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Martedì 20 luglio 2021

Mobilità su due ruote: intervista alla Presidentessa Fiab di Pisa


Lo stato della mobilità dolce su due ruote nei comuni della provincia di Pisa

Mobilità su due ruote: intervista alla Presidentessa Fiab di Pisa

Foto di Pexels da Pixabay

Questa settimana ha risposto alle nostre domande sulla mobilità dolce su due ruote Leonora Rossi, avvocato e Presidente Fiab di Pisa dal mese di marzo 2021, dopo aver partecipato attivamente alle attività dell'associazione per circa tre anni. Il suo coinvolgimento diretto sul tema della mobilità è quindi abbastastanza recente.

Di sé stessa dice che: "Da cittadina pisana ho sempre utilizzato per i miei spostamenti in città la bicicletta. Dopo che la mia famiglia si è trasferita fuori Pisa ho continuato a muovermi con la bicicletta, percorrendo strade provinciali che ora ritengo davvero pericolose. Ho sempre amato le due ruote fin da ragazzina, pur non avendo consapevolezza della mia passione. Quattro anni fa ho iniziato a fare cicloturismo e da quel momento in poi, non solo la bicicletta in sé ma anche tutto il bellissimo mondo che le ruota intorno, sono diventati una parte importante della mia vita. Viaggiando in bici all'estero ho potuto toccare con mano il lavoro che in Italia deve ancora essere fatto, sia in termini di sicurezza stradale, che di infrastrutture ciclabili e di valorizzazione del cicloturismo. Per questo ritengo importante contribuire ad una mobilità ciclistica migliore nella mia città ed impegnarmi in tal senso con Fiab".


Come valuta la rete di piste ciclabili presenti nella provincia di Pisa ? Sono in grado di soddisfare la richiesta di mobilità su due ruote nel territorio ?

La Provincia di Pisa è molto vasta e l'associazione si concentra principalmente sulla rete ciclabile del Comune di Pisa e dei comuni ad esso limitrofi. Posso comunque sostenere che vi è carenza di piste ciclabili. In alcuni comuni vi sono piste all'interno del complesso urbano ma spesso i vari tratti sono sconnessi. Manca una rete ciclabile di tipo dorsale che consenta di connettere i vari comuni tra di loro e, all'interno del medesimo comune, le varie frazioni.

Grossi passi in avanti si sono fatti negli ultimi anni per quanto riguarda la ciclovia dell'Arno che attraversa la provincia di Pisa nei comuni di Pisa, Cascina, Calcinaia, Pontedera, Castelfranco di Sotto, San MIniato. Attualmente è stato completato il tratto da Pisa a Marina di Pisa (pista c.d. del Trammino) e alcuni tratti a Pontedera.

Visto il momento positivo per la mobilità ciclistica, e la possibilità di intercettare finanziamenti a fronte di buoni progetti, Pisa sta ampliando la propria rete ed è notizia recente che sono stati finanziati sia tratti che insistono sulla ciclovia dell'Arno (come ad esempio il tratto da Il Trammino alla bellissima Basilica di San Piero a Grado) sia tratti che collegano i poli universitari alle stazioni ferroviarie. Inoltre sono in corso contatti per creare un collegamento ciclabile tra Pisa ed il limitrofo comune di San GIuliano Terme.

Il territorio della provincia di Pisa sarà inoltre interessato da un'altra struttura ciclabile strategica, ovvero la ciclovia Tirrenica che vedrà coinvolti i comuni di Pisa, Vecchiano e San GIuliano Terme. Anche in questo caso, una volta delineata la struttura principale della ciclovia, ci sarà l'occasione per creare percorsi ciclabili di connessione tra i vari comuni e le frazioni. Si tratta di progetti concreti la cui realizzazione, tuttavia, è ancora lontana nel tempo.

Visto il successo sia del bonus mobilità che delle piste ciclabili realizzate (ad esempio Il trammino, tratto della ciclopista dell'Arno tra Pisa e Marina di Pisa) posso affermare che attualmente la rete ciclabile della provincia di Pisa non soddisfa la richiesta di mobilità su due ruote nel territorio in questione .

bambini in biciclettaPer quanto riguarda, invece, il tema della mobilità su due ruote e la scuola, ci sono sul territorio iniziative di bici-bus ? Le piste ciclabili esistenti passano in prossimità delle scuole, oppure non tengono conto dell’ubicazione delle stesse ?

Nel comune di Pisa non ci sono esperienze di bicibus se non la giornata del Bike to School organizzata dalla sezione locale di Fiab. Alcune scuole hanno nelle loro vicinanze piste ciclabili che, tuttavia, non essendo protette, non garantiscono sicurezza adeguata ai piccoli ciclisti. A oggi inoltre non sono state istituite le c.d. strade scolastiche e le zone adiacenti alle scuole sono spesso luoghi molto pericolosi, con auto parcheggiate in doppia fila, sui marciapiedi e addirittura sulle piste ciclabili quando esistenti.

Come valuta le cosiddette piste pop-up, ovvero quelle delineate da una semplice segnaletica su strada, che, di recente, sono nate in molte città? Queste piste potranno invogliare le persone a cambiare le abitudini di spostamento o saranno viste come poco sicure e quindi non abbastanza utilizzate ?

uomo in bici in cittàPersonalmente sono molto favorevole alle corsie ciclabili che sono nate in epoca covid e sono state istituzionalizzate recentemente nel codice della strada. Esse, seppure in un primo momento non sicure, possono invogliare molte persone a utilizzarle, contribuendo a cambiare la mentalità di molti automobilisti. Infatti, è dimostrato che più ciclisti sono presenti per strada e più alto è il livello di sicurezza della circolazione ciclabile (safety in numbers). Di fatto l'automobilista, dovendo condividere lo spazio stradale con molti ciclisti, vi presterà più attenzione e ridurrà la velocità. Inoltre hanno l'evidente vantaggio di essere economiche e di rapida e facile realizzazione. Consentono infine di attuare sperimentazioni a seguito delle quali si potrà approntare il percorso ciclabile più opportuno per il traffico e la conformazione della strada. Ovviamente è auspicabile che le corsie ciclabili diventino in un secondo momento, laddove possibile, delle vere e proprie piste ciclabili protette.

