Vai ai contenuti. | Spostati sulla navigazione

Sei in: Home Notizie 2025 impatti sull'ambiente marino

Dove Siamo

 

Biennale del Mare di Livorno: come prevenire e valutare gli impatti sull'ambiente marino

Hanno contribuito: f.chiostri
03/06/2025 12:55

Gli approcci e i modelli che possono fornire strumenti utili ed efficaci per prevenire o gestire le criticità nei diversi comparti degli ambienti costieri

Nell'ambito della Biennale del mare, ARPAT ha proposto una giornata di riflessione sul monitoraggio e gestione degli impatti sull'ambiente marino; dopo la sessione della mattina dedicata agli inquinanti e ai contaminanti emergenti, il pomeriggio è stato dedicato all’individuazione dei possibili impatti di opere, infrastrutture ed interventi realizzati sulla fascia costiera attraverso la modellistica previsionale e seguirne l’evoluzione con il monitoraggio, così da fornire informazioni su normativa e strumenti tecnici alla luce delle esperienze esistenti.

La modellistica marino-costiera a supporto dei sistemi di allertamento della Regione Emilia-Romagna

Biolchi ARPAETra i vari compiti dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna vi è anche lo sviluppo di sistemi e modelli di previsione meteorologica, idrologica e dello stato del mare all’interno del Sistema Nazionale di Protezione Civile e Luis Biolchi della struttura tematica Idro-Meteo-Clima ha illustrato la parte relativa all’oceanografia costiera dell’Alto Adriatico. Le previsioni marino costiere vengono sviluppate sull’integrazione di modelli numerici operativi osservazioni locali e misure in situ. I modelli fondamentalmente utilizzati sono di 3 tipi: idrodinamici per velocità delle correnti, livelli del mare, distribuzioni di temperatura e salinità, ecc; ondametrici che riproducono parametri come altezza significativa dell’onda, periodo, distribuzione, ecc..; morfodinamici per simulare cambiamenti della profondità e della morfologia del fondale nel tempo.

Strumenti modellistici per la previsione di eventi di inquinamento a breve termine per le acque di balneazione

De Angelis ISPRARoberta De Angelis e Iolanda Lisi di ISPRA hanno presentato le attività di messa a punto di modelli per gestire l’inquinamento di breve durata nelle acque di balneazione, in corso di svolgimento nell’ambito di un progetto PNRR partito a febbraio 2025 di cui fanno parte Ispra, Arpae, Università, CNR, DHI, Arpa Liguria. In particolare, l’attenzione si è focalizzata sulla previsione di eventi di inquinamento da particellato sospeso e batteri fecali in 3 aree diverse dove sono presenti impianti di acquacoltura e aree di balneazione: Golfo del Tigullio (Liguria), Golfo di Follonica (Toscana) e Sacca di Goro (Emilia Romagna). In questo momento si sta definendo l’architettura del sistema modellistico (tutto con risorse open-source e/o già in possesso di Enti pubblici), che dovrà integrare modelli atmosferici, idrologici, idraulici ed idrodinamici con la caratterizzazione delle sorgenti di contaminazione (scarichi a mare e impianti di acquacoltura), per verificare come il materiale immesso dalle diverse sorgenti si comporta una volta che è entrato nel corpo idrico recettore. Il suo utilizzo in modalità operativa lo renderà adattato a supportare un’analisi preventiva degli impatti e la pianificazione tempestiva di strategie di gestione e controllo mirate e potrà essere adattato alle diverse realtà territoriali, utilizzando diverse tipologie di dati per la sua implementazione, calibrazione e validazione.

La valutazione delle opere a mare

RanfagniLe opere a mare, come le altre opere, sono soggette alle norme di valutazione ambientale, con alcune specificità, come ha ricordato nel suo intervento Luca Ranfagni, del Settore VIA/VAS di ARPAT. La normativa (statale e regionale) stabilisce quali opere sono sottoposte alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in base a tipo e dimensioni: fra le opere a mare, ad esempio, sono sottoposte a VIA la realizzazione o ampliamento di porti oltre certe dimensioni, la perforazione di pozzi per estrazione idrocarburi, impianti eolici in mare, condotte sottomarine per idrocarburi, ecc. Per queste opere è sempre previsto un monitoraggio ambientale prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera, per verificarne la corretta realizzazione e gestione, secondo specifiche linee guida. Al termine della procedura di Valutazione, l’“Autorità competente” (a seconda dei casi: Ministero dell’Ambiente, Regione, Comune) emette un apposito atto, che quasi sempre contiene anche delle prescrizioni (“condizioni ambientali”), che si aggiungono agli accorgimenti già previsti dal proponente l’opera nei propri studi. Di queste condizioni ambientali viene via via verificata l’ottemperanza, spesso ricorrendo all’istituzione di appositi Osservatori Ambientali. 

Processi autorizzativi per opere a mare: Terminale di rigassificazione FSRU Toscana e Piattaforma Europa

Durante il convegno sono stati presentati ed illustrati due esempi di opere a mare e la loro esperienza in termini di riduzione dell’impatto ambientale: il terminale galleggiante di rigassificazione FSRU Toscana a largo delle coste toscane tra Livorno e Pisa e il progetto del nuovo porto di Livorno.

