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Diatomee bentoniche nei fiumi
La componente diatomica negli ambienti fluviali, lacustri e zone umide: biodiversità e accreditamento del metodo
Quasi tutte le Agenzie ambientali, come previsto dalla normativa europea e italiana, applicano sui fiumi il campionamento ed il riconoscimento delle diatomee bentoniche. Lo studio di questo indicatore biologico si basa sulla valutazione della sensibilità delle diatomee nei confronti della sostanza organica, dei nutrienti e dei sali minerali, con particolare riferimento ai cloruri, tutte sostanze che possono essere causa di alterazione dei nostri fiumi.
Per ARPAT si può vedere a tal proposito il rapporto annuale sui risultati del monitoraggio delle acque superficiali interne della Toscana: fiumi, laghi e acque di transizione.
Le diatomee sono microalghe unicellulari presenti sia in acque marine che dolci, caratterizzate dalla presenza di un guscio siliceo, rigido e diviso in due valve. Il riconoscimento delle specie avviene osservando al microscopio le ornamentazioni sul guscio di silice.
Nel mese di ottobre 2018 si è tenuto un incontro organizzato da CISBA e da ARPA Umbria, con il patrocinio di ISPRA, dal titolo: “La componente diatomica negli ambienti fluviali, lacustri e zone umide: esperienze di valutazione della biodiversità e primi processi di accreditamento del metodo”.
Nel corso dell’evento sono state presentate, da parte di alcune Agenzie ambientali, le prime esperienze di accreditamento del metodo ed ARPAT, insieme ad ARPA Lombardia e ARPA Veneto, ha presentato i risultati della propria esperienza in questo ambito.
Oltre ad essere stato un momento di approfondimento su alcune delle principali tematiche inerenti la componente diatomica, l’incontro è stata un’importante occasione per condividere aspetti salienti di questa attività, come la valutazione dell’incertezza del metodo di prova nonché del campionamento, funzione strettamente correlata con l’esattezza del dato.
È stato anche affrontato, da esperti nazionali e da alcune Agenzie, il tema della biodiversità delle diatomee in ambienti differenti.
Il confronto su queste tematiche dovrebbe condurre verso un processo di normalizzazione comune per le Agenzie, con varie finalità, come quella di definire procedure condivise per l’esecuzione dei circuiti inter-laboratorio, ed ha dimostrato che il percorso intrapreso dalle Agenzie per l’accreditamento presenta aspetti e problematiche simili, che vanno verso una omogenizzazione delle attività.
Testo di Patrizia Tinti
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