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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Mercoledì 15 luglio 2020

Una nuova gestione degli spazi e dei tempi


Ripensare la mobilità anche alla luce degli ultimi avvenimenti risulta essere la strada per strutturare percorsi di rinnovamento ed adeguamento alla rete viaria definitivi permettendo di ospitare mezzi che collaborano tra loro complementari ed organizzati

Si è tenuta a giugno la IV conferenza nazionale sulla “sharing mobility” o mobilità condivisa su iniziativa dell'Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility e promossa da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L'iniziativa si è arricchita dei contributi di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Deloitte Italia, Agenzia Mobilità ambiente e Territorio (AMAT) Milano, New Mobility Urban Alliance - NUMO, Uber, Kyoto Club e Key Energy.

I partecipanti alla Conferenza hanno sottolineato l'opportunità che l'emergenza può rappresentare per ripensare e ridisegnare una mobilità capace di offrire maggiori opportunità di utilizzo, realizzando allo stesso tempo un minor impatto ambientale.

I cambiamenti
La situazione contingente ha attuato un grosso programma di trasformazione digitale che mai si sarebbe pensato di realizzare prima, anche se da più parti era sempre stato richiamato ed auspicato. In poco tempo la nostra società è stata costretta ad aumentare il grado di conoscenze digitali migliorando le competenze a livelli di performance inaspettati. Tali capacità lo erano, lo sono e diventeranno sempre più la chiave di accesso e di utilizzo del ventaglio di opportunità di mobilità condivisa che saranno offerte.

Il periodo di blocco dei processi produttivi ha e sta avendo un impatto devastante in tutti i settori, ma uno dei più colpiti è quello automobilistico o dell' “Automotive”. È prevista una riduzione del 40% delle immatricolazioni di auto nuove, un calo del 60-70% dei servizi di “car -sharing” e del 98% di “car-pooling” oltre a far registrare una significativa riduzione dell'utilizzo della piattaforma BlaBlaCar e ad aver causato un forte ridimensionamento delle filiali statunitensi e canadesi della società di noleggio Hertz.

Sul versante del mercato e dei consumatori molte persone non hanno potuto continuare il lavoro o lo hanno perso del tutto, diminuendo la loro capacità di acquisto, costretti ad orientarla solo su beni necessari. Il confinamento ed il distanziamento sociale ha orientato a far sempre maggior uso di pagamenti elettronici nelle transazioni causato dal cambiamento emotivo che deriva da un nuovo modo di percepire il mondo esterno alle proprie abitazioni.

L'utenza non è più disposta ad fare uso del TPL (Bus e Metro) per il rispetto delle regole sul distanziamento sociale, inoltre le nuove forme di lavoro da remoto (smart-workig, home working o telelavoro) hanno comportato una drastica riduzione degli spostamenti. Quanto sopra anche in conseguenza del fatto che circa 2/3 delle aziende accorderanno ai lavoratori lo svolgimento dell'orario di lavoro da remoto rendendo strutturale questa modalità.

Il servizio pubblico locale TPL ha registrato una diminuzione delle entrate del 90% stimate in circa 800 milioni di Euro a maggio 2020. La mobilità infatti risulta essere un bisogno quotidiano capace di condizionare la qualità della vita ma con un forte impatto sulla sostenibilità ambientale, tanto da rappresentare per il 59% degli italiani una preoccupazione quotidiana.M aleko.jpg

La nuova mobilità
I lavori della Conferenza hanno posto l’attenzione sulla necessità di offrire con il “car sharing” un servizio di nuova mobilità che sia accessibile, facile da utilizzare ed economico, è stato infatti riscontrato che per 9 italiani su 10, il vantaggio economico è l'elemento più importante, mentre per 7 italiani su 10 è la semplicità di accesso l'elemento essenziale.

La nuova mobilità è rappresentata dall'offerta di molteplici soluzioni (autobus, metro, people mover, treni, treni rapidi suburbani, Taxi, NCC, bikesharing, scootersharing, carsharing, carpooling, ecc) dove non è presente un modello di mobilità vincente ma l'offerta altamente diversificata permette che si realizzi una mobilità integrata capace di andare incontro alle diverse esigenze degli utilizzatori.

