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Zone vulnerabili ed aree sensibili

Studio finalizzato alla implementazione di un sistema di monitoraggio

Anno di pubblicazione: 2010

A cura di: Responsabile Progetto: Luciano Giovannelli , Hanno collaborato: Direzione Generale (Andrea Adinolfi, Ornella Bresciani, Susanna Cavalieri, Stefano Menichetti; Dipartimento di Arezzo (Patrizia Bolletti, Barbara Cortonesi, Nicoletta Giorgi, Valeriano Gori, Giovanna Marchi; Dipartimento di Siena (Cesare Fagotti, Alessandro Becatti; Dipartimento di Lucca (Gilberto Baldaccini, Mario Cenni, Ignazio Fragalà,Alessandra Martines; Dipartimento di Pisa (Emilia Cavallaro, Gigliola Ciacchini, Carlo Cini , Laura Senatori)

Relazione finale dello studio realizzato per il PRAA 2007–2010 ai fini della implementazione di un sistema di monitoraggio finalizzato all'approfondimento delle conoscenze del territorio interessato dalle zone vulnerabili ed aree sensibili

Le attività di indagine conoscitiva sulle zone sensibili e/o vulnerabili da nitrati di origine agricola rientrano nell’interesse comune di Regione Toscana e ARPAT per monitorare gli effetti di azioni già intraprese, come ad esempio la designazione di Zone Vulnerabili o l’attuazione dell’accordo di programma per il collettamento e la depurazione degli scarichi liberi provenienti degli agglomerati, e poter rispondere in modo efficiente ed efficace ai flussi informativi imposti dalle Direttive 91/676/CE e 91/271/CE.

Per l’attuazione degli interventi relativi all’obiettivo specifico D3 del PRAA 2007 - 2010 “Tutelare la qualità delle acque interne e costiere e promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica” ARPAT ha realizzato il progetto “Approfondimento delle conoscenze del territorio interessato dalle zone vulnerabili ed aree sensibili”, di cui questo documento è la relazione finale.

Il progetto si è sostanziato nell’implementazione di un sistema di controllo nelle ZVN già designate dalle D.C.R. 170,171,172, 173/2003 e D.C.R. 3/2007 nonché in quelle ritenute degne di attenzione in relazione allo stato dell’ambiente idrico e delle pressioni gravanti su di esso e/o per la presenza di situazioni già potenzialmente critiche (zone vulnerabili B).

 

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