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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Lunedì 07 settembre 2020

La ripresa delle scuole e delle attività a pieno regime e la sfida della mobilità


Contemperare l’uso dei mezzi di proprietà e quelli condivisi del trasporto pubblico è la vera sfida per coesistere col virus

L’Italia ha affrontato il periodo di confinamento e delle vacanze estive tra Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) e Ordinanze dei Presidenti di Regione. Questa modalità, che è congeniale al nostro paese, ha permesso di affrontare i picchi di accelerazione imposti dall’emergenza con soluzioni “alla bisogna” capaci di spostare l’ostacolo in avanti.

Con questo bagaglio d’esperienza il paese si appresta ad affrontare il rientro di lavoratori e studenti che rappresentano flussi di passeggeri da gestire alla luce delle nuove regole del distanziamento, sia durante gli spostamenti sia nelle sedi di attività.

I centri urbani sono ogni giorno attraversati da migliaia di pendolari “commuters”, lavoratori e studenti “city users”, mettendo a dura prova la tenuta della rete viaria (su gomma e su ferro) delle città. A tutto questo si somma il traffico derivante dagli asili nido (0-3 anni), dalla scuola dell’infanzia (materna 3-5 anni), dalla primaria (elementare 6-10 anni) e dalla secondaria di primo grado (scuola media).

Se da un lato infatti le aziende di trasporto pubblico locale (TPL) si vedono costrette a causa del distanziamento a diminuire fortemente la portata delle vetture dall’altro non è possibile tornare (come negli anni ‘60 e ‘70) ad incentivare l’uso del mezzo privato rendendo un’unica lastra di lamiera le nostre strade e riproponendo livelli d’inquinamento e di traffico pari a quelli del ventennio 80-90.

Sono state varate misure di sostegno alle aziende di TPL ed ai viaggiatori (D.lgs n. 34 del 19.05.2020 e D.lgs. n. 104 del 14.08.2020) mettendo a disposizione contributi all’incentivazione del TPL al fine anche di ovviare alle prevedibili mancate entrate che le aziende di trasporto dovranno affrontare.

Per quanto sopra esposto le aziende con difficoltà potranno procedere a nuove acquisizioni di carrozze e nuovi mezzi a propulsione sostenibile prevedendo una sottoutilizzazione del loro attuale parco circolante.

Uguali contributi (D.lgs n. 34 del 19.05.2020 e D.lgs. n. 104 del 14.08.2020) sono stati varati per l’acquisto da parte di privati di mezzi di locomozione personale leggera a propulsione muscolare/elettrica per un basso impatto ambientale e di nuove vetture a propulsione termica, elettrica ed ibrida, per incentivare l’affermarsi di un parco auto circolante a minori emissioni e sostenibile.

Nel tentativo di gestire tutta la mole degli spostamenti necessari, come accennato, i mezzi pubblici del TPL saranno costretti a viaggiare a capienza.

L’incentivazione all’acquisto ed all’uso di nuovi mezzi di mobilità personale leggera ha accelerato nelle amministrazioni da un lato l’avvio di nuove convenzioni con società di noleggio di mezzi leggeri (bici, bici a pedalata assistita, monopattini, tavole elettriche bilanciate, monoruota elettriche autostabilizzanti) e dall’altro a realizzare piste ciclabili con semplici indicazioni di pittogrammi e segnaletica stradale (bike–line).

Occorre in questo caso adeguare il codice stradale che ad oggi contempla solo piste ciclabili realizzate con dislivello rispetto alle mezzerie per la viabilità del traffico e delimitate da laterizio. Allo stesso tempo si rende necessario comunicare la rilevanza che una variazione di tale portata impatta sulla disciplina stradale dei centri urbani e dei risvolti assicurativi nell’ambito dei sinistri diventando la sede stradale ad uso “promiscuo” come indicato al comma 3 dell’art 232 del D.l n. 34 del 19.05.2020 (detto decreto “Rilancio”).

A quanto sopra si aggiunge una non omogenea regolamentazione d’uso a livello nazionale dei mezzi di micromobilità personale ed una mancante regolamentazione assicurativa in caso di sinistro. Perché sia attiva ed efficace un’interoperabilità dei nuovi dispositivi alla mobilità leggera e sostenibile occorre inoltre valutare che i parcheggi siano strategicamente posizionati in prossimità di stazioni (ferroviarie/corriere) ed aree di sosta destinate a ricevere i mezzi privati a cui dalle amministrazioni è “sconsigliato” o proibito l’accesso nelle aree urbane.

