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Sappiamo come contrastare il cambiamento climatico ?

09/08/2021 07:30

Molte delle azioni che riteniamo importanti per contrastare il cambiamento climatico non sono quelle, in realtà, più efficaci per raggiungere l'obiettivo di ridurre gli effetti del cambiamento del clima

La ricerca “Perils of Perception” di Ipsos – condotta in 30 Paesi – rivela che, nonostante la crescente preoccupazione per il cambiamento climatico e l’elevata fiducia nella conoscenza in merito alle azioni più efficaci da attuare per contrastarlo, le percezioni errate delle persone sono più che diffuse. In tutti i Paesi europei, le persone - in media - sottovalutano le azioni più efficaci per combattere il cambiamento climatico e tendono a sopravvalutare quelle meno impattanti.

La consapevolezza degli impatti del cambiamento climatico è bassa. Ad esempio, soltanto il 4% degli intervistati è a conoscenza che gli ultimi 6 anni sono stati i più caldi mai registrati.

I messaggi suggeriti per contrastare il cambiamento del clima possono confondere, molte persone, infatti, non prendono in debita considerazione lo stile alimentare da adottare, la dieta, continuando a mangiare carne e latticini, anche se di provenienza locale, piuttosto che passare ad una dieta vegetariana.

Secondo le percezioni degli intervistati, le tre azioni più efficaci che un individuo potrebbe intraprendere per ridurre le emissioni di gas a effetto serra sono:

  • riciclare il più possibile (59%)
  • comprare energia da fonti rinnovabili (49%)
  • sostituire un'auto tipica con un veicolo elettrico o ibrido (41%).

Anche i cittadini italiani hanno la percezione che queste tre azioni siano le più efficaci per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

A livello di percezioni, le azioni più condivise sono

  • ridurre gli imballaggi e packaging (52%)
  • acquistare meno articoli, beni, ma più durevoli (46%).

Nella realtà, entrambe le misure citate, sono al di fuori delle prime 30 considerate più efficaci per combattere il cambiamento climatico, e si classificano, rispettivamente, al 38 ° e 46 ° posto.

Una delle azioni più efficaci, ossia “ristrutturare e rinnovare le abitazioni per l'efficienza” - che si colloca al 6 ° posto su 30 - è stata scelta soltanto dal 35% degli intervistati. In Italia, la percentuale di chi ritiene che ristrutturare e rinnovare le abitazioni rientri tra le azioni più efficaci per ridurre l’impatto del cambiamento climatico è superiore alla media di tutti i Paesi, attestandosi al 52%.

La decisione, invece, di non avere animali domestici si posiziona tra le prime 30 azioni per la riduzione dell'impatto del cambiamento climatico, collocandosi al 25° posto, ma questa scelta è condivisa solo dal 5% degli intervistati.

Sempre secondo le percezioni degli intervistati, il 43% ritiene che lo spostamento da alcune aree geografiche del nostro Pianeta durante il 2020 sia dovuto a conflitti, come ad esempio la guerra, la violenza criminale e la politica. Soltanto il 32% degli intervistati pensa sia dovuto a disastri climatici e meteorologici, come ad esempio uragani, tempeste e inondazioni.

In realtà, nei primi 6 mesi del 2020, 9,8 milioni di persone in tutto il mondo sono state sfollate a causa dei cambiamenti climatici rispetto ai 4,8 milioni di persone sfollate a causa dei conflitti. Su 28 Paesi, soltanto negli Stati Uniti (43%), Giappone (41%), Cina (40%), Francia (39%) e Russia (35%), gli intervistati erano più propensi a dire che il cambiamento climatico era la causa maggiore di spostamento interno. In Italia, il 38% degli intervistati ritiene che lo spostamento interno sia dovuto a conflitti e soltanto il 29% ai cambiamenti climatici.

In merito al riscaldamento globale, tutti gli intervistati hanno sottostimato (22%) o non erano sicuri (73%) di quanti anni, da partire dal 2015, siano stati registrati come i più caldi di sempre. Soltanto una persona su venticinque (4%) ha dato la risposta corretta, ossia che tutti i 6 anni – dal 2015 al 2020 – rientrano tra gli anni più caldi mai registrati.

Inoltre l'indagine evidenza che il 57% delle persone intervistate ritiene che mangiare prodotti locali (anche se comprendono carne e latticini), rispetto a seguire una dieta vegetariana (anche se alcuni prodotti sono importati da altri Paesi) sia l’azione ambientale più efficace nel ridurre le emissioni di gas serra di un individuo.

Ciò è condiviso anche dal 60% degli italiani. Infatti, soltanto il 18% crede che passare a una dieta vegetariana – anche se comprende prodotti provenienti da altri Paesi – ridurrebbe di più le emissioni di gas serra di ciascun individuo. In realtà, secondo alcune ricerche, il modo migliore per ridurre le emissioni di gas serra, a livello individuale, è proprio quello di passare a una dieta a base vegetariana.

Infine, la comprensione pubblica dell’impatto che la produzione di hamburger ha sul cambiamento climatico è davvero molto bassa. L’86% degli intervistati non ha idea di quanto lontano dovrebbe guidare un'auto per eguagliare le emissioni di carbonio necessarie per la produzione di un hamburger di manzo. Tra coloro che hanno provato a rispondere, la risposta media è stata di 43 km. In base ai dati sull'efficienza delle auto dell'AIE, la vera lunghezza del viaggio è tra 38-119 km.

Per approfondimenti: Ipsos - Percezioni vs realtà

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