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Comunità energetiche rinnovabili

29/08/2023 11:00

Il cittadino al centro della transizione energetica per la sostenibilità e contro la povertà energetica

Il cambiamento climatico è sempre più evidente, ne sono una prova le ondate di calore estremo che stanno caratterizzando l’estate in corso. Di fronte a questi cambiamenti, nessuno può rimanere  passivo, dobbiamo mettere in atto trasformazioni rapide e concrete, a partire dal sistema energetico, tra i primi responsabili delle emissioni climalteranti in atmosfera.

Come indicato dall’Unione Europea (UE), entro pochi anni, i paesi membri UE dovranno raggiungere l’obiettivo zero emissioni, entro il 2030 dovremmo ridurre, in Europa, le emissioni di gas serra del 55%. In questo scenario, ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo anche creando o prendendo parte ad una comunità energetica.

Le comunità energetiche consentono ai cittadini, ma anche a enti del terzo settore, amministrazioni locali e piccole e medie imprese (PMI), di scambiare e consumare energia rinnovabile su scala locale. La novità sta nel trasformare l’utente in un prosumer, ovvero un produttore e, al tempo stesso, consumatore di energia, acquisendo un ruolo attivo nella produzione energetica.

Il quadro normativo che disciplina le comunità energetiche, ed il suo excursus, è ricco, qui ricordiamo solo alcuni riferimenti normativi, come la direttiva europea 2018/2011, che ha delineato le comunità energetiche, suddividendole in Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e Configurazioni di Autoconsumo Collettivo (AUC), o, a livello nazionale, il Decreto Milleproroghe 2020 (art 42 bis), che ha introdotto questi istituti nel nostro Paese. Successivamente, con il Decreto Legislativo 199/2021, l’Italia ha recepito la direttiva RED II.

A livello regionale, la Toscana ha disciplinato questa materia con la legge regionale 42/2022 “Promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili”.

Di recente, l’Assessore all’ambiente della Regione Toscana, Monia Monni, rispondendo ad alcune nostre domande, ha sottolineato l’importanza della transizione energetica nel nostro territorio e la volontà di sostenere la nascita delle comunità energetiche. Centrale, quindi, è il coinvolgimento della cittadinanza, delle famiglie ma anche delle imprese, sia commerciali che produttive, nel produrre, consumare, scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.

Per promuovere e sostenere la realizzazione delle comunità energetiche la Regione Toscana ha previsto anche attività di animazione, informazione e comunicazione, realizzate dagli sportelli informativi territoriali dell’Agenzia regionale recupero risorse (A.R.R.R. SpA).

Per quanto riguarda l'attività di informazione e comunicazione alla popolazione, il rapporto di Symbola “Le comunità energetiche contro la crisi” afferma che “è solo il 13% dei cittadini a conoscere bene il concetto di CER ”; la percentuale migliora nel mondo imprenditoriale dove la conoscenza delle comunità energetiche sale al 32%. Sempre secondo questo rapporto il 65% dei cittadini ritiene che la CER possa rappresentare uno strumento d’aiuto nell’affrontare la crisi energetica, tanto che il 60% si mostra propenso a prenderne parte. Purtroppo un cittadino su quattro si mostra scettico sulla possibilità di attuare queste comunità in breve tempo.

Per questo è molto importante informare e comunicare. Per chi fosse interessato al tema delle comunità energetiche rinnovabili, in rete, sono disponibili alcune risorse:

Il primo documento descrive tutto il percorso da intraprendere per attivare una comunità energetica suddividendolo in più passaggi, dal primo conoscitivo fino all’ultimo dove si registra la comunità sul portale GSE. Quest’ultima, a sua volta, ha realizzato una guida per aiutare le persone nella corretta registrazione.

Il secondo, invece, rispondendo alla regola del giornalismo, 5 W più H, spiega cosa sono le comunità energetiche rinnovabili, chi le può attivare, come attivarle, dove sono state già realizzate e, soprattutto, sensibilizzare al perché intraprendere questo percorso.

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