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Il controllo degli scarichi industriali in Provincia di Arezzo
ARPAT e Nuove Acque hanno avviato un dialogo costante e un monitoraggio sulle attività produttive, con l’obiettivo di arginare le anomalie qualitative rilevate nei reticoli fognari
Gli impianti produttivi presenti nella provincia di Arezzo sono principalmente attività orafe, galvaniche in genere o di recupero metalli, con produzione di reflui e rifiuti caratterizzati dalla presenza di metalli pesanti in alte concentrazioni (soprattutto rame e zinco) e sostanze azotate (azoto nitrico e nitroso).
La situazione relativa ai reflui di origine produttiva che afferiscono ai depuratori del territorio aretino si è rivelata talvolta particolarmente delicata ma attualmente lo scenario risulta cambiato, grazie all’impegno comune di ARPAT e del gestore del servizio idrico Nuove Acque, ognuno per le proprie competenze.
L’introduzione in pubblica fognatura di sostanze non ammesse dalla normativa, o in alte concentrazioni superiori ai limiti allo scarico previsti dal DLgs 152/06, oltre che a costituire la base per l’avvio di procedimenti penali da parte degli UPG di ARPAT, risulta estremamente dannosa per il ciclo di funzionamento degli impianti di depurazione del servizio idrico integrato. Questi ultimi utilizzano infatti sistemi di trattamento naturali costituiti prevalentemente da sistemi a fanghi attivi. Inoltre, l’introduzione di reflui industriali non correttamente depurati o addirittura di rifiuti liquidi rappresenta un danno per l’intero ecosistema e conseguentemente per la salute umana.
Nel corso degli anni 2017 e 2018, il gestore Nuove Acque ha effettuato innumerevoli segnalazioni al Dipartimento ARPAT di Arezzo per anomalie riscontrate sia sui reflui in ingresso agli impianti di depurazione che nel reticolo fognario afferente agli stessi, evidenziando la presenza di elevate concentrazioni di sostanze non riconducibili al metabolismo umano ma correlabili prevalentemente a reflui industriali provenienti da attività produttive.
Per far fronte a questa criticità, a partire dalla fine del 2017, ARPAT e Nuove Acque hanno definito un piano di monitoraggio delle reti fognarie e delle attività produttive presenti nelle aree industriali più sensibili, estendendo tali verifiche anche a quelle attività produttive cosiddette “assimilabili ai domestici”, che in prima battuta passerebbero in subordine nelle attività di controllo, oltre che a quelle aziende in possesso dell’autorizzazione allo scarico.
Nell’immagine che segue è riportato un esempio di un tracciato di fognatura pubblica con i relativi pozzetti cerchiati in blu, dove sono stati installati sentinel per l’individuazione della provenienza di reflui anomali afferiti ad un impianto di Nuove Acque.
Nel 2019 le segnalazioni sono significativamente diminuite, come si evince dalla tabella che segue.
anno | Ponte a Chiani - Arezzo | Buta - Capolona | Due Ponti - Castiglion Fibocchi | Oreno - Laterina |
---|---|---|---|---|
2017 | 21 | 0 | 2 | 1 |
2018 | 9 | 2 | 4 | 3 |
2019 | 2 | 2 | 1 | 0 |
ARPAT e Nuove Acque hanno avviato un dialogo costante ed un monitoraggio sulle attività produttive, con l’obiettivo di arginare considerevolmente le anomalie qualitative rilevate nei reticoli fognari di competenza del gestore.
Lo stesso ha intrapreso un'attività di sensibilizzazione del tessuto imprenditoriale locale e un'attività di monitoraggio e controllo su oltre 200 km di rete fognaria e circa 300 attività produttive.
Si è registrata una riduzione del 75% delle anomalie relative agli scarichi afferenti agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane.
In questo contesto si colloca una nuova modalità di vigilanza e collaborazione tra enti di controllo e gestori del sistema idrico integrato.
Se nel passato l’attività di monitoraggio doveva essere svolta con personale tecnico presente in sito, comportando talvolta difficoltà nell’individuare i responsabili degli sversamenti, grazie alle innovazioni tecnologiche introdotte negli anni dal gestore del servizio idrico è ora possibile utilizzare strumenti all’avanguardia per effettuare il monitoraggio della qualità dei reflui scaricati in pubblica fognatura “da remoto”.
In questa maniera è possibile rilevare la presenza di anomalie in rete fognaria e conoscere quello che accade anche “a piè d’utenza”. Grazie alle nuove tecnologie è oggi possibile disporre di allarmi in caso di superamenti dei limiti allo scarico in pubblica fognatura così da garantire un celere intervento delle autorità preposte al controllo degli scarichi (ARPAT), le quali vengono in questo modo immediatamente allertate dal gestore del servizio idrico.
Le anomalie rilevate da ARPAT in molti casi riguardavano criticità legate al malfunzionamento o alla inadeguata gestione degli impianti di trattamento dei reflui industriali da parte dei soggetti privati titolari di autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura, ma più frequentemente scarichi di reflui industriali non autorizzati che avrebbero dovuto essere trattati come rifiuti.
Quanto rilevato è stato spesso attribuibile a comportamenti volontari e consapevoli, come ad esempio nel caso dello smaltimento di rifiuti direttamente in pubblica fognatura anche attraverso le caditorie (pozzetti e canale con copertura a griglia) di raccolta delle acque meteoriche, oltre allo scarico in fognatura di acque di processo non adeguatamente trattate, ossia conformemente ai limiti allo scarico previsti dalla normativa vigente.
Il quadro complessivo rispetto alle aziende controllate nel 2017 riporta percentuali elevate di attività nelle quali sono state riscontrate violazioni di tipo penale e/o amministrativa:
- nel 42,1 % dei controlli sono state effettuate sanzioni (penali e amministrative), con richiesta di emissione di atti diffida o ordinanza agli Enti di competenza;
- per un altro 15,8 % sono state effettuate osservazioni sulla conduzione dell’attività;
- nel 32,1% la conduzione dell’attività dell’azienda controllata è risultata corretta.
Rispetto alle attività controllate nel 2018 si riscontrano i primi miglioramenti dovuti all’attività di monitoraggio: infatti, le violazioni di tipo penale e/o amministrativo risultano del 36,36%, del 18,18 % le osservazioni sulla conduzione delle attività, mentre le aziende con conduzione corretta sono risultate il 45,46%.
Nel 2019, la situazione sulle attività controllate appare ancora migliorare, infatti le aziende con conduzione corretta senza violazioni o osservazioni risultano pari al 63,6% .
Nel grafico, relativamente al triennio 2017 – 2019, si riportano le percentuali di comunicazioni di notizie di reato e sanzioni amministrative, le percentuali di criticità rilevate nella conduzione delle attività produttive e la percentuale di aziende risultate regolari a fronte di controlli effettuati.
ARPAT ed il gestore del servizio idrico, a stretto contatto con i Comuni di competenza e gli altri enti di controllo interessati, proseguiranno sulla strada della collaborazione e vigilanza con l’obiettivo di ridurre la presenza di scarichi difformi nell’interesse dell’ambiente, attraverso la stipula di un protocollo di monitoraggio e intervento condiviso.
Testo di Rossana Lorenzini con la collaborazione di Laura Passarella
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