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La classificazione delle acque di balneazione toscane per l'estate 2023

13/04/2023 11:00

La Regione Toscana l'ha definita sulla base dei risultati del monitoraggio effettuato da ARPAT la scorsa stagione balneare. Su queste acque sono già iniziati i controlli “pre-stagionali”. La campagna andrà avanti fino al 30 settembre

La Regione Toscana ha stabilito, con Decreto n.5281 del 20-03-2023, la classificazione per il 2023 delle aree di balneazione, sulla base dei risultati del monitoraggio effettuato da ARPAT la scorsa estate e nelle 3 stagioni precedenti. Prima dell’inizio di ogni stagione, infatti, alle acque di balneazione è attribuita una delle 4 classi di qualità valide in tutta Europa: eccellente, buona, sufficiente, scarsa. Al contempo la Regione ha anche approvato, per la stagione balneare 2023, l’elenco dei divieti permanenti di balneazione per motivi indipendenti da inquinamento (aree portuali, riserve naturalistiche, ecc.) e quelli per motivi igienico sanitari.

Su tutte le 276 aree individuate, l’Agenzia, a partire dal 1° aprile e fino al 30 settembre, effettua misure e prelievi delle acque con frequenza almeno mensile, analizzando due parametri microbiologici, Escherichia coli ed enterococchi intestinali, indicatori della qualità igienico sanitaria per la tutela della salute dei bagnanti.

Andiamo quindi a vedere dove sarà consentito fare il bagno la prossima estate e quale è la qualità delle acque balneabili che emerge dai monitoraggi effettuati la scorsa estate. Abbiamo rivolto qualche domanda ad Antonio Melley, della Direzione tecnica di ARPAT, autore del report sul controllo delle acque di balneazione per la stagione 2022 nonché coordinatore del Gruppo di Lavoro per le attività relative alla balneazione dell'Agenzia.

Con questo articolo inauguriamo così una nuova formula di notizia con la quale diamo la parola ai colleghi e alle colleghe direttamente coinvolti nelle attività; chi risponde alle nostre domande lo fa naturalmente a nome del gruppo di lavoro che in Agenzia si occupa della tematica.

Le aree di balneazione

spiaggiaQuante e quali sono le aree dove la balneazione sarà consentita questa estate?
Tutte le aree di balneazione, per loro stessa definizione, sono balneabili, anche quelle che vengono classificate al di sotto della classe “eccellente”, ad eccezione di quelle di qualità “scarsa”, dove può essere emesso un divieto per tutta la stagione. In Toscana nel 2023, nessuna delle aree è risultata in classe “scarsa” e la quasi totalità (più del 95%) è “eccellente”, con solo 10 in classe “buona” ed 1 “sufficiente”.

Ci sono delle differenze significative con le aree dello scorso anno?
Ogni anno ed ogni stagione ci sono cambiamenti, spesso determinati dalle condizioni meteoclimatiche che, come tutti sanno, si stanno rapidamente modificando, con eventi di pioggia brevi ed intensi e prolungati periodi di siccità. La Toscana non fa eccezione e accade anche d’estate che le cosiddette “bombe d’acqua” mettano a dura prova il sistema fognario e di depurazione, causando l’arrivo in mare di acque contaminate ed il conseguente divieto di balneazione. Questi fenomeni, del tutto imprevedibili e casuali per localizzazione e periodo, provocano il superamento dei limiti normativi dei parametri microbiologici fino a far peggiorare la classe di una determinata area, come accaduto, ad es., per l’area di San Vincenzo Porto Sud. In altri casi, pur in assenza di eventi estremi, il solo aumento relativo delle concentrazioni batteriche porta ad un risultato analogo con cambi di classe apparentemente inspiegabili, come accaduto per alcune aree di Carrara e Massa. La stessa cosa può avvenire in senso opposto (diminuzione concentrazioni e miglioramento di classe), ma queste differenze riguardano un numero molto piccolo di aree ogni anno e nel 2022 sono solo 8 quelle che hanno visto una classificazione modificata rispetto al 2021.

Divieti permanenti di balneazione

Come abbiamo già detto, con Decreto n.5281 del 20-03-2023 la Regione ha approvato, per la stagione 2023, l’elenco dei divieti permanenti di balneazione (vedi le due tabelle a seguire).

Divieti permanenti di balneazione per cause indipendenti da inquinamento – Stagione 2023Divieti permanenti di balneazione per motivi igienico-sanitari – Stagione 2023A differenza dei divieti permanenti per motivi diversi da quello igienico-sanitario, dove non viene eseguito alcun monitoraggio, nelle aree oggetto di divieti permanenti di balneazione per motivi igienico sanitari, ovvero divieti legati a situazioni di inquinamento, ARPAT effettua controlli periodici per monitorare l'andamento della situazione e del loro stato di risanamento.