Per questi motivi  Fiab Pisa, all'inizio della pandemia, ha inviato all'amministrazione comunale le proprie proposte in materia di Rete di Mobilità di Emergenza (RME) auspicando uno sviluppo della rete ciclabile cittadina. Il basso costo della loro realizzazione e il cambio di paradigma sulla mobilità che il distanziamento sociale richiede erano per noi due ottimi motivi per procedere in questa direzione. Purtroppo l'amministrazione comunale ha ritenuto di non dover investire risorse nell'ambito della Rete di Mobilità di Emergenza.

Cosa pensa degli incentivi dati, di recente, a livello governativo per acquistare biciclette, monopattini e simili ? Per affermare la mobilità su 2 ruote, va incentivato l’uso o l’acquisto di mezzi ?

Sono molto favorevole agli incentivi governativi per l'acquisto di mezzi di mobilità non inquinanti e alternativi all'auto. Il grande successo ottenuto è la prova della grande voglia di dedicarsi a forme di mobilità più sostenibili. Credo quindi che tali incentivi dovrebbero continuare. Del resto in Italia si sono dati e si continuano a dare incentivi per acquisto e rottamazione di auto. È decisamente giunto il momento di incentivare la mobilità sostenibile con l'acquisto di mezzi di trasporto non inquinanti.

donna anziana in biciAggiungo, inoltre, che grazie agli incentivi molte persone, magari non più giovanissime o non abituate a muoversi in bicicletta, hanno deciso di acquistare biciclette a pedalata assistita per recarsi al lavoro o per gli spostamenti giornalieri. L'incentivo economico ha quindi consentito loro di approcciarsi a una mobilità sostenibile e più salutare. Oltre agli incentivi all'acquisto occorre ovviamente che la rete ciclabile cittadina ed extraurbana venga potenziata.

Da una parte le biciclette a pedalata assistita e gli altri mezzi con batteria ricaricabile ci allontanano, al momento, dall’obiettivo zero emissioni, in quanto l’energia è ancora prodotta per lo più da fonti fossili, dall’altra avvicinano alla mobilità dolce un numero di persone che altrimenti non sarebbero state interessate a cambiare il loro modo di muoversi; secondo lei, sono maggiori i vantaggi o gli svantaggi ? Meglio avere più persone su biciclette, monopattini e simili anche a batteria con emissioni di gas effetto serra o puntare alle emissioni zero e combattere in modo determinato il cambiamento climatico ?

Ritengo che il vantaggio dei monopattini e delle biciclette elettriche siano indubbi, pur se la loro costruzione genera molte emissioni gasalteranti. Perché i vantaggi di una mobilità dolce sono molteplici in termini di zero emissioni sonore, minore ingombro nelle nostre città e quindi la possibilità di recuperare spazio per pedoni e rigenerazione urbana, vantaggi per la salute (nel caso di biciclette a pedalata assistita) e, ovviamente, diminuzione sostanziale del numero di incidenti stradali causati principalmente dalle auto.

La strada è sempre più contesa tra veicoli di varia natura, auto, moto, biciclette, monopattini e altri mezzi ancora, talvolta, si rasentano situazioni di conflitto, cosa si può fare per farsì che ci sia un maggiore rispetto tra i diversi fruitori ?

Non occorre inventarsi niente ma semplicemente far rispettare il codice della strada e utilizzare gli strumenti di riduzione della velocità veicolare in esso previsti, prendendo esempio anche dalle numerose esperienze estere. Per evitare possibili conflitti tra i diversi utenti della strada occorre creare, dove possibile e in ambiente urbano, percorsi ciclabili protetti, quindi sicuri rispetto al traffico veicolare, e, dove non sia possibile, scegliere altre soluzioni come le corsie ciclabili o modificare la tipologia delle strade (ad esempio facendole diventare strade residenziali) e limitare la velocità delle auto a 30 km/h, consentendo così una condivisione della carreggiata tra autisti, ciclisti e monopattini, in assoluta sicurezza.

Sono temi con i quali le amministrazioni dovranno confrontarsi sempre di più in futuro perché la richiesta di sicurezza stradale da parte dei cittadini sta aumentando e vi è sempre più la voglia di utilizzare mezzi di trasporto diversi dall'auto privata.

Per concludere come vede il futuro della mobilità sostenibile, che è tra le "partite" per la ripresa post Covid 19? Ritiene che saremo in grado di realizzare un cambiamento vero in questo settore?

Credo che il cambiamento sia in atto. Guardando alle esperienze degli altri paesi europei, lo si comprende bene. Una città con poche auto è una città in cui ogni fascia di età può circolare sicura, in cui i bambini possono andare a scuola da soli, guadagnando autonomia e autostima. È una città più sana perché meno inquinata ma anche perché i suoi abitanti attuano una mobilità attiva. Ciò non toglie che in Italia questo cambiamento non sia ancora stato recepito del tutto. 

A parte alcune città (Milano, Bologna ad es.), molte altre ritengono i temi della mobilità sostenibile ancora di nicchia e marginali. Gli incentivi in materia previsti dal PNRR non sono stati all'altezza delle aspettative ma sicuramente la direzione del cambiamento è stata delineata. Si tratta solo di percorrerla con coraggio regalando a noi stessi e alle generazioni future città migliori.


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