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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Venerdì 29 ottobre 2021

Mobilità su due ruote in Toscana


Per implementare la mobilità ciclabile, ci vuole un forte impegno delle Amministrazioni locali chiamate a realizzare infrastrutture di mobilità dolce o leggera ed un cambiamento radicale nelle abitudini di spostamento da parte dei cittadini, che devono optare per mezzi meno inquinanti e più salutari per le persone e l'ambiente

La transizione verso la green city tende a restituire lo spazio pubblico ai cittadini, riducendo i mezzi privati presenti nelle città, sia circolanti che in sosta. Questo spazio "liberato" potrà essere usato per creare vie ciclabili o pedonali dove i cittadini siano sicuri di muoversi in maniera sostenibile.

La mobilità dolce o leggera, in particolare quella su due ruote, si presenta come una delle soluzioni per ridurre problemi di tipo ambientale, perchè comporta un decongestionamento del traffico cittadino e tende a ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico, molto elevato in ambito urbano. Inoltre la bicicletta è il mezzo ideale per muoversi in un modello di città "15 minuti", come rilanciato di recente dalla Sindaca di Parigi, Anne Hidalgo e riproposto anche da alcune città italiane.

Per implementare la mobilità ciclabile, ci vuole un forte impegno delle Amministrazioni locali, per questo FIAB, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ha avviato il progetto Comuni Ciclabili, al fine di premiare tutti gli Enti locali che mettono in pratica politiche concrete per la mobilità in bicicletta.

Proprio per l'esperienza maturata da FIAB in quest'ambito, abbiamo proposto, nei mesi scorsi, ai/alle Presidenti FIAB toscani una serie di domande per comprendere quale fosse, dal loro punto di vista, "lo stato  della ciclabilità" nella nostra regione.

Il quadro è interessante ma ora è il momento di fare di più, infatti, in base a quanto ci hanno detto, non esiste ancora nella nostra regione un tessuto ciclabile che interconnetta i territori tra di loro con continuità. L'insieme delle piste ciclabili si presenta, nella maggior parte dei territori toscani, come un mix di tipologie di tracciati costituiti da piste ciclo-pedonali, strade secondarie, sterrati, vialetti di giardini e poche piste ciclabili in sede propria, a cui si sono aggiunte di recente le piste ciclabili "pop up", disegnate su sede stradale.

a scuola in biciclettaQueste, ben segnalate e curate, hanno avuto il pregio di promuovere la mobilità ciclistica sia in contesti di mobilità urbana che ludico/turistica, come dimostrano le esperienze nazionali e di altri paesi europei, e rappresentano un segmento importante dell'infrastruttura ciclabile, ma non possono sempre sostituire le piste ciclabili in sede propria né con queste devono essere confuse. 

Per il loro successo molto importante sarà  la rigorosa e programmata manutenzione della segnaletica orizzontale sulla superficie stradale, in quanto le piste pop up, ancora più di altre, devono essere ben visibili a tutti gli utenti della strada in modo da garantire la sicurezza di chi le utilizza.

Questa tipologia di infrastruttura definita "leggera" insieme ad altre novità quali il doppio senso ciclabile, le zone scolastiche, le rastrelliere diffuse, le strade ciclabili Fbis ed altro ancora costituiscono un ventaglio di soluzioni per creare negli agglomerati urbani una "Rete ciclabile" continua ed efficiente, indispensabile per far decollare la mobilità sostenibile su due ruote ma affinchè queste vengano percepite in tutta la loro efficacia, bisogna affiancare un'adeguata campagna di sicurezza stradale.

In bici a scuola alle superioriGli spostamenti sostenibili, casa - scuola e casa - lavoro nonchè le iniziative quali il pedibus e il bicibus, sono stati un altro tema di confronto; è emerso che il pedibus comincia a diffondersi sul territorio, ma a "macchia di leopardo" mentre il bici bus risulta ancora quasi assente. Le esperienze di mobilità casa-scuola in bicicletta sono pochissime e rivolte quasi esclusivamente a studenti e studentesse delle scuole superiore. Alcuni sperimenti in questo direzione si sono visti a Livorno, con il progetto MODI' e a Firenze, con il progetto "A scuola in bicicletta", che identifica gli istituti scolastici fiorentini nei pressi del tracciato della Bicipolitana.

