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Progetto speciale sicurezza nel Porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell'area portuale
Illustrate le azioni svolte nel 2019 nell'ambito del progetto speciale sulla sicurezza nel porto di Livorno e annunciate quelle in programma nel 2020 per il miglioramento della sicurezza dei lavoratori e la tutela ambientale
Si è tenuto a Livorno nel mese di febbraio 2020 il Convegno dedicato al Progetto speciale sulla sicurezza nel porto di Livorno e negli stabilimenti industriali dell’area portuale e alle azioni mirate per il miglioramento della sicurezza dei lavoratori e la tutela ambientale.
I lavori sono stati aperti da Luca Salvetti, Sindaco del Comune di Livorno, ed Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, che hanno organizzato l'evento per illustrare le azioni già svolte nel 2019 nell'ambito di questo progetto e per annunciare quelle in programma nel 2020.
Il Presidente della Regione Rossi ha precisato che si tratta di un Protocollo, unico in campo nazionale, che ha l'obiettivo di aumentare l’efficacia degli interventi e dei controlli, aumentando la presenza degli organi di vigilanza, migliorando lo scambio di informazioni e la sinergia tra i vari enti preposti ai controlli e prevedendo attività da svolgersi in modo congiunto, allo scopo di diminuire il numero degli infortuni che avvengono all’interno dell’area portuale; tutto questo attraverso la definizione e l'adozione di apposite procedure di lavoro condivise tra le parti in causa formando ed informando i lavoratori sul tema della prevenzione nei luoghi di lavoro. Si tratta di ispezioni, sopralluoghi, controlli, verifiche a bordo nave, verifiche a terra e sulle banchine, svolti in collaborazione da tutti gli enti preposti ai controlli.
Anche il Sindaco di Livorno nel suo saluto ha puntualizzato come la cultura della sicurezza non rappresenti una prescrizione da subire ma un'efficace condizione di sviluppo per il porto di Livorno e per tutti i porti italiani e che per essere raggiunta richieda la collaborazione di tutte le parti, gli enti, gli operatori portuali, i sindacati.
Tra i firmatari del Protocollo, siglato nell'ottobre 2018, Regione Toscana, Direzione Marittima di Livorno, Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno settentrionale, Ispettorato Interregionale del lavoro di Roma, INAIL Direzione Regionale Toscana, Direzione Regionale Vigili del Fuoco Toscana, Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti, ARPAT ed Azienda USL Toscana Nord Ovest.
Il Piano Operativo (PO) associato al suddetto Protocollo è stato approvato nel febbraio 2019 ed Antonio Barretta, Direttore Generale della Giunta Regionale, ha illustrato i risultati dell'attività svolta nel 2019 ed il Piano attività 2020 ricordando che l'obiettivo dal punto di vista quantitativo è quello di aumentare la presenza degli organi di vigilanza e dei controlli mentre dal punto di vista qualitativo è quello di migliorare l'efficacia degli interventi degli enti, di incrementare lo scambio di informazioni tra gli enti stessi anche attraverso attività svolte in modo congiunto, oltre alle iniziative di prevenzione per sostenere le imprese e la formazione per la sicurezza anche con importanti campagne di comunicazione.
La Regione Toscana ha coordinato e monitorato le attività previste dal Piano raggiungendo gli obiettivi previsti per il 2019, in particolare attraverso:
- il coordinamento di tre riunioni della Cabina di Regia, presieduta dallo stesso Presidente, e sette riunioni del Nucleo Tecnico con la partecipazione delle parti datoriali e delle rappresentanze dei lavoratori;
- la pubblicazione di Bandi di Finanziamento (DGRT 725/2019) con criteri per l’erogazione di un finanziamento a tasso zero alle imprese operanti nei porti commerciali toscani che facciano investimenti in macchinari, impianti e beni che consentano di raggiungere livelli di prevenzione dei rischi e standard di sicurezza più elevati rispetto ai requsiti minimi previsti dalla legge;
- la predisposizione di un Protocollo di intesa per gli interventi in emergenza nelle aree a terra della Darsena Toscana (DGR 1521 del 9/12/19)
Per l’anno 2020 le attività previste nel Piano operativo, oltre alle attività di coordinamento e monitoratoraggio, riguardano: la comunicazione; l’ampliamento dell’attività formativa rivolta a tutte le tipologie di lavoratori e la realizzazione di corsi strettamente connessi con attività portuale; la prosecuzione del Bando 2019 (DGRT 725/2019) per finanziamenti a sostegno del miglioramento della sicurezza nel porto; l’affinamento della rilevazione degli infortuni nel porto in collaborazione con INAIL e Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
Per ARPAT il Direttore Generale, Marcello Mossa Verre, ha illustrato le misure contenute nel protocollo per favorire l’integrazione delle attività di controllo previste dalla normativa "Seveso” (D.Lgs. 105/15) relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose e quelle in materia di “sicurezza sul lavoro”.