Le linee guida sulle modalità organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19 in materia di trasporto pubblico licenziate dal Ministero per gli Affari regionale e le Autonomie, oltre a raccomandare quanto più possibile l’uso di mobilità sostenibile e/o dolce, sottolineano l’importanza di articolare l’orario di lavoro in ampie fasce di entrata e di uscita differenziate per modulare la mobilità dei lavoratori e prevenire di conseguenza i rischi di aggregazione connessi alla mobilità dei cittadini. Allo stesso modo viene indicato di realizzare una differenziazione e prolungamento degli orari di apertura degli uffici, degli esercizi commerciali, dei servizi pubblici e delle scuole di ogni ordine e grado. Per queste ultime, al fine di consentire ingressi ed uscite differenziate si rende opportuno, nell’ambito di un coordinamento, di realizzare intese a livello territoriale tra gli enti locali, le Direzioni generali regionali del Ministero Istruzione ed i competenti Assessorati Regionali per giungere ad una programmazione integrata. Tali misure dovranno essere modulate in relazione alle esigenze del territorio ed al bacino di utenza di riferimento avendo come obiettivo quello di ridurre in modo consistente i picchi di utilizzo del trasporto pubblico presenti nel periodo antecedente l’emergenza.

Come in altri frangenti, dove la collaborazione dei singoli sarà determinante, la “differenza” la farà la propensione dei cittadini a mettere in atto tutti quei comportamenti virtuosi noti che in pratica paiono fare fatica a decollare od a diventare d’uso comune. Le linee guida infatti richiamano esplicitamente ad una “responsabilità individuale” di tutti gli utenti dei servizi di trasporto pubblico rimanendo un punto essenziale per garantire il distanziamento interpersonale. Il documento illustra un ampio decalogo di comportamenti corretti da rispettare all’interno e nelle fasi di salita/discesa dalle vetture il cui coefficiente di riempimento non potrà superare l’80% dei posti consentiti. Nelle vetture dovrà inoltre essere garantito un ricambio d’aria costante, predisponendo in modo stabile l’apertura dei finestrini o di altre prese di aria naturale.

Al fine di garantire il distanziamento sociale imposto dall’emergenza ed allo stesso tempo non affollare di mezzi privati le strade, viene incentivato oltre all’uso di mezzi di mobilità personale sostenibile anche la mobilità dolce muscolare. La visione prevede la riconfigurazione dei tempi della città, i cui servizi e le funzioni necessarie potrebbero essere tutte raggiungibili a piedi nell’arco di 15 min. e pertanto non più con un solo centro in città, ma con più centri. Si tratta in altre parole di mettere a regime le buone pratiche anche dopo che l’emergenza verrà meno. L’affermarsi di una mobilità alternativa e di prossimità adesso rappresenta un’esigenza contingente ma potrebbe diventare un’opportunità da mantenere nella quotidianità.

mobility-manager M.jpgIn attesa che le buone pratiche dei singoli diventino abitudine corrente oltre che socialmente riconosciute, la figura del “Mobility Manager” ed i piani di spostamento casa lavoro possono accompagnare la popolazione verso gli auspicati comportamenti virtuosi.

A tale proposito il Decreto Legge n. 34/2020, ancora in attesa di conversione, prevede l’obbligo di redigere i piani di spostamento casa-lavoro entro il 31.12 di ogni anno per le imprese con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti e la nomina del responsabile della mobilità aziendale (Mobility Manager) da parte delle imprese e le pubbliche amministrazioni come già previsto all’art. 1, comma 2, del D.lgs. n. 165 del 30.03.2001.

Ugualmente in ambito scolastico la medesima figura era stata introdotta con legge 221 del 28.12.2015. Il responsabile della mobilità scolastica è scelto su base volontaria e senza riduzione del carico didattico, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e tenuto conto dell’organizzazione didattica esistente. Ha sostanzialmente gli stessi compiti del Mobility Manager aziendale, ma chiaramente con riferimento al personale scolastico ed agli alunni.

Per centrare l’obiettivo sarà fondamentale l’allineamento e le sinergie che verranno poste in campo da tutti i soggetti coinvolti ai vari livelli, dalle Amministrazioni alle aziende del TPL che insieme ad un’utenza “consapevole” dovranno condividere modalità di erogazione ed uso del servizio. Il nuovo assetto viario dei centri urbani dovuto all’emergenza oltre a migliorare la salute della popolazione, viene così predisposto e pensato anche e soprattutto per sollecitare ed esortare i cittadini a cambiare le proprie abitudini incentivandoli a combinare i vari tipi di mobilità sostenibile, dalla micromobilità personale elettrica e non, a quella pedonale, dall’uso del TPL a tutte le altre soluzioni di trasporto a basse emissioni.

Approfondimenti: Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 62

Testo di Sergio Lavacchini


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