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Martedì 02 febbraio 2021

Focus su spiaggiamenti di delfini in Toscana nel 2020


Il numero degli spiaggiamenti registrato negli ultimi tre mesi del 2020 è un po’ più alto rispetto ad un periodo analogo degli ultimi 5 anni, ma solo per sei-sette casi si può ipotizzare una probabile patologia escludendo comunque il morbillivirus dei delfini

Aggiorniamo il quadro degli spiaggiamenti di cetacei registrati in Toscana nell’ultima parte del 2020 con gli esiti delle prime analisi condotte sui 12 esemplari recuperati dall’inizio di ottobre al 31 dicembre dalla rete regionale dell’ Osservatorio Toscano per la Biodiversità (OTB) della Regione Toscana e analizzati nel dettaglio dal gruppo di lavoro costituito dal personale del Settore Mare di ARPAT, dell’Università di Siena, dal veterinario dell’Istituto Zoprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, sede di Pisa (IZSLT) e dai tecnici dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena.

Dall'inizio di ottobre fino al 31 dicembre 2020 si sono registrati 18 casi di spiaggiamenti di cetacei lungo le coste Toscane, 12 appartenenti alla specie stenella striata (Stenella coeruleoalba), 5 al tursiope (Tursiops truncatus) ed 1 esemplare è rimasto indeterminato a causa del pessimo stato di conservazione della carcassa. Tre delfini sono stati subito smaltiti a causa dell’avanzato stato di decomposizione; in altri tre casi i delfini erano comunque estremamente decomposti e questo ha consentito solo un campionamento parziale di alcuni tessuti (grasso, muscolo, cute in tre casi), e solo per una stenella è stato possibile prelevare lo stomaco con il suo contenuto. Altri esemplari erano invece freschissimi, appena morti (tre erano vivi la sera precedente). 

carcassa in acquaDall'inizio di gennaio 2021, a causa delle cattive condizioni meteo che hanno favorito lo spiaggiamento di tre esemplari in soli due giorni, si registrano altri 4 cetacei spiaggiati, 3 all’Isola d’Elba ed 1 a Piombino. Solo 2 esemplari di stenella sono stati recuperati all’Isola d’Elba e per uno di questi ritrovato in buono stato di conservazione sarà possibile effettuare le analisi virologiche da parte dell’IZSLT.

I dati del 2020

Anticipiamo il quadro degli spiaggiamenti registrati nel 2020 e il confronto con la serie storica di dati raccolti dall’OTB che sarà oggetto del report dettagliato del monitoraggio annuale che ARPAT restituisce alla Regione Toscana precisando che il 2020 si è concluso con 43 cetacei spiaggiati, un numero non eccessivamente alto se si pensa che nel 2019 si sono registrati 59 casi di spiaggiamenti di questi animali.

Il numero registrato negli ultimi tre mesi (18 delfini) è un po’ più alto rispetto ad un periodo analogo degli ultimi 5 anni (vedi tabella), ma di questi solamente di sei-sette si può ipotizzare una probabile patologia.

Al momento è quindi prematuro parlare di una vera e propria moria, come ad esempio è accaduto nei primi mesi del 2017 quando si sono registrati 15 casi di spiaggiamento, in gran parte riconducibili a contagio da Morbillivirus, come accertato dalle analisi condotte dall’IZSLT.

   2015 2016   2017  2018  2019  2020
 Ottobre-Dicembre  9  4  1  4  10  18
 Totale annuo  44  22  48  23  59  43

Primi risultati delle analisi

Le analisi virologiche eseguite dall’ IZSLT sede di Pisa hanno dato esito negativo per la presenza di Morbillivirus e Brucella negli animali analizzati, ma risultano comunque ancora in corso ulteriori approfondimenti di tipo batteriologico, istologico, virologico e tossicologico.

Alcune ipotesi possono essere fatte sulle cause di morte sulla base di alcuni indizi emersi dalle analisi:

  • tre esemplari sono stati probabilmente catturati da attrezzi da pesca, sia per la presenza di una cima intorno alla coda, sia per la presenza di parecchio cibo nello stomaco, che indica una buona condizione dell’esemplare prima della morte;
  • tre esemplari erano giovani, probabilmente ancora allattati, ai quali verosimilmente è mancato il supporto della madre;
  • gli altri sei/sette avevano lo stomaco semivuoto e mostravano un certo grado di magrezza, probabile indice di una patologia.