Nel 2022, in linea con quanto emerso negli anni precedenti anche se in leggero peggioramento rispetto al 2021, circa un terzo dei campioni prelevati nelle aree con divieto ha riportato valori al di fuori dei limiti normativi. Le situazioni peggiori, come sempre, sono quelle localizzate nel litorale apuano più settentrionale, ovvero nel torrente Magliano (Massa) dove il 100% dei prelievi si è rilevato non conforme, alla foce del torrente Parmignola e della fossa Maestra (Carrara) dove l’83% dei prelievi si è rilevato non conforme e nel Brugiano (Massa) dove il 50% è risultato non conforme.

Come mai stenta a migliorare la qualità di queste aree e permangono quindi i divieti? Quali le problematiche che ne ostacolano un risanamento?
foce ParmignolaLa maggior parte di questi divieti dipende dalla presenza di acque contaminate veicolate a mare da piccoli corsi d’acqua (fossi, torrenti, ecc.) che, a loro volta, sono interessati da scarichi civili e/o industriali. Come detto, nel caso di eventi piovosi intensi, i sistemi di depurazione e di collettamento non sono in grado di gestire le quantità di acque in ingresso e vengono attivati by-pass e scolmatori che le sversano nei fossi e nel mare. Accanto a queste situazioni, la cui soluzione è complicata e molto onerosa (eventuali sistemi di lagunaggio e accumulo delle acque di prima pioggia, ad es., necessitano di ampie superfici e volumi e di ingenti stanziamenti per la realizzazione di infrastrutture), vi sono ancora e purtroppo situazioni di carenze strutturali nei sistemi fognari (incompletezza delle reti, rotture, commistioni, malfunzionamenti dei sistemi idraulici, ecc.) ed un certo abusivismo (scarichi illegali). Teniamo di conto che il territorio fortemente urbanizzato ed antropizzato rende difficile (quasi impossibile) la ricerca delle cause puntuali di inquinamento, come accade nei tanti tratti di fossi “tombati” e inaccessibili. Inoltre, la separazione delle competenze tra diversi soggetti (Comuni per reti “bianche", gestori del servizio idrico integrato, consorzi di bonifica) e le poche risorse di chi deve controllare (a cominciare da ARPAT), unitamente ad alcune procedure complicate e lunghe, sono fattori che non agevolano questa battaglia per la protezione dell’ambiente e della salute umana. Infine, vi sono alcuni tratti che per la presenza di scarichi industriali (Lillatro a Rosignano, Canale Solmine a Follonica) vengono mantenuti in divieto permanente di balneazione a titolo cautelativo, anche se, dal punto di vista microbiologico, non sembrano così critici.

Accanto a questi tratti costantemente o prevalentemente inquinati, nel 2022 si è aggiunta anche la Gora delle Ferriere (Follonica), con un netto peggioramento (67% di non conformità) rispetto al 2021 quando le non conformità erano il 33%. Come possiamo spiegare questo peggioramento?
Innanzitutto, precisiamo che queste percentuali sono relative a 6 campioni ogni anno (1 al mese da aprile a settembre) per cui variazioni del tutto casuali possono facilmente influenzare il risultato. Poi nel 2022, la stagione estremamente secca fino ad agosto ha determinato che in molti casi l’apporto di acqua ai piccoli torrenti da parte degli scarichi dei depuratori fosse nettamente prevalente rispetto a quello naturale e, quindi, queste acque, anche se depurate correttamente, portassero a mare concentrazioni elevate. Questo fenomeno, accentuato dalle temperature elevate delle acque e da una ridotta circolazione costiera (scarso ricambio idrico), ha sicuramente causato una parte degli eventi di contaminazione registrati in vari divieti, tra i quali quelli del tratto apuano e della Gora delle Ferriere.

La qualità delle acque di balneazione

mare toscanoVenendo alla qualità delle acque di balneazione, la scorsa stagione, come abbiamo detto, più del 95% delle aree e più del 98% dei km di costa controllati sono risultati in classe eccellente: numeri molto vicini a quelli del 2021, quando le aree erano state il 96% ed i km di costa il 98,9%, e molto simili anche al biennio precedente. Per quanto riguarda le restanti aree, il 4,3% è risultata in classe “buona” e 0,4% in classe “sufficiente”.

La sola area in classe sufficiente caratterizza Salivoli, nel comune di Piombino, che continua a peggiorare per il secondo anno consecutivo; nel 2020 infatti era in classe eccellente. Come si può spiegare questo peggioramento?
Già al termine della stagione 2021 l’area di Salivoli a Piombino era stata declassata da eccellente a buona, a causa di 2 episodi di inquinamento legati agli apporti del vicino Rio Salivoli (il cui sbocco a mare è compreso all’interno del divieto portuale). Nel 2022 l’ulteriore peggioramento è stato determinato da un aumento medio delle concentrazioni batteriche rispetto alla stagione 2018, non considerata nel calcolo della nuova classe. Il calcolo della classificazione, infatti, viene eseguito utilizzando i dati delle ultime 4 stagioni balneari elaborati su base statistica: nel caso in esame, quindi, la classe 2021 si basa su dati dal 2018 al 2021 e la classe 2022 su dati dal 2019 al 2022.
Comunque, da anni questa zona è soggetta a controlli supplementari e specifici per capire le fonti della contaminazione e, come detto, il maggior indiziato è il Rio Salivoli che è stato trovato spesso inquinato da reflui urbani non depurati.

