Vai ai contenuti. | Spostati sulla navigazione

Sei in: Home Notizie 2025 microplastiche 2024

Dove Siamo

 

Microplastiche nel mare toscano

02/09/2025 11:00

I dati del monitoraggio effettuato da ARPAT, nel 2024, per verificare la presenza di micro e nano plastiche nello strato superficiale del mare

Presentiamo oggi i risultati del monitoraggio che ARPAT ha svolto nel 2024, nell’ambito degli obiettivi previsti dalla Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, per verificare la presenza di microplastiche nello strato superficiale del mare. L'Unione Europea, infatti, richiede agli Stati membri di reperire informazioni sui trend, per individuare la quantità, la distribuzione e, se possibile, la composizione di microparticelle e nano plastiche presenti in ambiente marino con l’obiettivo finale di minimizzarne la quantità e i danni da esse causate sulle reti trofiche.

Per microplastiche si intendono frammenti di dimensioni comprese da 0,1 a 5000 micrometri (cioè da 0,001 a 5 millimetri), per nanoplastiche, invece, da 0,001 a 0,1 micrometri. L’origine di queste particelle - una volta disperse nell’ambiente - è difficile da identificare. Possono infatti provenire sia da fonti primarie che secondarie. Nel primo caso si tratta di frammenti rilasciati direttamente nell’ambiente con queste dimensioni e la loro fonte principale è il lavaggio di capi sintetici (35% delle microplastiche primarie), seguita da abrasione degli pneumatici durante la guida (28%) e microplastiche aggiunte intenzionalmente nei prodotti cosmetici (2%). Nel secondo caso si tratta di frammenti di materie plastiche derivanti dalla disgregazione progressiva di rifiuti di maggiori dimensioni.

Lo scorso anno, secondo i dati aggregati che saranno contenuti nell’Annuario dei dati ambientali, i frammenti di microplastiche presenti nello strato superficiale del mare toscano sono stati quantificati in circa 0,049 oggetti per m2. Il dato medio degli oggetti rinvenuti per metro quadro, dall’inizio del monitoraggio (vedi tabella seguente), è di 0,062.

abbondanza di microplastiche nel mare toscano 2015-2024

Il valore mediano di densità delle microparticelle presenti nei nostri mari, calcolato elaborando i dati raccolti dal Sistema nazionale di protezione dell’ambiente dall’inizio del monitoraggio, è pari a 0,04 microparticelle per m2. A livello di Mediterraneo, la Convenzione di Barcellona ha fissato un valore soglia di 0,000845 microparticelle per m², pertanto, rispetto a questo valore, l’Italia ed anche la Toscana è ancora distante dal raggiungimento del buono stato ambientale.

Microplastiche: tipologia per formaEntrando nel dettaglio delle singole stazioni campionate, i valori maggiori nel 2024 si registrano nella parte centrale della regione; il valore massimo registrato è quello di Donoratico pari a 0,116 oggetti/m2, seguito da Carbonifera con 0,052 oggetti/m2; seguono Fiume Morto con 0,02 e Foce Ombrone con 0,008.

La forma più comune raccolta lo scorso anno è il frammento (81%), seguita dal foglio (9%). I colori dominanti ritrovati sono bianco (76%), blu (11%) e verde (10%).

Dove, come e quando si svolge il monitoraggio

Nell’ambito della Strategia Marina, con cadenza semestrale, ARPAT esegue campionamenti in mare lungo 4 transetti ortogonali alla costa - in corrispondenza di

  • Fiume Morto (PI),
  • Donoratico (LI),
  • Carbonifera (LI),
  • Foce Ombrone (GR)

La scelta delle aree di mare da monitorare è stata effettuata tenendo conto di quanto previsto dalla Direttiva Quadro, ovvero la presenza di aree di accumulo per condizioni idrodinamiche locali, distanza da fonti di immissione diretta come, ad esempio, foci fluviali e distanza da strutture portuali o rilevanti insediamenti urbani.

Ciascuno dei 4 transetti è caratterizzato da tre stazioni di campionamento poste a circa 1, 3 e 11 km dalla costa.

retino manta per raccogliere le microplastiche a strascicoIn ogni stazione indagata si procede trainando per 20 minuti in direzione contraria alla corrente predominante il retino “manta” (vedi foto a fianco e quella di copertina fatta con GoPro all’interno della bocca del manta), costituito da una bocca metallica rettangolare collegata ad una rete a maglie fini e nella cui parte terminale ha un bicchiere raccoglitore del campione. Dal tratto percorso e dalla misura dell’apertura della bocca del retino si stima la superficie campionata risalendo così al parametro “numero oggetti/m2 per forma, colore, trasparenza opacità.

Al termine del campionamento i frammenti raccolti vengono portati in laboratorio dove sono passati su 2 setacci (da 330µm e 5 mm) per isolare la frazione delle microplastiche. Al microscopio si procede poi alla separazione per forma (filamento, frammento, foglio, foam, granulo, pellet) e per colore (bianche, nere, rosse, blu, verdi e altro colore) suddividendo, poi, i frammenti anche in opachi o trasparenti.

Nelle stazioni campionate ogni anno vengono anche registrati i parametri fisico-chimici e le condizioni meteo-marine al momento del prelievo.

Cosa si fa per prevenire e ridurre la presenza di plastiche in mare

A livello internazionale, nel 2022 l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente ha stabilito di elaborare uno strumento giuridicamente vincolante per regolamentare l’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione allo smaltimento. Purtroppo, i 183 Paesi che dal 5 al 15 agosto 2025 si sono riuniti a Ginevra, in Svizzera, non sono riusciti a definire un accordo per un trattato vincolante sull’inquinamento da plastica, a causa della resistenza di alcuni Paesi a limitare la produzione di plastica, portando a un fallimento del processo di negoziazione durato tre anni.

A livello europeo, per contrastare l'inquinamento da plastica, la Commissione nel 2018 ha adottato una strategia che tra gli obiettivi ha quello di rendere tutti gli imballaggi di plastica riutilizzabili o riciclabili entro il 2030. Nel 2021 è inoltre entrata in vigore la direttiva comunitaria 2019/904, che bandisce prodotti in plastica usa e getta. Quanto alle microplastiche, nel 2023 la Commissione ne ha vietato l'uso in vari prodotti e, nel 2024, gli eurodeputati hanno adottato la propria posizione su una proposta legislativa che dovrebbe imporre alle aziende che trattano pellet di plastica l'obbligo di evitare perdite e contenere le fuoriuscite, qualora si verifichino. I negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle misure ad aprile scorso.

Il nostro Paese, oltre al recepimento della direttiva 2019/904, ha introdotto, nel 2022, la cosiddetta Legge Salvamare, che consente ai pescatori di recuperare e smaltire in porto i rifiuti marini.

Anche grazie a questo impianto normativo, alcuni progressi sono stati fatti nella prevenzione e riduzione della presenza di plastiche in mare e la sensibilizzazione sul problema è in crescente aumento, anche grazie a numerosi progetti europei che hanno la finalità di studiare, monitorare, diffondere conoscenze ed educare sul tema. Tra questi progetti c’è anche EPIC, uno dei progetti di punta di ARPAT, che mira a combattere l'inquinamento da macroplastiche nei mari, studiando le fonti e i meccanismi di diffusione attraverso i fiumi e sviluppando tecnologie per il riciclo delle plastiche raccolte. L'obiettivo del progetto, di cui ARPAT è capofila, è di intercettare le macroplastiche prima che si trasformino in microplastiche e riescano, così, ad entrare nella catena alimentare.

— archiviato sotto: ,
Azioni sul documento
Strumenti personali