ARPAT si dota di nuova strumentazione per migliorare la qualità dei propri controlli e monitoraggi
Il flussimetro con camera d’accumulo, recentemente acquistato dall’Agenzia, sarà utilizzato in particolare nell’ambito dei controlli sugli impianti di smaltimento rifiuti e nelle indagini sui siti contaminati
Con l’acquisizione della nuova dotazione strumentale, ARPAT si prefigge di migliorare il livello qualitativo dei controlli e dei monitoraggi sugli impianti di smaltimento rifiuti, spesso oggetto di segnalazioni per maleodoranze da parte di cittadini ed istituzioni, di supportare le indagini sui siti contaminati, ma anche di orientare maggiormente l’attività verso le impellenti emergenze che il cambiamento climatico sta chiedendo di affrontare, implementando le proprie capacità di analisi e risposta.
Se infatti l'apparecchio è stato originariamente sviluppato e utilizzato in campo vulcanologico, oggi si sta affermando anche nelle indagini ambientali ed agronomiche e l’Agenzia intende dunque impiegarlo per varie finalità specifiche:
- monitoraggio delle emissioni di biogas dalle superfici delle discariche di rifiuti solidi urbani ed altri rifiuti organici, quali possibile causa di inquinamento olfattivo, ma anche quali sorgenti di gas climalteranti, come l'anidride carbonica ed il metano;
- misure di screening su siti contaminati da composti organici volatili, propedeutiche all’individuazione dei punti a maggiore rischio emissivo ed alla pianificazione delle indagini di dettaglio;
- valutazione dei flussi emissivi superficiali di gas di origine naturale, correlate ai fenomeni di degassamento ed alle manifestazioni geotermiche peculiari di ampie zone del territorio toscano.
Per prepararsi all’utilizzo del flussimetro, tecnici di ARPAT hanno frequentato il corso di addestramento dove hanno potuto apprendere i principi teorici e gli aspetti pratici del funzionamento della strumentazione e dei software dedicati ed esercitarsi sia all'interno del laboratorio di taratura della West Systems, azienda produttrice dello strumento, che in esterno, presso il sito in loc. Baccanella (comune di Palaia – PI), caratterizzato da anomali flussi superficiali di gas di origine naturale. In previsione della necessità di eseguire anche elaborazioni più complesse, l’Agenzia ha già programmato un secondo corso nell’ambito del Piano di formazione 2023, da svolgere con docenti interni, esperti in materia di GIS e geostatistica.
Come funziona il flussimetro con camera d'accumulo
Si tratta di un sistema che consente la determinazione in continuo delle concentrazioni in aria di metano, anidride carbonica, acido solfidrico e composti organici volatili, quantificandone il flusso emesso dal suolo. Lo strumento aspira e analizza i gas emessi dal suolo, che si raccolgono in un recipiente metallico aperto alla base (camera d'accumulo), una volta posizionato sulla superficie del terreno.
I dati sono acquisiti in tempo reale ed in forma georeferenziata da un palmare, dotato di una specifica applicazione che permette una prima elaborazione dei dati stessi, poi ulteriormente sviluppabile grazie ad un software dedicato, con il quale i dati vengono riprocessati per ottenere i valori misurati definitivi.
Lo strumento consente inoltre di esportare i dati raccolti su altre piattaforme per elaborazioni più complesse, quali per esempio la restituzione di mappe di uguale concentrazione dei composti gassosi misurati all'altezza del suolo ("mappe di isoconcentrazione") o di uguale flusso di composti gassosi emessi dal suolo (mappe di "isoflusso"); in questi casi l'indagine si articola in campagne di misura che interessano griglie di punti distribuiti sull’area da investigare, in modo da comprendere la variabilità spaziale del fenomeno e poterla poi adeguatamente rappresentare. Qui sotto un esempio di mappa di "isoflusso" ottenuta dalle misure di flusso di metano dalla superficie di una discarica.