ARPAT sottolinea l'importanza della ricerca scientifica
Precisazioni in merito all'articolo Carrara, marmettola infiltrata nelle falde: "introvabile la falda che inquina" pubblicato da Il Tirreno edizione di Massa Carrara
Con riferimento all’articolo dal titolo: Carrara, marmettola infiltrata nelle falde: “introvabile la falda che inquina”, pubblicato in data 18 settembre 2025 da Il Tirreno –edizione di Massa Carrara, ARPAT ci tiene a sottolineare l’importanza della ricerca scientifica. Infatti, quando si parla di scienza, anche in ambito ambientale, spesso ci si immagina un percorso lineare, che dall’osservazione porta in tempi rapidi a una scoperta o a una soluzione. La realtà è ben diversa: la scienza è costellata di tentativi, di strade interrotte, di ipotesi che non reggono alla verifica sperimentale. Ed è proprio in questo continuo misurarsi con il limite, nei fallimenti parziali o totali che si racchiude il vero motore del progresso.
Studiare i fenomeni ambientali significa affrontare sistemi complessi, dove cause ed effetti non sempre sono immediatamente visibili. Ogni ricerca è un mosaico costruito lentamente, tassello dopo tassello, con risultati che non sempre confermano le ipotesi di partenza, ma è proprio questo processo di affinamento continuo che ci permette di fare un passo in più verso la comprensione.
C’è poi un altro aspetto che l’Agenzia vuole sottolineare, ovvero che la ricerca scientifica in ambito ambientale, e in generale in tutti i settori, è un investimento strategico per il nostro Paese e offre opportunità di lavoro ai giovani ricercatori e alle giovani ricercatrici. Investire nella scienza non significa solo puntare a nuove scoperte, ma anche costruire un Paese che trattenga in Italia chi ha le competenze per guidarci attraverso le crisi che caratterizzano il nostro quotidiano, come quella climatica ed ecologica. Ad oggi, purtroppo, vediamo che, troppo spesso, i migliori talenti sono costretti a cercare lavoro e opportunità di ricerca all’estero.
Possiamo, quindi, permetterci di rinunciare alla ricerca scientifica? La risposta è no. Perché ogni ricerca, anche quella che non porta subito a una soluzione, ci consegna dati, conoscenze e strumenti che un domani potranno rivelarsi decisivi. E soprattutto ci restituisce una comunità scientifica più solida, capace di formare e trattenere le nuove generazioni di studiosi.
In fondo, la scienza procede così: tra mille tentativi, errori inevitabili e qualche conquista preziosa. È grazie a quel “qualche successo” che riusciamo a progredire, ma, spesso, senza i fallimenti, non ci sarebbe alcuna scoperta. Per questo abbiamo deciso di continuare la nostra ricerca, perché, anche se con grande difficoltà, abbiamo ottenuto alcune indicazioni che ci incoraggiano ad andare avanti con ottimismo soprattutto sulla linea dell’”impronta digitale isotopica”.