Come accennato, l'emergenza ha reso maggiore la propensione all'utilizzo di strumenti e servizi digitali ed ha anche aumentato la sensibilità dei temi legati alla sicurezza (es. distanziamento) orientando la domanda dell'utenza alla flessibilità ed alla certezza della pianificazione delle spese (es. il noleggio con formula “pay -as-you-go”). Anche le Amministrazioni a seguito della pandemia hanno avvertito la necessità di rivedere il modello infrastrutturale di mobilità (es. strade pedonali, piste ciclabili, accelerazione della copertura 5G) per adeguarsi alle necessità contingenti il momento.

In questo senso la Conferenza ritiene di primaria importanza la collaborazione tra le amministrazioni ed i soggetti privati e se questa prima era auspicata e realizzata non senza difficoltà, ora è ricercata per rispondere alla necessità immediata di cambiamento. Tutto questo comporta l'utilizzo di veicoli connessi (telematica), noleggio a lungo termine e micromobilità (bici - scooter – monopattini). Altri servizi hanno invece la necessità di operare una rimodulazione per permettere a loro di affrontare e gestire la nuova situazione che si è creata. Ci si riferisce alle auto a guida autonoma, ai veicoli elettrici che necessitano dell'uso di colonnine di ricarica, noleggio a breve termine, carsharing, carpooling.

La “nuova” mobilità non è dunque in declino, secondo la Conferenza, ma trova ulteriori elementi per essere accelerata o valorizzata per rispondere a tutti i requisiti necessari sia dal lato clienti, lato imprese e lato amministrazioni.

Stando ai dati presentati all’evento, già oggi, il 36-37% delle auto del parco circolante privato sono capaci di connettività, cioè sono in grado ci comunicare con l'esterno. Il valore di questa connettività è rappresentato dalla reale potenzialità di abilitare la telematica permettendo così di raccogliere i dati che potrebbero assegnare al privato cittadino dei premi a seguito di una guida corretta, oppure alle aziende di gestire al meglio le proprie flotte, oppure disporre di servizi aggiuntivi ad esempio di “allert” per la sicurezza o sulla pulizia stradale o per verificare in tempo reale la disponibilità di parcheggio oppure prenotarne.

Anche il comparto delle flotte aziendali che popolano le viabilità dei centri urbani, attraverso la connettività, sarà in grado di realizzare enormi risparmi sui costi di gestione hanno affermato gli interventi dei relatori. Il monitoraggio telematico delle flotte permetterà di presidiare costantemente il costo di gestione (TCO – Total Cost of Ownership) perseguendo la gestione ottimale del parco auto e permettendo anche delle analisi previsionali sul costo della flotta (es. consumi, manutenzione).

La telematica in questi casi funziona da acceleratore per l'evoluzione di tutti i modelli di mobilità, tanto da essere considerata assieme ai vincoli connessi, come fattore di accelerazione della nuova mobilità post-emergenza. Proprio la micromobilità potrà infatti garantire il necessario distanziamento sociale e formule flessibili di pagamento (pay-as-you-go) e versatilità di utilizzo, social distancing e facile sanificazione di mezzi oltre ad offrire una gestione telematica sia dal lato utenza che dal lato Soc. concessionaria. La micromobilità nella fase post-confinamento registra un aumento di utilizzo: +33,5% traffico ciclabile a Torino durante la fase 2, 540.000 le biciclette vendute in Italia a Maggio corrispondenti ad un +60%.

La tendenza viene ulteriormente trainata dalle azioni messe in campo dai soggetti pubblici e privati come i “bonus mobilità” messi a disposizione per l'acquisto di bici e monopattini facendo prevedere un aumento della richiesta di 15.000 dispositivi di micromobilità fra monopattini elettrici, bici e sharing.

La micromoboilità muta il suo carattere da argomento per “cultori” appartenenti ad una ristretta cerchia, a rappresentare un fenomeno di comportamento sociale riconosciuto come socialmente premiante oltre che un'iniziativa industriale di un certo rilievo.M casa-avanzata.jpg

Hub urbani

La Conferenza ha sottolineato la necessità di andare sempre verso una maggiore integrazione tra infrastrutture fisse ed i servizi della Mobilità condivisa “Sharing mobility” e micromobilità. Le due modalità, considerato il loro uso esclusivamente nelle aree urbane, devono essere offerte in maniera complementare alle infrastrutture fisse per “funzionare”.