Ai presidenti FIAB della Toscana abbiamo anche chiesto cosa pensassero degli incentivi statali per l'acquisto di biciclette, iniziativa realizzata dal precedente Governo alla fine del 2020; la maggior parte si è mostrato a favore, visto che gli incentivi alla mobilità sostenibile sono sempre i benvenuti ma sottolineando l'importanza del sostegno all'uso della bicicletta, soprattutto quotidiano.

bene gli incentivi mobilità sostenibile Se si vuole cambiare rotta bisogna in primo luogo realizzare infrastrutture ciclabili di qualità, sicure e facili da fruire e poi incentivare l'uso e l'acquisto di bici o monopattini, anche prevedendo degli incentivi.

Alcuni esperimenti in questa direzione sono stati fatti, in Toscana, dal Comune di Massarosa, qualche anno fa e più di recente, nel 2020, dal Comune di Grosseto, che ha finanziato un bando riconoscendo un incentivo economico chilometrico a chi utilizza la bicicletta negli spostamenti quotidiani casa – lavoro. Sempre in questa direzione, un altro interessante esempio è quello dell'Amministrazione comunale di Follonica, che entrando a far parte di CIAB, il club delle aziende amiche della bicicletta, ha assicurato tutti i propri dipendenti per la responsabilità civile ogni qual volta che usano la bicicletta e ora sta pensando di introdurre incentivi per gli spostamenti casa-lavoro su due ruote.

Tutti i rappresentanti toscani di FIAB, infine, concordano su un punto: gli incentivi dovrebbero sempre accompagnarsi a campagne di comunicazione efficaci dove si evidenziano i vantaggi derivanti dallo spostarsi in bicicletta.

Altra questione affrontata è stata quella dei conflitti, sempre più frequenti, tra auto, moto, biciclette, monopattini e altro che condividono lo stesso spazio: la strada.

Secondo i rappresentanti FIAB, questa problematica quasi "storica" potrebbe essere superata se cominciassimo a pensare la strada come uno spazio "organizzato", "ben segnalato e disegnato" non come uno spazio "libero" nel quale ognuno si colloca in base a valutazioni personali.

Questo necessita, da una parte, scelte coraggiose degli amministratori locali, che, per quanto queste novità possano risultare talvolta impopolari, dovrebbero puntare a: 

  • ridurre lo spazio per la sosta privata e lo spazio per la circolazione dei veicoli a motore
  • limitare la velocità, ampliando le zone a km 30/h
  • allargare gli spazi delle piste ciclabili.

D'altra parte è altresì necessario un investimento costante e massiccio in educazione stradale, intesa non come un mero esercizio per il conseguimento della patente ma come una vera e propria formazione tecnica e civica sul modo di stare in strada, come realizzato da FIAB Grosseto con il progetto “In-Segnal-Etica: il rispetto delle Regole su Strada”.

bicicletta mezzo del futuroIn conclusione tutti concordano sul fatto che la Pandemia da Covid-19 rappresenti un'occasione per ripartire e investire in soluzioni utili per il futuro: il cambiamento verso la mobilità sostenibile va nella direzione della transizione ecologica, che è una via obbligata se vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo dove continuare a vivere.

Una città con poche auto è una città in cui ogni fascia di età può circolare sicura, in cui i bambini possono andare a scuola da soli, guadagnando autonomia e autostima ma è anche una città più sana perché meno inquinata e perché i suoi abitanti attuano una mobilità attiva e salubre.

Certo tutti sono realisti, gli incentivi per la mobilità ciclabile contenuti nel PNRR non sono stati all'altezza delle aspettative ma sicuramente la direzione del cambiamento è stata delineata e, nonostante ci sia ancora molto da fare, le soluzioni che funzionano in quest'ambito sono chiare.


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