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Qualità dell’aria: ciascuno deve fare la sua parte per ottenere miglioramenti significativi

11/02/2021 13:30

Presentato il 10 febbraio 2021 il rapporto Mal’aria di Legambiente in Toscana

Ogni anno Legambiente pubblica il rapporto annuale Mal’aria di città, attraverso cui traccia un bilancio sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia, stilando la classifica delle città italiane che hanno superato i limiti giornalieri previsti per il PM10, nonché la graduatoria delle città che hanno superato il valore medio annuale suggerito dalle Linee guida OMS per lo stesso inquinante.

I dati alla base del rapporto per quanto riguarda la Toscana, come sottolinea il Presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza nell’aprire la conferenza stampa di presentazione, sono frutto del prezioso lavoro di ARPAT, che attraverso le centraline della Rete regionale di monitoraggio tiene d’occhio quotidianamente la qualità dell’aria in Toscana.

Nonostante l’anno appena passato sia stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria e dai conseguenti blocchi di molte attività produttive e del traffico, che avevano fatto auspicare un allentamento delle pressioni sulla matrice aria, la situazione che emerge ricalca quella degli ultimi anni, con il PM10 ancora critico per una stazione di fondo della Piana lucchese, il Biossido di azoto per una stazione di traffico dell’Agglomerato fiorentino e l’Ozono per 6 stazioni su 10 della rete regionale (per dettagli si veda la notizia La qualità dell'aria in Toscana nel 2020).

È evidente pertanto come continui ad essere sempre più urgente un cambio di passo, che caratterizzi tutti i livelli, dalla politica, all’economia, all’individuo, in un momento tra l’altro in cui la ricerca scientifica ci suggerisce che l’inquinamento atmosferico tende ad aggravare gli effetti della pandemia in atto. Legambiente quindi, lancia un appello a fare tutti, subito, la propria parte e lo fa attraverso 16 proposte concrete che vanno dall’ambito della mobilità, all’uso dello spazio pubblico e della strada, al riscaldamento domestico e all’agricoltura.

Un medesimo richiamo alla necessità di un cambiamento arriva dal Direttore generale di ARPAT Marcello Mossa Verre, intervenuto alla conferenza stampa, che informa come negli ultimi 5 anni siano stati conseguiti importanti miglioramenti nella qualità dell’aria ma che restano ancora alcune criticità che emergono chiaramente dalla lettura dei risultati ottenuti dalla rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria relativi al 2020.

Ricorda, poi, il ruolo della tipologia di mezzi di trasporto nel determinare picchi locali di concentrazione di inquinanti, ma anche quello del riscaldamento domestico, che dà luogo ad emissioni di particolato molto differenziate a seconda del combustibile utilizzato. Importanti sono anche i comportamenti, in quanto dovrebbero, per esempio, essere eliminate pratiche, ancora molto diffuse, come quelle degli abbruciamenti di sfalci e potature all’aperto, che contribuiscono alla produzione di polveri sottili.

Se da una parte queste fonti di pressione possono trovare una regolamentazione a livello politico, e a tal proposito sarebbe opportuno, afferma Mossa Verre, sfruttare un’opportunità unica come quella offerta dal Recovery Plan, per destinare risorse specifiche ed attuare progetti concreti sulla qualità dell’aria, dall’altra vanno promosse ancora di più iniziative di educazione alla sostenibilità, per incidere efficacemente sui comportamenti e gli stili di vita dei singoli.

Per approfondire Mal’Aria di città 2021

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