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Aggiornamento sugli spiaggiamenti di delfini
La situazione ai primi di aprile: 28 i cetacei spiaggiati in Toscana su un totale di 125 a livello nazionale.
Nel periodo gennaio-marzo si sono verificati numerosi eventi di spiaggiamento di cetacei in Toscana (vedi anche ARPATnews 036-13). Tali eventi si sono concentrati nella parte più meridionale della regione (a sud di Livorno) comprese le isole d'Elba e Pianosa. Tra i 28 animali registrati fino ad oggi, 20 appartengono alla specie Stenella coeruleoalba (stenella striata), 2 erano tursiopi (Tursiops truncatus), 1 balenottera comune (Balaenoptera physalus) mentre 5 sono stati registrati come "indeterminati" date le pessime condizioni di conservazione della carcassa che non ne hanno permesso una identificazione certa della specie.
Più del 50% degli animali spiaggiati (16 su 28) sono stati campionati: in tutti i casi è stato prelevato un campione di grasso e muscolo per le analisi dei contaminanti ambientali (a cura dell'Università di Siena), in 9 casi è stata effettuata una necroscopia completa da parte dei veterinari dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana, sede di Pisa. Dove era possibile è stato prelevato lo stomaco.
La numerosità degli eventi registrati in questo periodo in Toscana appare anomala, pur considerando che il maggior numero di spiaggiamenti viene di solito registrato nel periodo invernale ed anche tenendo conto dell'efficienza raggiunta dalla rete di monitoraggio regionale, che permette di anno in anno di segnalare un maggior numero di casi (lo scorso anno sono stati registrati 35 spiaggiamenti, il numero più alto registrato in Toscana dal 1986). L'eccezionalità del fenomeno di questi primi mesi del 2013 può essere confermata anche dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l'intera costa Tirrenica. Le tabelle di seguito riportano la situazione nazionale aggiornata al 31 marzo scorso (dati estratti dalla Banca Dati Spiaggiamenti):
| Specie |
| |||||
Regione | Bp | Gg | Gm | Sc | Tt | Ind | N° spiaggiamenti |
Basilicata |
|
|
| 1 |
|
| 1 |
Calabria |
| 1 |
| 15 |
|
| 16 |
Campania |
|
|
| 10 |
| 3 | 13 |
Lazio |
|
|
| 27 | 1 | 3 | 31 |
Marche |
|
|
|
| 1 |
| 1 |
Molise |
|
|
|
| 1 |
| 1 |
Puglia |
|
|
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| 1 | 1 | 2 |
Sardegna |
| 2 | 1 | 7 | 2 | 1 | 13 |
Sicilia |
|
|
| 15 | 2 | 2 | 19 |
Toscana | 1 |
|
| 20 | 2 | 5 | 28 |
TOTALE | 1 | 3 | 1 | 95 | 10 | 15 | 125 |
Legenda:
Codice | Specie | Nome comune |
Bp | Balaenoptera physalus | Balenottera comune |
Gg | Grampus griseus | Grampo |
Gm | Globicephala melas | Globicefalo |
Sc | Stenella coeruleoalba | Stenella striata |
Tt | Tursiops truncatus | Tursiope |
Ind |
| Indeterminato |
Gli esami di laboratorio sui campioni prelevati sulle stenelle morte sono attualmente in corso e non si possono quindi fare ipotesi di alcun tipo sulle cause di morte.
Sulla base degli esiti di laboratorio attualmente disponibili non è possibile al momento individuare una eziologia patogena che spieghi da sola l'anomalo fenomeno degli intercorrenti spiaggiamenti: tuttavia, l'ingente lavoro finora svolto, ha permesso di acquisire preziose indicazioni sulle modalità di prosecuzione delle indagini.
