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Contrastare l’inquinamento dell’aria e il cambiamento climatico con la mobilità sostenibile

23/01/2024 11:20

Per abbattere le emissioni inquinanti e contrastare gli effetti del cambiamento climatico possiamo cominciare dalla mobilità che coinvolge la stragrande maggioranza dei cittadini

Contrastare l’inquinamento dell’aria e il cambiamento climatico con la mobilità sostenibile

Foto di Jacek Dylag su Unsplash

Un filo, neppure tanto sottile, tiene insieme inquinamento atmosferico e cambiamento climatico. L’Europa, con il Green Deal, punta alla neutralità climatica entro il 2050 e con la legge europea sul clima ha fissato un obiettivo ambizioso: ridurre le emissioni nette di gas effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli registrati nel 1990. 

L’obiettivo richiede il coinvolgimento di tutti i settori produttivi, che dovrebbero introdurre cambiamenti importanti, ed ormai necessari, nei loro processi di produzione, garantendo il giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale e quella economica e sociale.

Tra i settori che appaiono più pronti alle modifiche, c’è quello dei trasporti, tanto che, persino nell’atto finale della Cop 28 di Dubai, si menzionano le emissioni generate dalla mobilità, con l'impegno delle parti a ridurle per contrastare gli effetti del clima che cambia. 

A livello nazionale, il piano strategico nazionale mobilità sostenibile fornisce alcune indicazioni, che ritroviamo declinate, in maniera analoga, in altri atti di pianificazione a livello regionale e locale. Tra le misure più efficaci:

  • ridurre, almeno del 35%, gli spostamenti con mezzi privati
  • aumentare l’offerta di trasporto pubblico locale, soprattutto su ferro/rotaia
  • rinnovare il parco auto, come realizzato da ARPAT
  • favorire la mobilità definita dolce, a piedi o in bicicletta
  • incrementare gli spostamenti condivisi con car pooling e car sharing
  • ampliare le aree pedonali.  

Queste macro - categorie vanno poi declinate in azioni più precise, come per esempio: ampliare i marciapiedi soprattutto nelle vicinanze di negozi, scuole e parchi in modo da favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta o ancora realizzare percorsi sicuri per muoversi a piedi e in bicicletta, installare luci pedonali automatiche, chiudere al traffico le strade limitrofe alle scuole e creare zone a 30 km/h.

Misure non meno importanti, per decongestione il traffico e l’inquinamento da esso prodotto, risultano lo smart working ed una ricca offerta di servizi di prossimità, secondo il modello città a 15 minuti, il cui fulcro sta nell'idea che ogni cittadino debba trovare, in pochi minuti, tutti i servizi essenziali. In sostanza, tanti centri e non più un centro e tante periferie.  

Per non congestionare il traffico, molto utile appare anche l’adozione di un piano degli orari della città, che differenzi gli ingressi a lavoro e a scuola. Il mobility manager aziendale diventa, quindi, una figura fondamentale nell’organizzazione degli spostamenti, come sta sperimentando anche la nostra Agenzia.

Sul piano operativo, la campagna Clean Cities spinge affinché le città adottino una mobilità meno impattante per la salute e l’ambiente. 100 città in Europa si stanno già mobilitando con l’obiettivo di raggiungere l’impatto climatico zero entro il 2030, tra queste anche 2 città toscane: Firenze e Prato.

Il capoluogo toscano, nel novembre 2023, ha ricevuto il riconoscimento di comune più eco-mobile d'Italia, conquistando il primo posto per le politiche di mobilità sostenibile: l’ampliamento del sistema tranviario e della rete di piste ciclabili, l'estensione delle zone 30, l’incremento della mobilità elettrica anche grazie al potenziamento delle stazioni di ricarica e, a breve, l’introduzione dello scudo verde con limitazioni agli ingressi in città per i veicoli più inquinanti. Quest’ultima misura risulta necessaria per abbattere il biossido di azoto nell’agglomerato fiorentino, gravato dalla presenza di questo inquinante, che supera i limiti previsti dalla normativa ormai da molti anni.

I dati dell’Osservatorio stili di mobilità mettono in luce che, in molte aree urbane, gli sforzi per ridurre l’uso dell’auto privata sono ancora deboli e ostacolati da una limitata offerta di trasporto pubblico ed una scarsa accessibilità ai servizi di prossimità.  Al contempo, ISPRA, nell’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera, evidenzia come le emissioni da traffico siano aumentate in molte, non tutte, le aree metropolitane italiane negli ultimi anni. 

La strada delle città verso emissioni zero rimane, quindi, lunga e impervia, ostacolata dalle troppe auto private in circolazione, dal trasporto prevalentemente via gomma delle merci e da una scarsa consapevolezza della cittadinanza sugli effetti negativi sulla salute e sull’ambiente dovuti all’uso, o meglio abuso, dell’automobile, utilizzata anche per brevi spostamenti in città.

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