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Stima della dispersione delle sostanze inquinanti emesse in atmosfera da parte dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti solidi urbani in località Falascaia, Pietrasanta (LU)

Anno di pubblicazione: 2012

A cura di: ARPAT

In collaborazione con:

Pagine: 214

Prezzo:

Nello studio vengono stimate, in una vasta area centrata su Falascaia, le ricadute attese dei vari inquinanti di interesse sanitario emessi dall’impianto attuale (in funzione dal 2002) e dal precedente (attivo nello stesso sito dal 1974 al 1988).

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Il presente studio si inserisce nell’ambito della più generale "Indagine epidemiologica sulla popolazione nell’area del termovalorizzatore di Falascaia e sulla contaminazione da PCDD, PCDF e sostanze diossina simili nel territorio versiliese, attraverso l’uso di indicatori biologici, con particolare riferimento all’area di  pertinenza del termovalorizzatore di Falascaia a Pietrasanta", proposta dall’Azienda USL 12 Viareggio e approvata dalla Regione Toscana con la Deliberazione della Giunta n. 792 del 14.9.2009.

Nella fase di impostazione della predetta indagine epidemiologica è emerso che “per definire la
popolazione su cui focalizzare lo studio è necessario individuare l’area territoriale interessata alle ricadute delle emissioni”: a tal fine nel dicembre 2010 l’Azienda USL 12 ha richiesto il supporto tecnico di ARPAT per  “l’elaborazione dei modelli diffusionali delle emissioni dei due impianti”, relativi cioè al vecchio impianto di incenerimento (attivo dal 1974 al 1988) e all’attuale termovalorizzatore in funzione dal 2002.

Le attività tecnico-scientifiche necessarie per la realizzazione dello studio di dispersione ed i rapporti tra ARPAT e Azienda USL 12 sono stati regolamentati nel maggio 2011 tramite specifica convenzione e hanno riguardato:
a) ricerca, acquisizione e rielaborazione dei dati emissivi dell’impianto, nelle due configurazioni (quella attiva dal 1974 al 1988, e quella attuale in funzione dal 2002);
b) acquisizione e rielaborazione dei dati meteorologici rappresentativi della zona in cui  è collocato
l’impianto;
c) messa a punto, elaborazione e post-elaborazione (tabellare e grafica) delle simulazioni di dispersione, sia in termini di concentrazioni in aria ambiente che di deposizione al suolo delle sostanze emesse.

Il complesso di queste attività sia per quanto concerne l’impostazione che per il suo esito, è stato
oggetto di comunicazione e discussione con i tecnici dell’Azienda USL 12 e dell’Istituto Scientifico per la Prevenzione Oncologica (ISPO), nonché con il Comitato Scientifico di Garanzia costituito dalla stessa Azienda USL 12 a presidio dell’intera indagine epidemiologica, con funzione di “garante nei confronti dei cittadini e delle istituzioni, della metodologia impiegata e delle tappe necessarie per la sua realizzazione”.

La presente relazione costituisce il risultato della fase “preliminare” dello studio concordato tra ARPAT e Azienda USL 12: la fase “di approfondimento” (con riferimento all’inclusione di altre sorgenti emissive, all’usodi più stazioni meteorologiche e all’impiego di un modello di dispersione “evoluto”) sarà effettuata esclusivamente se ritenuto necessario d’intesa con l’Azienda USL 12

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