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Lunedì 01 febbraio 2021

Mobilità su 2 ruote, 5 città a confronto


Legambiente e Confindustria ANCMA hanno discusso on line di politiche di mobilità su due ruote, invitando i rappresentanti di 5 città che stanno realizzando progetti di mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile è una sfida per il futuro e un punto cardine per la ripartenza post-Covid.

Legambiente e Confindustria ANCMA hanno presentato alcuni dati per comprendere a che punto sono le politiche di mobilità sostenibile su due ruote in alcune città italiane.

Cinque assessori in rappresentanza di Parma, Firenze, Torino, Genova e Milano, città particolarmente attente a questo tema, si sono confrontati on line sulle politiche di mobilità sostenibile adottate dalle loro Amministrazioni, mostrando i punti di forza dei progetti realizzati e la loro visione per il futuro.

simbolo pista ciclabileLa prima esperienza è quella di Parma, che si è dotata di un piano di mobilità sostenibile da alcuni anni e di recente ha vinto il premio Urban Award per le misure realizzate a favore delle due ruote, tanto che l’assessore Tiziana Benassi definisce la città un “laboratorio vivente” per la mobilità sostenibile.

Parma ha individuato, tra i principali interlocutori, il mondo della scuola, perché è rivolgendosi agli studenti e alle loro famiglie che si vince la sfida culturale e si cambia la mentalità. Per questo i primi interventi realizzati hanno interessato le cosiddette “strade scolastiche”, ovvero strade particolarmente gravate dai flussi scolastici di entrata e uscita degli studenti dai plessi scolastici, restituendo gli spazi antistanti, finalmente alleggeriti dal traffico, alla libera fruibilità di bambini e ragazzi.

Al tempo stesso la città ha lavorato anche per le “zone 30”, aree dove ci si muove ad una velocità ridotta, 30 Km/h, in cui le persone, e non le automobili, sono al centro e possono godere degli spazi pubblici in totale sicurezza.

biciclette in città FirenzeUn’altra esperienza è quella di Firenze, che si caratterizza per l’alto numero di parcheggi per moto, scooter e ciclomotori, per un alto numero di abbonati al bike sharing e per un certo numero di colonnine pubbliche per la ricarica dei mezzi elettrici.

L’idea su cui punta la città è quella di creare una smart city control room, ovvero una centrale in grado di gestire una mole di dati che riguardano la città tra cui anche quelli relativi alla mobilità in modo da gestirla e pianificarla, consigliando agli utenti i percorsi con minore traffico ma anche quelli percorribili con biciclette o monopattini, informando tempestivamente di cantieri o incidenti, che possono congestionare il traffico e rendendo, al tempo stesso, il cittadino un soggetto attivo in grado di dialogare con l’amministrazione per segnalare problemi riscontrati negli spostamenti cittadini.

Questo aiuterà a rendere operativo il piano della mobilità sostenibile approvato dalla città metropolitana che prevede un mix nelle modalità di spostamento, dove un ruolo importante viene giocato anche dalla rete tranviaria, che, a breve, verrà ampliata, sono, infatti, in partenza i cantieri per la nuova linea che servirà una parte della città in direzione sud.

Bicicletta sul ponteTorino ha lanciato un’importante sfida per implementare la mobilità ciclabile in città, dotandosi del piano della mobilità sostenibile e stanziando importanti risorse finanziarie; quello che conta per l’assessore Lapietra, non sono solo le infrastrutture, seppure importanti, ma il cambiamento della mentalità, con l’acquisizione di una cultura della mobilità sostenibile.

Per questo il Comune di Torino ha fortemente puntato sulla comunicazione, un esempio è il video sulla mobilità sostenibile dolce MO.DO ma anche su forme di incentivazione, come quella che punta ad inserire, per il personale del Comune, il tempo impiegato per il percorso casa-lavoro, effettuato con mezzi sostenibili, nell’orario lavorativo.

Tra le altre realtà virtuose in ambito di mobilità su due ruote troviamo Genova, che ha il primato per il numero di moto e dove è attivo un servizio di sharing di moto e scooter.

Uno dei progetti più interessanti in città, come racconta Matteo Campora, assessore del Comune di Genova, è quello degli incentivi per l’acquisto di mezzi sostenibili, iniziativa che ha anticipato quella nazionale di qualche anno, ottenendo un grande successo.

Genova, che ha un piano di mobilità sostenibile, è sempre stata ai primi posti per l’uso della moto, principalmente per la sua orografica, infatti la bicicletta non è facile da usare, grazie agli incentivi molti cittadini hanno acquistato una e-bike. Ora l’idea del Comune è quella di incentivare l’uso del mezzo, non il semplice acquisto, ovvero fare sì che i mezzi a due ruote divengano veramente sostitutivi dell’automobile.

Al tempo stesso l’Amministrazione comunale ha iniziato a costruire infrastrutture dedicate alla mobilità sostenibile, come la pista ciclabile che dal centro di Genova porta al borgo di Boccadasse. Infine c’è un’idea veramente innovativa che la città vorrebbe sperimentare e che solo poche città del Nord Europa hanno attivato, si tratta del cosiddetto “biglietto invisibile”, si paga una cifra, molto più bassa di un normale abbonamento annuale, come una sorta di imposta ma che consente di prendere liberamente tutti i mezzi disponibili per muoversi in città.

biciclette in città, MilanoL’ultima città chiamata a illustrare, in sintesi, la sua politica per la mobilità dolce in città, è Milano, che ha un piano di mobilità sostenibile e dove, tra i diversi primati, svetta quello relativo al maggiore numero di mezzi a due ruote in sharing. L’Assessore Marco Granelli sottolinea che la volontà della città è quella di rendere le due ruote protagoniste della nuova mobilità cittadina, in modo che ricoprano un ruolo importante nel nuovo equilibrio tra le diverse modalità di mobilità in ambito urbano. Questo cambiamento è già in atto, a Milano prima le due ruote avevano una presenza minimale, ora sempre maggiore.

Se la strada diventa sicura, i cittadini abbandonano l’uso dell’automobile e questo favorisce anche un miglioramento dell’inquinamento in particolare quello atmosferico. Se a questo aggiungiamo la possibilità di liberare le strade dalle auto in sosta per poterci piantare alberi, il miglioramento sulla qualità dell’aria è ancora maggiore.

Milano ha lavorato e continua a farlo per realizzare più infrastrutture, che rendano sicuri i percorsi su due ruote, più zone 30, a velocità è ridotta, più stalli e parcheggi sicuri per i mezzi a due ruote sia alle fermate della metropolitana che alle stazioni ferroviarie.

Presentazione dati focus 2 ruote


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