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Giovedì 23 settembre 2021

Fridays for future: nuovo sciopero per il clima


Fridays for future ha organizzato per venerdì 24 settembre 2021 un nuovo sciopero per fare riflettere tutta la popolazione su uno dei problemi più urgenti, e più complessi da affrontare, il riscaldamento globale

L’ultimo rapporto IPPC del 9 agosto 2021 ha evidenziato come gli eventi estremi siano strettamente connessi alla crisi climatica. La comunità scientifica è ormai, in modo quasi unanime, concorde nel ritenere che i mutamenti del clima siano di origine prevalentemente antropica. L’aumento della temperatura è infatti dovuto alla continua crescita e concentrazione delle emissioni di gas a effetto serra come il biossido di carbonio (o CO2), il metano e il protossido di azoto, causate da attività umane come l’uso di combustibili fossili e l’utilizzo dei suoli.

Inoltre, secondo le evidenze scientifiche presentate nei rapporti di valutazione dell'IPCC, nei prossimi decenni, la regione Europea ed in particolare quella del Mediterraneo dovrà far fronte ad impatti dei cambiamenti climatici particolarmente negativi, tanto da classificare questa area geografica tra le aree più vulnerabili d’Europa. Di questo ne abbiamo avuto ampia dimostrazione durante l’estate appena terminata, che ci ha messo difronte a temperature record, siccità crescente, alluvioni violente ed incendi sempre più numerosi.

In Italia, la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha elaborato un documento di sintesi delle conoscenze scientifiche su impatti, rischi e interazioni dei cambiamenti climatici a livello nazionale in relazione a diversi stadi di riscaldamento e modelli di sviluppo.

Il documento rappresenta una solida base scientifica e tecnica, utilizzabile anche dai responsabili dei processi decisionali per le fasi di programmazione, pianificazione e allocazione delle risorse necessarie per metter in atto politiche climatiche e territoriali adeguate. Al tempo stesso può essere un utile strumento per diffondere l'informazione e aumentare la consapevolezza dei singoli sul cambiamento climatico.

In sintesi, i cambiamenti ipotizzati e riassunti nel report sono i seguenti:

  • temperatura in aumento, i modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a 2 gradi nel periodo 2021-2050 (rispetto al 1981-2010). Nello scenario con cambiamenti climatici più intensi si evidenziano variazioni maggiori in zona alpina e nella stagione estiva. In questo scenario si arriva ad ipotizzare anche un innalzamento della temperatura di 5 gradi a fine secolo;
  • meno piogge ma più intense, tra i principali risultati evidenziati dalle analisi degli scenari climatici vi è una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo (più lieve in primavera) per il Sud e per il Centro Italia, aumentano le precipitazioni nel periodo invernale nel Nord Italia. Associato a questi segnali vi è un aumento sul territorio della massima precipitazione giornaliera per la stagione estiva ed autunnale, più marcata per lo scenario ad elevate emissioni di gas serra;
  • più giorni caldi e secchi, sia per lo scenario ad emissioni contenute che per quello ad emissioni elevate emerge un consistente aumento di giorni con temperatura minima superiore a 20 gradi e, nella stessa stagione, un aumento della durata dei periodi senza pioggia;
  • aumento delle temperature superficiali e del livello del mare, dell'acidificazione delle acque marine e dell'erosione costiera.

Sempre con riferimento al nostro Paese, anche il documento “Clima – Visione 2040”, elaborato da WWF Italia, elenca le principali criticità che dovremo affrontare con l’affermarsi del cambiamento del clima, così riassumibili:

  • possibili alterazioni del regime idro-geologico che potrebbero aumentare il rischio di frane, flussi di fango e detriti, crolli di roccia e alluvioni lampo in alcune zone particolarmente a rischio (la valle del fiume Po, le aree alpine ed appenniniche);
  • possibile degrado del suolo e rischio più elevato di erosione e desertificazione del terreno, con una parte significativa del Sud del Paese classificato a rischio di desertificazione e diverse regioni del Nord che mostrano condizioni preoccupanti;
  • maggior rischio di incendi boschivi e siccità per le foreste italiane, con la zona alpina e le regioni insulari (Sicilia e Sardegna) che mostrano le maggiori criticità;
  • maggior rischio di perdita di biodiversità e di ecosistemi naturali, soprattutto nelle zone alpine e negli ecosistemi montani; maggior rischio di inondazione ed erosione delle zone costiere a causa di una maggiore incidenza di eventi meteorologici estremi e dell’innalzamento del livello del mare (anche in associazione al fenomeno della subsidenza, di origine sia naturale sia antropica);
  • potenziale riduzione della produttività agricola soprattutto per le colture di frumento, ma anche di frutta e verdura; la coltivazione di ulivo, agrumi, vite e grano duro potrebbe diventare possibile nel nord dell’Italia, mentre nel Sud la coltivazione del mais potrebbe peggiorare e risentire ancor più della scarsa disponibilità di acqua irrigua;
  • possibili ripercussioni sulla salute umana, specialmente per i gruppi più vulnerabili della popolazione, per via di un possibile aumento di malattie e mortalità legate al caldo, di malattie cardio-respiratorie da inquinamento atmosferico, di infortuni, decessi e malattie causati da inondazioni e incendi, di disturbi allergici e cambiamenti nella comparsa e diffusione di malattie di origine infettiva, idrica ed alimentare;
  • potenziali danni per l’economia italiana nel suo complesso, dovuti a varie cause, tra cui una minore produzione di energia idroelettrica, un’offerta turistica invernale ridotta (o più costosa) e minore attrattività turistica della stagione estiva, un calo della produttività nel settore della pesca, effetti sulle infrastrutture urbane e rurali con possibili interruzioni o inaccessibilità della rete di trasporto con danni agli insediamenti umani e alle attività socio-economiche.

Fridays for future, quindi, invita tutt* a scendere nelle strade, venerdì 24 settembre 2021, per chiedere politiche concrete ed immediate per fronteggiare i cambiamenti climatici e lancia un messaggio ai leader mondiali per limitare drasticamente le emissioni disinvestendo dai combustibili fossili e ponendo fine all’estrazione, alla combustione e all’utilizzo degli stessi.

Questo è un momento cruciale, infatti, già nei prossimi giorni, dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, a Milano, si terrà la pre-COP, importante incontro preparatorio della COP26, che si terrà il prossimo novembre a Glasgow.

L’attenzione è fortemente puntata sui cambiamenti del clima e su come stiano incidendo sulla nostra salute, sugli ecosistemi e sull’intera economica. Per questo Friday for future lancia non solo un forte grido d’allarme ma soprattutto di mobilitazione di tutta la popolazione.


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