Si tratta di progettare un'offerta multimodale fruibile con piattaforme MaaS  “Mobility as a Service", funzionano con l'attivazione di un abbonamento mensile a forfait che garantisce l’utilizzo personalizzato di un “ventaglio” di trasporti pubblici e privati: treni, bus, taxi, car, bike sharing e altro utilizzabili illimitatamente con un solo abbonamento (all in one), solitamente attraverso un'app.

Per posizionare questi servizi in maniera ottimale si rende necessario ripensare lo spazio ed il ruolo delle stazioni ferroviarie principale nodo trasportistico dislocato sempre al centro dell'aree urbane.

  • La centralità “hub” delle stazioni ferroviarie come elemento rivelatore dei flussi dei viaggiatori/pendolari “city-users” in entrata ed in uscita di centri urbani attraverso app e tracciati descritti dai marcatori rappresentati dalle celle telefoniche per dislocare al meglio negli spazi prospicenti le stazioni di parcheggio per il ritiro e consegna dei mezzi di mobilità condivisa e mocromobilità. Si tratta di conoscere le matrici di origine/destinazione degli spostamenti per e dalle stazioni, con il fine di intercettare la domanda potenziale dei viaggiatori che possono essere poi interessati alla micromobilità installata negli spazi intorno la stazione.
  • Conoscere i dati “data-driven” per ridisegnare lo spazio ed il suo uso approntando infrastrutture di nuova mobilità e per questo occorre rivedere e riconsiderare nuovi criteri che disciplinino l'uso degli spazi.
  • Le stazioni ferroviarie come centro “hub” della mobilità sostenibile e per avviare questa trasformazione occorre predisporre le condizioni per una collaborazione integrata con i Comuni per condividere gli aspetti progettuali di rinnovamento degli spazi urbani delle stazioni e degli spazi dove proiettano la loro funzione. Si tratta di stabilire una “governance” partecipativa tra RFI e Comuni mettendo a disposizione risorse e dati.

Visione e condivisione di un piano
La Conferenza ha ribadito che il cambiamento verso il ripensamento di una nuova mobilità deve essere indotto e guidato dalle istituzioni. Il piano strategico deve basarsi su 5 elementi, da calare sulle diverse esigenze delle diverse realtà locali e nazionali. La riflessione strategica sulla mobilità vuole dire individuare delle progettualità in grado di realizzare infrastrutture necessarie affinché si realizzino gli elementi distintivi della nuova mobilità.

  1. garantire sicurezza e distanziamento sociale tra gli utenti durante gli spostamenti;
  2. non esiste una sola soluzione di mobilità, esistono N tipi di mobilità che vanno integrate tra loro mettendo insieme anche il mezzo privato se necessario. Quindi ricorrere a modelli di mobilità intermodale;
  3. necessità di regole che non devono avere natura burocratica ma guidare e proteggere l'utilizzatore di quei servizi. L'uso dei mezzi deve essere sicuro e l'utilizzatore deve averne percezione. Occorrono dunque interventi legislativi per regolarizzare nuove forme di mobilità;
  4. per soddisfare l'elemento della sicurezza, ancorché percepita, occorre rivedere gli spazi dedicati alla nuova mobilità, occorre dunque una revisione infrastrutturale per favorire nuove forme di mobilità;
  5. si devono utilizzare i dati, tutta la nuova mobilità produce dati, questi dati nel rispetto della privacy totale, non servono a controllare, ma permettono di comprendere come pianificare i servizi di mobilità. Serve per capire verso quali servizi di mobilità la domanda si rivolge e quali sono le fasce orarie di maggior uso oltre a rivelare le direzionalità dei flussi che si sviluppano nelle aree urbane e suburbane. Tali dati servono dunque sia agli operatori privati, ma anche alle amministrazioni ed alle municipalità per organizzare il servizio pubblico.

Il piano strategico per il rilancio della mobilità sopra descritto nei 5 punti richiede di attrarre gli investimenti messi in campo per la ripresa. Con il disegno, con le linee del piano si dovranno attivare le leve per azioni di progettualità concreta per la realizzazione di una nuova mobilità collaborativa tra pubblico e privato.

Testo di Sergio Lavacchini 

Per approfondimenti: http://osservatoriosharingmobility.it/

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