Risalire alle esatte cause di morte dei delfini spiaggiati in Toscana negli ultimi mesi del 2020, come anche è stato per eventi analoghi negli anni passati, risulta estremamente difficile, poiché spesso non possiamo disporre di tutte le informazioni necessarie.

necroscopia sienaCome affermato dalla Dr.ssa Terracciano dell’IZSLT di Pisa, referente nazionale della rete spiaggiamenti cetacei in Toscana, in bibliografia si riferisce che per gli animali selvatici si riesce a risalire alle cause di morte al massimo nel 50% dei casi, perché le variabili da considerare sono molte e tutti i fattori sono interconnessi e spesso sono legati all’azione dell’uomo, ma soprattutto allo stato di conservazione delle carcasse, che non risulta sempre ottimale per svolgere tutte le analisi necessarie per la comprensione dell’evento.

Soltanto l’attenta e capillare attività di monitoraggio degli spiaggiamenti portata avanti dalla rete regionale dell’ OTB che permette di raccogliere importanti campioni di organi e tessuti, o il contenuto stomacale degli esemplari più integri, ci consente di supportare ipotesi sulle cause di mortalità, e quindi di identificare le pressioni ritenute più pericolose: catture accidentali della pesca, collisioni con natanti, contaminazione chimica, inquinamento acustico, presenza di micro e macroplastiche ecc.

Solo avendo a disposizione una grande mole di dati e lunghe serie storiche, è possibile avvicinarsi alle criticità che interessano questi organismi nel tentativo di individuare le cause di morte e mettere in atto tutte le iniziative per la salvaguardia dei cetacei all’interno dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) marini istituiti da Regione Toscana e previste anche dal Santuario Pelagos, in cui le nostre acque regionali ricadono.

L’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (OTB) di cui alla L.R. 30/2015 (ex Osservatorio dei Cetacei) rappresenta il contributo della Regione alle iniziative internazionali in tema di tutela del mare, delle sue risorse e delle sue peculiarità. Con la costituzione dell’Osservatorio, la Regione Toscana ha inteso creare un sistema integrato e coordinato con ARPAT, quale strumento tecnico scientifico della Regione Toscana, e le sue Università, i Centri di ricerca, le Associazioni di categoria delle attività produttive e quelle coinvolte nello studio e nell’osservazione dei mammiferidelle tartarughe marine, nonché di tutti i settori interessati alle problematiche della conservazione e dello studio dell’ambiente marino operanti in Toscana.

L’Osservatorio può essere pertanto considerato il coronamento naturale di anni di lavoro e di studio di molte realtà presenti sul territorio, che hanno messo a disposizione il loro patrimonio scientifico e le esperienze svolte per condividere un sistema integrato di approccio allo studio dei cetacei e delle tartarughe, al loro ruolo di indicatori di qualità delle acque marine.

Dettagli sui campioni raccolti dal 4 ottobre al 31/12/2020

Di seguito alcuni dettagli degli esemplari dei quali sono stati raccolti campioni per le analisi (12) e/o è stato analizzato il contenuto stomacale (13):

  • Stenella 4/10 Calambrone; femmina, 2,10 metri; stomaco vuoto
  • Stenella (viva poi morta) 26/10 Rio Marina; femmina, 1,99 m, 62 kg di peso, molto magra, stomaco vuoto
  • Stenella 5/12 Marina di Grosseto; femmina 1,92 m, 74 kg, piuttosto magra, stomaco vuoto (ghiandole mammarie con latte)
  • Stenella (viva poi morta) 10 /12 Piombino; ritrovata il 20/12, femmina, 2,05 m, 72 kg magra; stomaco vuoto
  • Stenella 17/12 Lacona; maschio, 2 m, 84 kg; non magro, stomaco pieno (probabile by catch, cima verde di nylon attorno alla coda)
  • Stenella 17/12 Vada; maschio, 2,16 m, 89 kg non magro; stomaco vuoto
  • Stenella 18/12 Porto Azzurro-Spiaggia Pianotta; femmina, 1 m, 9,5 kg, denti solo parzialmente emersi dalla gengiva (probabilmente ancora in allattamento, stomaco vuoto )
  • Stenella 19/12 Porto Azzurro-Mola; femmina, 91 cm, 9 kg, denti solo parzialmente emersi dalla gengiva (probabilmente ancora in allattamento, stomaco vuoto)
  • Stenella 20/12 Lacona; femmina, 1,91 m 65 kg non magro, stomaco pieno (probabile by catch, cima verde di nylon attorno alla coda)
  • Stenella 28/12 Capalbio; femmina, 1,90 m , decomposizione avanzata, stomaco pieno (probabile by catch, cima di nylon attorno alla coda che risultava parzialmente amputata)
  • Stenella (viva poi morta) 29/12 Marina di Campo; 1,97 m, 54 kg, maschio; magro, stomaco pieno
  • Tursiope 29/12 Forte dei Marmi; femmina 1,74 m, 40 kg, stomaco vuoto
  • Stenella 29/12 Lido di Camaiore; 1,03 m, 13 kg, maschio (probabilmente ancora in allattamento, stomaco vuoto).

Testo di Cecilia Mancusi e Alessandro Voliani 

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