Note sul fenomeno delle scie di condensazione
Un approfondimento dell’articolazione funzionale “Modellistica previsionale” di ARPAT sulla questione, a seguito di diverse segnalazione pervenite all'Agenzia.
A seguito della presentazione all’Agenzia di una serie di segnalazioni, richieste di informazioni e chiarimenti provenienti da cittadini o altri Enti legate al fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”, l’articolazione funzionale “Modellistica previsionale” di ARPAT ha effettuato un approfondimento sulla questione, pervenendo alla redazione uno specifico rapporto tecnico.
La ricerca bibliografica effettuata ha permesso di individuare e analizzare una serie di testi ed articoli scientifici nei quali vengono spiegati i fenomeni e le osservazioni che sono comunemente indicate come “scie di condensazione”, e che taluni attribuiscono alla dispersione in atmosfera di sostanze nocive definite “scie chimiche”. Il ben noto fenomeno delle “scie di condensazione” è prodotto dal vapore acqueo e dai gas di scarico rilasciati dai motori degli aerei in volo.
La visibilità delle scie di condensazione è presumibilmente aumentata a partire dagli anni ’90, a causa del miglioramento dell’efficienza di volo degli aerei (aumento del “contrail factor” e conseguente riduzione delle temperature critiche affinché le scie risultino visibili), della riduzione dell’intervallo tra livelli di volo al di sopra di una certa quota (Reduced Vertical Separation Minima, avvenuta in Europa tra il 1997 ed il 2005) e della conseguente disponibilità di ulteriori livelli e corridoi per il volo, e del costante incremento del traffico aereo commerciale.
Il rapporto quindi ripropone la teoria della formazione delle scie di condensazione, le corrispondenti condizioni fisiche che ne possono favorire la formazione e la persistenza, la corretta interpretazione dei “diagramma di Appleman” e, seppur a livello indicativo, l’evidenza che le condizioni di formazione delle scie si presentano con una certa frequenza anche nei cieli italiani proprio alle ordinarie quote di volo.
Sono state inoltre riportate alcune informazioni sulle emissioni inquinanti del traffico aereo, per l’Italia in generale ed in particolare per i principali aeroporti della Toscana, illustrando sinteticamente le stime e i dati sugli impatti dovuti a queste emissioni, sia per gli aspetti relativi alla qualità dell’aria che per gli effetti climalteranti.