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Campi elettromagnetici prodotti dalle stazioni radio base

La telefonia cellulare emette campi elettromagnetici con frequenze tra gli 800 e i 2600 MHz, un po’ più alte ma non sostanzialmente diverse da quella degli impianti di tipo televisivo.
Anche il telefonino emette lo stesso tipo di onde delle stazioni radio base seppur con potenze sensibilmente minori (1-2 W).

Il fascio di onde elettromagnetiche prodotto da una antenna per la telefonia cellulare è molto stretto in verticale e inclinato solo leggermente rispetto al suolo.

Poiché le modalità con cui gli impianti per la telefonia cellulare irradiano campi nell'area circostante sono efficacemente prevedibili, è possibile - grazie ad un progetto dettagliato degli impianti - garantire che i livelli di campo siano inferiori ai limiti di legge in tutti gli edifici circostanti e nelle aree occupate stabilmente da comunità di persone.

I limiti di esposizione ai campi elettromagnetici prodotti da questi impianti sono fissati in 20 V/m, per il campo elettrico, e 0,05 A/m, per il campo magnetico. All’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere o nelle aree intensamente frequentate, questi valori scendono a 6 V/m, per il campo elettrico, e 0,016 A/m, per il campo magnetico. Questi limiti stabiliti dalla norma italiana sono molto cautelativi: i valori limite raccomandati dalla Commissione Europea sono infatti circa 2-3 volte superiori rispetto ai valori italiani.

Sulla base delle valutazioni e dei controlli effettuati da ARPAT, si può affermare che, nonostante la loro diffusione all’interno dei centri urbani, gli impianti per la telefonia cellulare molto raramente determinano situazioni di criticità.

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