Sebbene le normative siano presenti, spesso il problema è che non dialogano tra loro per cui il merito di questo Protocollo, ha ricordato Marcello Mossa Verre, è quello di mettere intorno al tavolo tutti i soggetti che hanno competenza nel controllo di tutte le procedure che si utilizzano nelle aziende anche per effettuare operazioni semplici.
È stato quindi costituito un gruppo di lavoro con la partecipazione di ARPAT, Vigili del Fuoco, INAIL, Azienda USL, Autorità Marittima e Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale al fine di:
- predisporre un documento di analisi che risolva le possibili discrasie tra la normativa Seveso e quella in materia di sicurezza sul lavoro, in modo da rendere più efficaci i controlli e realizzare una sinergia tra gli enti preposti in termini di organizzazione e modalità di svolgimento delle ispezioni;
- acquisire per ogni azienda l'elenco delle procedure/istruzioni operative;
- predisporre apposita check-list, per la raccolta delle informazioni di carattere interdisciplinare sulle misure gestionali e tecniche rese in forma di autodichiarazione da parte delle aziende nell'area portuale e su cui svolgere verifiche a campione di veridicità;
- eseguire attività conoscitive su operazioni comportanti rischi specifici, con lo scopo di individuare misure di miglioramento per la gestione dei rischi.
Per quanto riguarda le ispezioni nelle aziende che ricadono nella normativa “Seveso”, l'Agenzia si impegna a garantire per il 2020 almeno 5 controlli presso gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti nell’area portuale; tali controlli vedono impegnati per vari giorni i tecnici di ARPAT, Vigili del Fuoco e INAIL e riguardano sia gli aspetti tecnici per prevenire e/o ridurre le conseguenze degli incidenti, sia gli aspetti connessi con il Sistema di gestione della Sicurezza, obbligo specifico per questo tipo di aziende.
Il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, ha ricordato che la collaborazione tra enti che spesso diamo per scontata non è tale e che lavorare insieme, sebbene sia più faticoso, consente di integrarsi.
Ripercorrendo brevemente la disciplina per la normativa “Seveso”, ha ricordato che l'integrazione dei controlli e la collaborazione esistente in tale ambito è ormai consolidata, nasce dagli anni '80 ed in Toscana ha dato i suoi frutti.
Entrando nel merito dell'attività svolta, ha precisato che nel 2019 si è registrato un aumento dei controlli sia in tema di normativa "Seveso" nell'area portuale, sia in tema di sicurezza antincendio. Ha espresso un giudizio positivo sulla partecipazione dei Vigili del Fuoco al Gruppo di Lavoro integrato previsto dal Protocollo ed ha inoltre ricordato l'importante esercitazione svolta nel dicembre 2019 presso il Terminal Darsena Toscana per il piano di emergenza.
Un altro tema importante affrontato dal Protocollo e illustrato nel corso del Convegno è quello relativo all'inquinamento atmosferico causato dall'emissione di fumi dai camini delle grandi navi che entrano in porto e restano poi ormeggiate. Tale problematica riguarda sia la salubrità dell'ambiente di lavoro nel porto che la qualità dell'aria della città, considerata la contiguità territoriale tra porto e città come hanno ben illustrato Barbara Bonciani, assessora del Comune di Livorno con delega al Porto ed all'integrazione porto-città, e l'Ammiraglio Giuseppe Tarzia della Capitaneria di Porto di Livorno.