L’area “Rio Felciaio” nella provincia di Livorno, che dal 2020 era sottoposta ad un divieto temporaneo per problemi di inquinamento, dovuti, quasi sicuramente, agli apporti di acque reflue non trattate provenienti dal Rio stesso, nel 2022 è migliorata di ben 2 classi, passando da scarsa a buona. Come possiamo spiegare questo netto miglioramento?
Il Comune di Livorno ed il gestore ASA sono impegnati da anni nel risanamento del Rio Felciaio e, in particolare, nel sollevamento delle acque verso il depuratore, dato che il tratto terminale del rio è quasi completamente tombato e di difficile ispezione. In ogni caso, i lavori attuati da quando nel 2020 è stato sottoposto ad un divieto per tutta la stagione (divieto mantenuto fino ad oggi) hanno iniziato a dare buoni risultati e si spera che nel 2023 il risanamento sia definitivo.

In diversi casi le aree non eccellenti sono interessate più o meno direttamente da foci di corsi d’acqua, lungo tutta la costa toscana, ma in Versilia queste situazioni si sono ridotte alle sole zone di influenza del fosso Fiumetto. fosso FiumettoCosa spiega questo progressivo miglioramento?
È difficile poter capire esattamente quanto sia attribuibile alla diminuita presenza di piogge durante la stagione balneare (principale fattore di criticità per la balneazione in Versilia) e quanto dipenda da alcuni interventi sul collettamento degli scarichi (campagne con abusivismo, spanditori a mare, manutenzione e disinfezione delle vasche delle idrovore, ecc.). Il miglioramento è oggettivo ed uno sforzo importante è stato fatto, ma non tutto è stato ancora fatto e solo il tempo ci potrà dire se la situazione è davvero sotto controllo.

Campioni conformi e non conformi

Se andiamo a guardare i campioni che la scorsa stagione balneare sono risultati non conformi rispetto al totale di quelli effettuati da ARPAT durante i suoi controlli, vediamo che nel 2022 l’1,8% dei campioni ha superato i limiti normativi per almeno uno degli indicatori microbiologici di contaminazione fecale; la percentuale aumenta leggermente quindi rispetto al 2021 quando era 1,1%, ma è comunque inferiore agli anni precedenti; nel 2020 era infatti 2,5% e nel 2019 2,7%.
Minori invece rispetto agli anni precedenti i casi di inquinamento con concentrazioni microbiche particolarmente elevate, ovvero con valori superiori al doppio dei limiti normativi; nel corso della stagione balneare 2022 sono stati infatti 8, inferiori al 2021 (11), oltre che al 2020 (25) e 2019 (16).

La maggior parte dei casi di contaminazione delle acque di balneazione si sono verificati alla fine della stagione, tra metà agosto e settembre, perché il 2022, da maggio in poi, è stato caratterizzato da un lungo periodo di precipitazioni scarse o assenti. Quando sono arrivate le prime perturbazioni, caratterizzate da eventi intensi, improvvisi e localizzati, hanno creato seri problemi a tutto il sistema di collettamento e depurazione delle acque di scarico, che lungo la costa toscana soffre da tempo di varie criticità (difetti di progettazione; scarsa e/o cattiva manutenzione e/o obsolescenza di impianti e condotte; carenze infrastrutturali; commistione tra acque nere e bianche; abusivismo, ecc.), che interferiscono con la qualità delle acque di balneazione. Purtroppo, anche nei casi in cui sono state mandate comunicazioni dettagliate da parte dei gestori sull’attivazione di scolmatori e by-pass conseguenti a piogge intense, quasi nessuno dei Comuni interessati ha emesso un divieto preventivo nelle acque di balneazione interessate, in attesa dei risultati analitici di ARPAT, ma ha emesso il divieto quando di fatto era già passato il momento di massimo rischio per la salute dei bagnanti.

Come potremmo migliorare la gestione di queste situazioni?
Il problema dei cambiamenti climatici non può essere risolto a livello regionale né, tanto meno, comunale, ma l’esperienza di queste ultime stagioni ci ha mostrato come si debba imparare a convivere con questi eventi ed a gestire nuovi fenomeni. Come detto, le tempistiche e le risorse economiche necessarie a realizzare interventi stutturali sono importanti e non compatibili con l’approssimarsi della nuova stagione balneare, ma dobbiamo almeno agire nella massima trasparenza per informare la popolazione sui rischi per la salute umana, collaborando tra enti e adottando scelte condivise su tutta la costa toscana. Se si agisce tutti nello stesso modo da Carrara a Capalbio, passando per le isole dell’Arcipelago, con segnalazioni tempestive e dettagliate da parte di tutti i gestori (e/o Consorzi di bonifica) nei casi di certo arrivo a mare di acque non depurate e conseguente divieto preventivo da parte dei Sindaci in quelle (poche) aree di balneazione, penso che nessuno avrebbe da ridire, salvaguardando così sia la salute pubblica che l’economia e l’immagine dei comuni costieri, come avviene in altre regioni.

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