Le analisi effettuate su alcune stenelle spiaggiate erano da ricondurre ad infezioni di vario tipo. Gli esami di laboratorio attualmente conseguiti evidenziano, infatti, che 1 individuo è risultato infetto da Dolphin morbillivirus, un agente virale responsabile di due gravi epidemie in passato nel Mediterraneo (1990/1992 e 2006/2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo. Inoltre in due esemplari è stato isolato anche il batterio Photobacterium damselae subsp. damselae, responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche. Il ruolo di questo agente nell'anomalia in corso rimane tuttavia ancora da comprendere, in quanto è descritto generalmente come un patogeno opportunista.
In generale, tutti gli animali si sono presentati fortemente parassitati, indice di un quadro immunitario significativamente compromesso. Tra le possibili ragioni, oltre al ruolo del Morbillivirus o di altri agenti biologici, è in corso di valutazione analitica anche quello di agenti inquinanti organici che si accumulano nei tessuti dei cetacei e che possono alterarne la risposta immunitaria.
Si tende comunque ad escludere il verificarsi di un episodio di tossicità acuta dovuta ad incidenti di origine antropica, in quanto tali eventi avrebbero visto il coinvolgimento di più specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle, contemporaneamente e con tempi ridotti.
Per meglio comprendere la natura di questo evento di mortalità anomala, dovranno essere completate le intercorrenti analisi e confrontarne gli esiti con quelli di altri studi, in particolare le indagini genetiche per lo studio di popolazione e quelli relativi ai fattori meteo-marini.
Le stenelle spiaggiate in Toscana sono tutte in avanzato stato di decomposizione. Per cercare di comprendere da dove potrebbero essere arrivate le carcasse è stata attivata una collaborazione con il Consorzio LaMMA che può realizzare alcune tipologie di prodotti utili alla valutazione della mortalità anomala di questo periodo. Attraverso alcuni modelli, infatti, si può ipotizzare di ricostruire a ritroso il percorso seguito dalle stenelle morte in base ai venti, alle onde e alle correnti di superficie dei giorni antecedenti la loro morte, predisponendo anche la procedura di back tracking (ricostruzione delle traiettorie), per tentare - "andando all'indietro" rispetto alla traiettoria realmente percorsa dalle carcasse - di individuare, almeno al livello probabilistico, le aree a maggiore probabilità di provenienza dei cetacei. La rappresentazione delle mappe di vento, correnti e moto ondoso, alla più alta risoluzione possibile, che sono in corso di realizzazione, coprirà il periodo dal 20 Dicembre a oggi.
Per ciò che riguarda il ruolo di ARPAT, svolge in Toscana una funzione di coordinamento dei vari soggetti (IZS, USL, Università di Siena, ecc.) che a vario titolo sono chiamati a dare il loro apporto, nell'ambito naturalmente del coordinamento svolto a livello nazionale da parte del Ministero dell'Ambiente. Noi stessi siamo chiamati, in collaborazione con l'Università di Padova, ad analizzare il contenuto dello stomaco per contribuire alla conoscenza del quadro clinico dell'animale esaminato utilizzando poi questa informazione anche ai fini della ricostruzione della rete trofica. Ovviamente questo ruolo deve essere visto soprattutto come supporto della Regione Toscana (OTC), non perdendo di vista il coordinamento diretto con il Ministero (MiATTM).
La stima dell’abbondanza della popolazione di cetacei in Toscana è di difficile definizione e da lavori scientifici sul Santuario Pelagos può essere valutata, per le acque marine della nostra regione, in circa 6500 stenelle, 350 balenottere comuni e 400-450 tursiopi[1]. Soprattutto per quest’ultima specie la stima numerica fornita rappresenta il risulatato tangibile del progetto transfrontaliero GIONHA, svoltosi nel periodo aprile 2009-aprile 2012 che ha portato anche una maggiore sensibilizzazione ed interesse dell'opinione pubblica su questi temi.
Tutte le notizie sui delfini pubblicate sul sito
[1] Notarbartolo di Sciara et al., 2008; Gnone et al., 2011; I risultati del Progetto Gionha, 2012.
Testo di questo numero a cura di Cecilia Mancusi
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