Nel suo intervento C.A. Giuseppe Tarzia ha precisato che il trasporto marittimo, necessario per l'economia globale, è costantemente sotto osservazione e spesso sotto accusa dal punto di vista della sostenibilità ambientale ed ha quindi ricordato il cambiamento epocale che potrà generare la nuova normativa internazionale (IMO) recepita dal Codice dell'Ambiente che dal 1° gennaio 2020 ha introdotto il limite dello 0,5% di zolfo per il carburante utilizzato nel trasporto marittimo per cui le navi devono utilizzare olio combustibile con un contenuto di zolfo ridotto rispetto al passato, quando era permesso un contenuto fino al 3,5%.
Ha ricordato che più di settantamila navi su scala globale sono interessate da questa nuova regolamentazione e che a fronte di questo nuovo limite le compagnie armatoriali possono in alternativa scegliere di:
- utilizzare il combustibile a basso contenuto di zolfo o di miscele che rispettino il limite dello 0,50%;
- utilizzare gasolio marino (MGO) o distillati che già rispettano i parametri IMO;
- modificare le navi in esercizio così da poter utilizzare i combustibili alternativi e privi di zolfo quali gas naturale liquefatto (LGN);
- continuare a utilizzare l'attuale olio combustibile (HFO al 3,50%) installando appositi impianti, i cosiddetti scrubber, cioè torri di lavaggio dei fumi di combustione
Tutte queste soluzioni comportano aspetti pro e contro e al momento la maggior parte delle compagnie sembra aver optato per la prima opzione, tenendo comunque presente che i concessionari nei Porti di Livorno e Piombino sono già adeguati anche per la bonifica dei liquidi di scarto degli scrubber e che il gasolio marino (MGO) viene già utilizzato dai traghetti.
Per quanto riguarda i carburanti alternativi a livello mondiale sono sicuramente in crescita gli ordinativi di navi che utilizzano LGN, già impiegate nel nord Europa.
Riguardo all'attività di controllo effettuata nel 2019 dalla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Livorno sul tenore di zolfo nei combustibili, ci sono stati controlli sia a navi battenti bandiera straniera che a navi italiane.
L'assessora Barbara Bonciani ha illustrato il percorso di governance congiunta (pubblico-privato) che è stato attivato per affrontare il problema in modo integrato e che ha portato al Livorno Blue Agreement, un accordo volontario locale, siglato il 20 gennaio 2020.
Tale accordo costituisce il primo risultato raggiunto dal Tavolo ambiente attivato nell’ambito del nodo avanzato di Livorno, come centro permanente finalizzato ad attivare una collaborazione proficua fra porto e città volta a definire e supportare strategie di medio lungo periodo per mitigare gli effetti inquinanti emessi nell’atmosfera dalle navi in transito e in sosta nel porto di Livorno, oltre che a favorire e supportare politiche orientate all’economia circolare e alle tecnologie pulite.
I protagonisti istituzionali dell'accordo sono il Comune di Livorno e la Capitaneria di porto di Livorno da una parte e dall’altra le principali compagnie di navigazione che, con le loro navi, hanno approdi regolari (di linea) nel porto di Livorno. L'accordo costituisce quindi una misura aggiuntiva rispetto a quanto previsto dalla normativa MARPOL entrata in vigore il 1° gennaio 2020 e formalizza una serie di buone procedure operative che le compagnie di navigazione si impegnano a mettere in atto e che possono concretizzarsi nell'effettiva riduzione della “fumosità” delle navi quando sono nelle vicinanze o ormeggiate in porto.
Riguardo al tema dell'inquinamento atmosferico nel porto di Livorno, è intervenuta per ARPAT Patrizia Andreini, responsabile del Centro Regionale Tutela Qualità dell'Aria, per illustrare i risultati delle prime campagne per il monitoraggio della qualità dell'aria in area portuale, nell'ambito della Convenzione che l'Agenzia ha stipulato con l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale.
