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Montemurlo: ARPAT partecipa ad un’attività interforze per la verifica della legalità nel campo della produzione degli "shopper"

03/03/2021 07:30

Nei giorni scorsi operatori del Dipartimento ARPAT di Prato hanno partecipato ad un’attività di controllo interforze con la Polizia Municipale di Montemurlo, di Napoli e Roma Capitale per la verifica del rispetto della normativa sulla produzione di shopper in plastica

Nei giorni scorsi operatori del Dipartimento ARPAT di Prato hanno partecipato ad un’attività di controllo interforze con la Polizia Municipale di Montemurlo, di Napoli e Roma Capitale per la verifica della normativa sulla produzione di shopper in plastica, cioè le comuni borse utilizzate per la spesa dei prodotti alimentari, dotate quindi, per lo più, di manici esterni alle dimensioni della borsa o realizzati sulla stessa.

I tecnici del dipartimento di Prato, oltre a supportare le altre forze di polizia in tale verifica, che ha portato al rinvenimento di un rilevante quantitativo di shopper fuori norma, hanno valutato anche tutti gli altri aspetti ambientali dell'azienda rilevando delle difformità, rispetto a quanto autorizzato, per quanto riguarda alle emissioni in atmosfera.

È importante rilevare che, in relazione agli "shopper" in plastica, la normativa vigente prevede che oltre a contenere una determinata percentuale di plastica riciclata debbano, soprattutto, essere riutilizzabili; per questo motivo devono avere uno spessore minimo che ne garantisca la resistenza e pertanto la loro riutilizzabilità nel tempo.

Le borse in plastica con spessore inferiore a quanto prescritto hanno infatti maggiore possibilità di rompersi e pertanto il consumatore non le riutilizza e le avvia a smaltimento. La “leggerezza” di una busta in plastica, quando abbandonata, ne facilita il trasporto eolico e quindi la diffusione nell'ambiente ma porta l'utilizzatore anche a farne uno smaltimento non corretto. Tali borse sono, infatti, spesso utilizzate erroneamente per il conferimento della frazione organica dei rifiuti domestici, in questo caso, finiscono per inquinare l’intera filiera di smaltimento dell’organico con materiale privo del requisito di biodegradabilità e compostabilità. Le borse ultraleggere, invece, usabili anche per la raccolta dell'organico, devono essere necessariamente biodegradabili e compostabili ed essere certificate come tali (ENI EN 13432:2002).

È infine utile ricordare che quanto sopra detto non è applicabile ai contenitori di imballaggio, come i sacchetti per il confezionamento di capi di abbigliamento, comunque riconoscibili per la mancanza di maniglie per il trasporto.

Per ulteriori informazioni, vedi anche le pagine Web del Ministero Ambiente -  Disciplina sulle borse di plastica - Istruzione per l'uso 

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