ma ancora non è stata collegata con le piste esistenti. Tra le osservazioni al PUMS inviate fine 2020 si chiedeva appunto una maggiore progettazione delle strade scolastiche e dei collegamenti sicuri in sede protetta.

In che modo FIAB ha preso parte all’elaborazione del PUMS adottato di recente a Livorno e nello specifico cosa prevede per la mobilità su due ruote?

FIAB ha partecipato in modo molto attivo sin dal primo momento. Sin da principio è stato fornito
moltissimo materiale alla società Sintagma, incaricata della redazione del Piano e aiutato a comprendere lo stato di fatto. Durante i tavoli alcuni attivisti erano presenti per portare alla luce problematiche e tematiche che avevamo a cuore come la ciclovia tirrenica, gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, i collegamenti con il porto passeggeri, la sicurezza e non di meno l’accesso alle nostre colline quindi i collegamenti con i Comuni di Rosignano, Collesalvetti e Pisa. Pensavamo che sebbene il nostro PUMS fosse in ritardo rispetto ad altri, toscani e italiani, avessimo la fortuna di redigerlo in era post-COVID19 quindi ci aspettavamo che la mobilità dolce prendesse finalmente il dovuto spazio all’interno della progettazione urbana, invece gli obiettivi fissati e le strategie adottate sono per lo più anacronistiche rispetto ai tempi e le considerazioni attuali.

Tra i contributi che FIAB Livorno ha offerto e che con successo sono stati inseriti dentro il PUMS,
sono le Greenways. Grazie agli anni passati in sella alle nostre bici e camminando tra le nostre colline siamo stati in grado di tracciare cinque percorsi ciclopedonali che partendo dal mare collegano la città con gli accessi al Parco dei Monti Livornesi.

Come valuta le cosiddette piste pop-up, ovvero quelle delineate da una semplice segnaletica su strada, che, di recente, sono nate in molte città? Queste piste potranno invogliare le persone a cambiare le abitudini di spostamento o saranno viste come poco sicure e quindi non abbastanza utilizzate?

Importante precisare che le corsie ciclabili non sono la soluzione a tutti i mali, sono un compromesso tra il nulla e una vera pista ciclabile e come tali devono essere proposte dalle Amministrazioni e accolte dagli utenti. Se in una strada nella quale necessariamente devono passare anche le auto, comunque a velocità 30km/h in ambito urbano, la corsia ciclabile aiuta a dare risposta a entrambi gli utenti, ben venga la sua realizzazione. Al contrario laddove è possibile fare una pista ciclabile ma magari si ha paura di togliere qualche posto auto, la corsia ciclabile non deve essere ammessa. Ormai anche nella nostra città sono apparsi alcuni “esemplari” e vedo molti ciclisti utilizzarle serenamente. Purtroppo anche alcuni automobilisti in sosta le utilizzano serenamente, ma questo è un altro problema.

Cosa pensa degli incentivi dati, di recente, a livello governativo per acquistare biciclette, monopattini e simili? Per affermare la mobilità su 2 ruote, va incentivato l’uso o l’acquisto di mezzi?

bicicletta_tramontoSono decenni che lo Stato mette a disposizione incentivi per acquistare auto, finalmente uno dedicato all’acquisto di biciclette! Gli incentivi offerti sono stati senza dubbio una spinta a un mercato già in crescita da alcuni anni. Ho visto negozi di bici senza bici perché non avevano abbastanza magazzino e file fuori per acquistarne una. Adesso in città mi sembra di vedere aumentato il numero di bici circolanti, soprattutto e purtroppo, nel weekend e non come uso quotidiano ma non è ancora stata eseguita un’indagine in tal senso. Il problema rimane la paura del furto dovuto a una scarsa offerta di posti sicuri in cui lasciarle.

Sicuramente incentivare l’uso e l’acquisto di bici e simili è una strategia ma un segnale davvero
rivoluzionario che lo Stato potrebbe dare, sarebbe offrire degli importanti incentivi se acquistando una bici viene data indietro un’auto.

Da una parte le biciclette a pedalata assistita e gli altri mezzi con batteria ricaricabile ci allontanano, al momento, dall’obiettivo zero emissioni, in quanto l’energia è ancora prodotta per lo più da fonti fossili, dall’altra avvicinano alla mobilità dolce un numero di persone che altrimenti non sarebbe state interessate a cambiare il loro modo di muoversi; secondo lei, sono maggiori i vantaggi o gli svantaggi? Meglio avere più persone su biciclette, monopattini e simili anche a batteria con emissioni di gas effetto serra o puntare all’emissioni zero e combattere in modo determinato il cambiamento climatico?

Le biciclette a pedalata assistita permettono a tutti o quasi di salire in sella, praticare dell’attività fisica dolce e promuovere l’uso della bici in ambito urbano oltre che diffondere il cicloturismo, volano per rilanciare piccoli borghi e l’economia connessa. Gli effetti benefici si ripercuotono sul numero nettamente inferiori di feriti e morti in strada pari al 6% del PIL nazionale (pari a € 1900 per abitante), sui costi della sanità legati alla sedentarietà e all’inquinamento (rispettivamente pari a 5.6 milioni e 3.2 milioni di morti nel mondo all’anno. Fonte OMS) e ai costi sociali in termini di qualità della vita. In conclusione, potendo scegliere, direi di preferire bici a impatto zero ma se questo significa scegliere l’auto come mezzo di trasporto per spostamenti urbani (sotto ai 5km) allora ben venga la bici a pedalata assistita.

La strada è sempre più contesa tra veicoli di varia natura, auto, moto, biciclette, monopattini e altri mezzi ancora, talvolta, si rasentano situazioni di conflitto, cosa si può fare per farsì che ci sia un maggiore rispetto tra i diversi fruitori?

Il primo intervento che dovrebbe esser fatto è coinvolgere i giornalisti in questo tema, far loro
comprendere come i loro articoli e titoli possano influire nell’opinione collettiva e generare conflitto. Il tema della sicurezza stradale non può essere banalizzato con parole tipo “auto investe ciclista”.

L’auto è un oggetto inanimato semmai guidato da una persona, la quale per motivi da evidenziare, vero lavoro del giornalista, ha ucciso un’altra persona. Anche giustificare implicitamente l’autista scrivendo cose come "senza caschetto” oppure “senza giubbino catarifrangente” non fa altro che generare pregiudizio, quindi dividere gli utenti in fazioni quando ognuno di noi nell’arco della giornata o della vita è sia pedone, sia ciclista, sia autista.

Per concludere come vede il futuro della mobilità sostenibile, tra le partite anche per la ripresa post Covid 19? Ritiene che saremo in grado di realizzare un cambiamento vero in questo settore?

Nella nostra città il cambiamento è molto lento, non possiamo dire che non ci sia una maggiore sensibilità sull’argomento ma negli ultimi 10 anni poche cose sono state fatte. Spero che la sensibilità sviluppata in questo periodo pandemico faccia sentire gli Amministratori più sicuri della direzione da prendere anche facendosi forza tra loro magari riproponendo strategie già verificate altrove.

Rimane che il vero primo cambiamento dobbiamo farlo noi, ognuno di noi ogni giorno. Avere il coraggio di cambiare le proprie abitudini di spostamento ormai consolidate, lasciare il pregiudizio agli sciocchi e godere dei vantaggi dell’uso quotidiano di una bici.


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