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Martedì 10 novembre 2020

Emissioni globali di anidride carbonica di origine fossile


Se a livello mondiale continuano ad aumentare, UE e Regno Unito sono andati in controtendenza

A livello globale, nel 2019, proseguendo un trend già osservato nel 2017 e 2018, le emissioni di CO2 di origine fossile hanno continuato ad aumentare, anche se ad un tasso di crescita inferiore (+0,9% rispetto al 2018).

Queste emissioni sono invece diminuite di quasi il 3,8%, risultando inferiori del 25,1% rispetto ai livelli del 1990, nei Paesi dell'Unione europea e nel Regno Unito, la riduzione più significativa tra le principali aree economiche responsabili delle emissioni a livello mondiale. In confronto, Stati Uniti e Giappone hanno aumentato le loro emissioni rispettivamente dello 0,8 e dello 0,4% rispetto ai livelli del 1990, mentre Cina e India hanno rispettivamente 3,8 e 3,3 volte più emissioni di CO2 nel 2019 rispetto al 1990, a causa della loro rapida industrializzazione negli ultimi due decenni.

emissioni-co2-fossile.jpg

La tendenza al ribasso delle emissioni nei paesi dell’Unione europea è confermata anche dai dati preliminari dell'Agenzia europea per l'ambiente (EEA) sulle emissioni di gas serra; tali dati collocano l'UE sulla buona strada per porre fine all'uso di sostanze chimiche che danneggiano lo strato di ozono nell'ambito del protocollo di Montreal: nel 2019, per il settimo anno consecutivo, l'UE ha distrutto o esportato più sostanze che riducono lo strato di ozono di quante ne abbia prodotte o importate. I risultati riflettono il successo nell'attuazione del regolamento sull'ozono dell'UE, che va oltre il protocollo di Montreal.

In Italia tra il 1990 e il 2019 le emissioni di CO2 di origine fossile sono diminuite del 23% e tra il 2018 e il 2019 del 3%, una percentuale inferiore alla media europea. Tra i paesi UE e Regno Unito, nel 2019, il maggior contributo alle emissioni totali di CO2 dell’UE è venuto dalla Germania con il 21,3%, seguita da Regno Unito (11,0%), Italia (10,0%), Polonia (9,6%), Francia (9,5%) e Spagna (7,8%).

emissioni CO2 fossile in Italia

Questi sono alcuni dei risultati degli ultimi aggiornamenti della banca dati per ricerca sulle emissioni atmosferiche globali (EDGAR), strumento sviluppato dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea che fornisce serie temporali sulle emissioni di CO2 fossile dal 1970 al 2019 in tutti i paesi. Le stime EDGAR si basano sulle ultime statistiche globali disponibili e sulla conoscenza scientifica dei meccanismi di emissione per un'ampia gamma di attività antropiche. La metodologia utilizzata è completamente trasparente e in linea sia con la letteratura scientifica più recente che con le raccomandazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).

Le riduzioni registrate in Europa sono l’effetto di una combinazione di politiche relative al cambiamento climatico, che mirano a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990, un obiettivo per raggiungere un'UE climaticamente neutra (emissioni nette di gas a effetto serra pari a zero) entro il 2050. Diverse proposte per rafforzare queste ambiziose politiche climatiche e ambientali dell'UE sono previste anche nel contesto del Green Deal europeo.

Come osservato dall’EEA, la tendenza al ribasso delle emissioni nell’UE riflette la forte e costante crescita delle energie rinnovabili in Europa e l'abbandono del carbone, innescato in particolare dall'aumento dei prezzi delle emissioni di carbonio. Inoltre, il calo del 2019 si è verificato in un periodo di crescita economica, evidenziando i risultati di politiche climatiche efficaci attuate in tutta l'UE. Ciò dimostra che è chiaramente possibile raggiungere obiettivi di riduzione più ambiziosi entro il 2030, aprendo la strada ad un'UE climaticamente neutra entro il 2050.

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