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Indicazioni dell'ISS sulla gestione dei fanghi di depurazione

22/04/2020 07:30

In relazione all'emergenza Coronavirus

L’Istituto superiore di sanità (ISS) ha pubblicato il rapporto "Indicazioni ad interim sulla gestione dei fanghi di depurazione per la prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2", destinato ai gestori del servizio idrico integrato, inclusi gli operatori degli impianti di depurazione, e alle autorità ambientali e sanitarie che operano sul territorio nazionale.

Il documento descrive le modalità operative per la gestione dei fanghi di depurazione, fornendo precise raccomandazioni su recupero, smaltimento, trattamento o riutilizzo, nel rispetto della normativa di riferimento e limitatamente alle circostanze contingenti legate all’emergenza COVID-19.

Le linee di indirizzo condivise dall'ISS riportano, in sintesi, le seguenti raccomandazioni per:

  • compostaggio e digestione anaerobica: tempi e temperature di trattamento rendono irrilevante il rischio di trasmissione del Coronavirus;
  • incenerimento e disidratazione termica: condizioni e temperature di trattamento rendono irrilevante il rischio di trasmissione del virus;
  • smaltimento in discarica: particolare attenzione va dedicata alle fasi della raccolta dei fanghi presso gli impianti di depurazione e del successivo trasporto, da effettuare con mezzi meccanici idonei e nel rispetto delle condizioni igieniche per gli addetti e per l’ambiente, evitando la formazione di aerosol e polveri e qualsiasi altro tipo di dispersione;
  • riutilizzo in agricoltura tramite spandimento o produzione di ammendanti e correttivi: bisogna assicurare il trattamento di stabilizzazione (con calce, acido solforico, ammoniaca, soda o relative combinazioni, digestione anaerobica o aerobica, disidratazione termica, idrolisi termica ecc.) e la coerenza con le buone pratiche agricole.

L'ISS evidenzia infine l’opportunità di potenziare i controlli su eventuali smaltimenti illeciti di acque reflue o fanghi non trattati in impianti di depurazione che, anche tramite la contaminazione di falde sotterranee o superficiali, potrebbero determinare un'esposizione umana a matrici potenzialmente infette dal virus.

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