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Impatto di alcune emissioni di ossidi di zolfo dello stabilimento ENI di Collesalvetti (LI)

Valutazione delle ricadute di SO2 in aria ambiente dovute dalle operazioni di riavvio degli impianti a dicembre 2014

Anno di pubblicazione: 2015

A cura di: ARPAT - Settore modellistica previsionale

Valutazione delle ricadute di SO2 in aria ambiente dovute dalle operazioni di riavvio degli impianti di raffineria dello stabilimento ENI di Collesalvetti, in seguito ad una fermata interna di alcuni impianti, nel periodo 23-30 dicembre 2014

Il report illustra la stima, effettuata con modello matematico, dell’impatto sulla qualità dell’aria di alcune emissioni convogliate attive presso lo stabilimento, finalizzata a ricavare informazioni circa i livelli di ossidi di zolfo in aria ambiente, dovuti a tali emissioni, nel periodo 20-30 dicembre 2014, presso i punti recettori collocati nell’area più prossima allo stabilimento, con specifica attenzione alle zone residenziali.

L'attività è stata predisposta in conseguenza  ad alcuni episodi di maleodoranze segnalate presso l’abitato di Stagno (Collesalvetti), in data 27 dicembre 2014. Gli accertamenti effettuati dal  Dipartimento ARPAT di Livorno per individuare le cause del problema avevano evidenziato che presso lo stabilimento ENI di Collesalvetti  erano in corso le operazioni di riavvio degli impianti di raffineria in seguito a una fermata interna e che durante tali operazioni i sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni degli impianti del settore carburanti avevano registrato valori di ossidi di zolfo (SOx) superiori a quelli tipici del periodo di normale funzionamento degli impianti.

La stima esclude effetti significativi sulla qualità dell’aria nel territorio circostante, ed in particolare presso la frazione di Stagno, determinati dalle emissioni convogliate di SOx della raffineria ENI, nonostante gli alti valori di concentrazione rilevati al camino E4 durante le operazioni di riavvio.

Tali conclusioni sono in linea con quanto scaturito da ulteriori indagini del Dipartimento di Livorno che avevano ricondotto  l'origine del cattivo odore ad alcune sorgenti a quota bassa che emettono composti maleodoranti, in particolare al depuratore delle acque reflue dello stabilimento ENI gestito dalla società TAE.

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