Bianchi OLTIl rigassificatore, come raccontato da Veronica Bianchi di OLT Offshore LNG Toscana, è stato sottoposto a tutte le procedure di valutazione ed autorizzazione ambientali, con un percorso lungo e partecipato. Il Piano di Monitoraggio dell’Ambiente Marino (PMA), messo a punto con la collaborazione degli organi di controllo (ISPRA e ARPAT), è svolto regolarmente da oltre 10 anni ed i risultati non hanno rilevato effetti negativi dovuti alla presenza e all’esercizio dell’opera sugli ecosistemi marini. I soli cambiamenti osservati, infatti, sono riconducibili alla naturale variabilità stagionale ed ai gradienti naturali dei fondali. Questi risultati rassicuranti hanno consentito di apportare recentemente delle modifiche al PMA per valutare potenziali effetti cronici, con il raddoppio dei controlli per la colonna d'acqua, per il biota e per i sedimenti. Una particolare attenzione, inoltre, è stata posta al rumore sottomarino ed al possibile disturbo per i cetacei, introducendo nuovi idrofoni posizionati sul fondale marino.

Pribaz AdSPPer la realizzazione della Piattaforma Europa a Livorno, come raccontato da Enrico Pribaz dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, il progetto preliminare è stato modificato a seguito di una campagna di indagini ambientali marine che hanno permesso di rilevare criticità, optando per soluzioni progettuali che, seppur anti-economiche, tutelano e salvaguardano maggiormente l’ambiente. Per gestire i possibili impatti del progetto, l'Autorità ha redatto, a fianco del Piano di monitoraggio ambientale, il suo strumento attuativo di dettaglio, ovvero il Piano di monitoraggio operativo, con l’obiettivo di:

  • verificare l'efficacia delle misure di mitigazione;
  • individuare eventuali impatti non previsti o di entità superiore rispetto alle previsioni e programmare le opportune misure correttive per la loro gestione e risoluzione;
  • permettere l’aggiornamento continuo delle informazioni acquisite e valutare l’evoluzione della situazione in relazione all’avanzamento dell’opera, in totale trasparenza con gli enti di controllo e con il pubblico.

Il controllo sulla molluschicoltura per tutelare l’ambiente e la salute

Susini IZSLTIl controllo sanitario sulla molluschicoltura risulta di estrema importanza, poiché i molluschi, se da una parte ripuliscono l'acqua, con un effetto positivo sull’ambiente marino, allo stesso tempo trattengono e accumulano i contaminanti, con possibili rischi - microbiologici, biotossicologici e chimici - per il consumo umano. Tutte le aree di produzione – come ha rappresentato Francesca Susini, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (IZSLT) - devono quindi essere sottoposte necessariamente ad una preventiva classificazione e poi ad un successivo monitoraggio. Si parte da uno studio ed una valutazione principalmente delle fonti inquinanti di origine umana o animale dell'area, attraverso informazioni prodotte da enti come ARPAT e ISPRA; successivamente ASL e IZSLT effettuano un sopralluogo e producono una relazione alla Regione Toscana con una proposta di classificazione (su base essenzialmente microbiologica). Con l’atto finale regionale viene predisposto anche un piano di monitoraggio, eseguito da IZSLT, con analisi microbiologiche, di biotossine algali e chimiche nella polpa dei molluschi e di ricerca di fitoplancton potenzialmente tossico nelle acque. Sulla base dei risultati del monitoraggio si determina se i molluschi raccolti possono andare direttamente al consumo umano, o se invece debbano essere sottoposti a depurazione o trattamento termico prima del consumo.

Lo studio dell’inquinamento marino attraverso l’uso di modelli

Brandini CNR IsmarE’ sempre più necessario, come ha ricordato Carlo Brandini, dell’Istituto di scienze marine del CNR, sviluppare una modellistica previsionale sul mare, anche per supportare molte procedure autorizzative come quelle viste oggi, ma l’ambiente marino è un sistema molto complesso e non sufficientemente conosciuto. Mentre, infatti, per l'atmosfera si può contare su una rete di osservazioni molto ricca ed il telerilevamento offre strumenti ed informazioni affidabili e complete, per il mare la rete di misure non è ancora così presente e diffusa e penetrare la colonna d’acqua oltre i primi metri non è possibile.

Oltretutto quando si parla di contaminanti, aumenta l’incertezza, poiché spesso non se ne conosce la provenienza ed è difficile anche la loro esatta determinazione. Ad esempio, nel caso di una eventuale sversamento di idrocarburi in mare (oil spill), sono tanti i processi da modellare: l’azione diretta del vento, delle onde e delle correnti sulla dispersione ed il trasporto degli inquinanti, l’effetto della luce solare sulla composizione chimica ed altri effetti fisici legati alla viscosità e alla corrente superficiale, con la variabilità legata alle diverse miscele di idrocarburi. Nonostante le incertezze, l’attività di modellistica in questi casi ha raggiunto buoni livelli di precisione e risulta molto utile per la Guardia costiera e chi si occupa di fare previsioni antinquinamento.

Cucco CNR IASAndrea Cucco, dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del CNR, ha approfondito il tema dei modelli per simulare i processi di trasporto e di variazione chimico-fisiche delle masse di idrocarburi dispersi in mare, che permettono di prevedere le traiettorie e le aree costiere più a rischio di impatti. Questi strumenti possono essere usati sia con finalità operative predittive che in modo preventivo: l’utilizzo operativo predittivo è legato ad incidenti o per esercitazioni anti-inquinamento e consente di stimare dove e quando gli idrocarburi si sposteranno per individuare le aree più a rischio e programmare un intervento di contrasto all’emergenza, così come di risalire alla probabile sorgente dello sversamento. La modalità di utilizzo preventivo è rivolta alla pianificazione di misure preventive, come il posizionamento di mezzi antinquinamento o la definizione di una regolamentazione della navigazione in zone ad alta sensibilità ambientale, attraverso la creazione di mappe per individuare aree costiere potenzialmente a rischio di impatto di idrocarburi derivanti da attività marittime.

— archiviato sotto: , ,
Azioni sul documento
Strumenti personali