Nella premessa alla sua relazione ha precisato che lo studio di ARPAT riguarda la qualità dell'aria in ambito portuale, come ambiente di vita, e non la salubrità del porto come ambiente di lavoro, rispetto alla quale sarebbero necessarie numerose ulteriori indagini circa l’attività svolta da ciascun lavoratore, né le emissioni di inquinanti da attività portuale riportate nell'Inventario Nazionale delle sorgenti di emissione in cui sono contenute informazioni dettagliate sulle fonti di inquinamento, la loro localizzazione, la quantità e tipologia di inquinanti emessi.
La prima campagna di misura per il monitoraggio della qualità dell'aria in area portuale è stata condotta nel periodo 2017-2018 con postazione mobile in due siti portuali, uno in Darsena Toscana ovest, area dedicata alla movimentazione, imbarco e sbarco dei containers, e l’altro nell'area della Fortezza Vecchia, zona dedicata a traghetti e navi da crociera, non lontana dalle aree destinate all'ormeggio di naviglio da diporto e prospiciente l’area urbana della città.
La seconda campagna, iniziata nella seconda parte del 2019 ed in corso nell'anno 2020, prevede altre due postazioni di monitoraggio, una già attiva all'interno del porto presso la Calata Bengasi e l'altra che sarà prossimamente collocata presso lo Scoglio della Regina; questa collocazione della postazione mobile servirà per avere informazioni per quanto riguarda l'esposizione media della popolazione, utilizzabili per la VAS del porto ante operam.
Come si può apprezzare dalla presentazione, le prime campagne di misurazione della qualità dell’aria nel porto, con valori stimati su medie orarie o giornaliere, hanno indicato che non ci sono superamenti dei limiti consentiti dalla legge per i parametri monitorati e che la qualità dell’aria riscontrata nel porto è paragonabile a quella di un’area cittadina con traffico elevato.
Tuttavia, pur non superando i limiti di legge e i valori guida dell'OMS, le medie orarie dell'inquinante biossido di zolfo presentano alcuni picchi di concentrazione oraria rilevanti in entrambe le postazioni mobili di Fortezza Vecchia e Darsena Toscana ovest, correlabili alle attività portuali; tali episodi non sono infatti stati registrati dalla stazione della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria di LI-La Pira, non lontana dai siti di monitoraggio.
Il tema della pianificazione energetica ed ambientale del Sistema Portuale e gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 e di promozione delle energie rinnovabili in ambito portuale è stato trattato da Claudio Vanni, AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, che ha illustrato il lavoro propedeutico effettuato per la predisposizione del Documento di Pianificazione Energetica e Ambientale, documento necessario per la programmazione energetica del territorio portuale, in cui sono fotografati i consumi energetici di tutti gli operatori portuali per una visione anche prospettica del fabbisogno energetico del sistema portuale, fornendo gli strumenti per garantire nel tempo una concreta sostenibilità ambientale del sistema portuale, a parità di qualità dei servizi offerti, attraverso l’individuazione di soluzioni tecniche e organizzative innovative legate all’approvvigionamento e uso dell’energia, qualunque sia la forma utilizzata (es, elettrica, combustibili, ecc.).
Nell'ultima parte del convegno si sono nuovamente affrontati i temi della salute e sicurezza sul lavoro nell'area portuale, con un contributo di Roberto Lupi, RLS Provincia di Livorno, sul coordinamento degli RLS in ambito portuale e con le relazioni dei rappresentanti degli altri enti firmatari del Protocollo, INAIL e AUSL Nord Ovest.
In rappresentanza di INAIL, è intervenuto Mauro Pellicci, con una relazione dal titolo “Progetti speciali Inail. Progetto Bric porti. Il progetto di ricerca Inail per la salute e sicurezza nel settore portuale. Il piano mirato di prevenzione nei porti di Livorno e Piombino” in sinergia con i relatori Alessandro Filippeschi, Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e Cesare Buonocore, AUSL Toscana Nord Ovest.
L'obiettivo generale del progetto di ricerca Bric porti è quello di valutare tecnologie per il miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori e di realizzare, con la rete di ASL, il contributo delle parti sociali e in collaborazione con l'Autorità di Sistema Portuale, un modello territoriale di intervento a supporto delle aziende nel processo di autovalutazione e gestione dei rischi e dello sviluppo di buone pratiche che coniughi l'azione di assistenza a quella di vigilanza denominato Piano mirato di prevenzione (PMP).
Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita