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Precisazioni ARPAT sulle analisi svolte sui pesticidi

Riguardo alle dichiarazioni di alcune associazioni

30/06/2020

In un articolo pubblicato sul sito ToscanaChiantiAmbiente si apprende che 12 associazioni denunciano il PUFF (Piano per l’Uso sostenibile dei prodotti Fitosanitari e dei Fertilizzanti) della Toscana hanno sottoscritto una formale contestazione inviata all’Unione Europea.

In particolare in un passaggio dell’articolo si afferma che in alcune zone della Regione i Sindaci “sono costretti a emanare ordinanze come quella del 5 novembre 2019 di “misure urgenti per la tutela delle acque di approvvigionamento del pubblico acquedotto” per aver rilevato lo spandimento, nel caso specifico, di “glifosate, AMPA, oxadiazon, bupirimate, carbendazim, imidacloprid, penconazolo, tebufenozide, tetraconazolo, fluopyram, MCPA, pendimetalin, oxifluorfen” ed inoltre evidenziando che dalle indagini nelle aziende florovivaistiche “per alcune sostanze attive utilizzate nei trattamenti registrati (abamectina, clofentezine, tiofanate metile, acrinatrina, flonicamid, emamectina benzoato, deltametrina, diquat, pyriproxyfen, alcol isodecilato etossilato) non è stato possibile accertare l’effettivo utilizzo in area di salvaguardia perché ARPAT non le determina” ed infine invocando leggi che sanzionino gli enti preposti al monitoraggio per omissioni di atti di ufficio, "in quanto sappiamo che le cosiddette acque potabili in alcuni territori sono avvelenate ma la presenza di pesticidi non viene determinata da chi è preposto a farlo.”

Tralasciando le altre affermazioni dell’articolo riguardanti più specificatamente il PUFF, fermo restando che ARPAT non esegue analisi sulle acque destinate al consumo umano dal 2011 (attività che è di competenza delle Aziende Sanitarie), si intende fornire una disamina prettamente tecnica per la corretta interpretazione delle asserzioni sopra richiamate.

La determinazione dei prodotti fitosanitari in matrici ambientali e/o alimentari è una questione complessa che deve tenere conto di numerosi fattori visto l’elevato numero di molecole commercializzate e l’altrettanto vasta etereogenicità strutturale.

La necessità di linee analitiche e di campionamento dedicate richiede una attenta valutazione delle pressioni sulle matrici ambientali (in maniera estremamente semplificata associabili ai dati di vendita) e alle caratteristiche tossicologiche e ecotossicologiche dei vari principi fitosanitari, per poter indirizzare ed effientemente utilizzare le disponibilità economiche (strumentali e umane) dell’Agenzia che sono tutt’altro che infinite.

La questione viene ulteriormente complicata dal fatto che gli stessi dati di vendita non sono disponibili in forma disaggregata in quanto il SISTAN (Sistema Statistico Nazionale) non può comunicarli senza violare la vigente normativa sulla privacy (tutte le informazioni giuridiche in materia sono disponibili sul Web

Solo recentemente e dopo continue richieste, ISPRA è riuscita a ottenere da SISTAN una stima delle vendite, dove, per osservanza della legislazione precedentemente citata, i quantitativi venduti dei vari principi fitosanitari sono state catalogati come A (alti), B (bassi) e M (medi).

Dei dieci principi fitosanitari riportati nell’articolo pubblicato ovvero: abamectina, clofentezine, tiofanate metile, acrinatrina, flonicamid, emamectina benzoato, deltametrina, diquat, pyriproxyfen, alcol isodecilato etossilato ben sette presentano dati di vendita catalogati come B (= bassi) (abamectina, clofentezine, acrinatrina, flonicamid, emamectina benzoato, deltametrina, pyriproxyfen) e uno come M (= medi) (Diquat).

ARPAT pur essendo una delle realtà agenziali più avanzate ed evolute a livello nazionale nella analisi di principi fitosanitari in matrici ambientali (prima realtà pubblica ad accreditare a norma UNI EN 17025 un metodo analitico per Glifosate ed AMPA ed, attualmente, in grado di analizzare oltre cento principi fitosanitari diversi) ha deciso, per un ottimale utilizzo delle risorse disponibili, di escludere in questo tipo di analisi i principi venduti sul territorio regionale in misura ridotta.

Il Tiofanate Metile è l’unico principio fitosanitario della lista in oggetto che presenta vendite di tipo A (= alte), tuttavia, secondo quanto riportato nella letteratura scientifica (Metabolic Pathways of Agrochemicals: Part 2: Insecticides and Fungicides, Terry R Roberts et al. 1999), tale sostanza si degrada rapidamente in acqua a Carbendazim (Metil 1H -benzimidazol-2-ilcarbammato) e tale metabolita è correntemente analizzato tramite HPLC-HRMS nel laboratorio di ARPAT.

Relativamente all’ultima sostanza citata nella mail originale ovvero l’alcol isodecilato etossilato, che, probabilmente nelle intenzioni dello scrivente, è identificabile con l’ alcol isodecilico etossilato, è d’uopo segnalare che non si tratta di un principio fitosanitario, ma di un coadiuvante tecnologico che pertanto non viene ricercato.

Proprio per ovviare a questa problematica ed evitare che si possa sfruttare in maniera illecita l’impossibilità della ricerca delle centinaia di sostanze ad attività fitosanitaria commercializzate, è stato suggerita l’introduzione nella prossima revisione del PUFF di un criterio di selezione dei principi attivi permessi nella nuova lista in base alla possibilità o meno di analisi da parte dei laboratori pubblici preposti al controllo di ARPAT o ASL.

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