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Monitoraggio della qualità ambientale nell'area marina interessata dall'incidente della nave Costa Concordia

Isola del Giglio 13 gennaio 2012

Anno di pubblicazione: 2014

A cura di: Marcello Ceccanti (ARPAT, Area Vasta Costa) , Marcello Mossa Verre (ARPAT, Area Vasta Costa)

In collaborazione con:

Pagine: 37

Prezzo:

Sintesi dei risultati del monitoraggio ambientale effettuato da ARPAT, in seguito al naufragio della nave Costa Concordia presso l’isola del Giglio, avvenuto il 13 gennaio 2012, integrati con i dati rilevati dall'Università di Siena per conto della Regione Toscana e dall'Università La Sapienza di Roma per conto di Costa Crociere

Il presente lavoro costituisce una sintesi dei risultati del monitoraggio ambientale effettuato da questa agenzia, in seguito al naufragio della M/N Costa Concordia presso l’isola del Giglio, avvenuto il 13 gennaio 2012, integrato con i dati rilevati dall’Università di Siena per conto della Regione Toscana e dall’Università La Sapienza di Roma  per conto di Costa Crociere.

In una prima fase di emergenza, immediatamente successiva all’evento, le indagini di ARPAT e ISPRA erano le uniche fonti di informazione; successivamente, in seguito alle prescrizioni della Conferenza di Servizi del 15 maggio 2012, della individuazione del progetto di rimozione e dell’assegnazione del relativo appalto, nelle attività di monitoraggio è intervenuta direttamente anche la società armatrice.

L’area di impatto del relitto e del cantiere per la sua rimozione, è oggetto del monitoraggio diretto da parte di ARPAT relativamente alla contaminazione delle acque esterne alla Costa Concordia: l’esecuzione dei lavori nel rispetto del progetto approvato in occasione della Conferenza di Servizi e la mitigazione possibile dell’impatto, viene assicurata attraverso le prescrizioni impartite dall’Osservatorio, mentre il monitoraggio all’interno di tale zona, è effettuato da Costa Crociere (mediante l’Università La Sapienza di Roma) secondo il piano approvato dall’Osservatorio.

Da quanto risulta fino a questo momento, come meglio descritto in seguito, l’area di cantiere andrà a costituire sicuramente una zona di danno certo. ARPAT ha svolto le proprie attività secondo le indicazioni contenute nel Piano di Monitoraggio della Qualità Ambientale, proposto da ARPAT insieme ad ISPRA e approvato dal Comitato Tecnico Scientifico a supporto del Commissario delegato, nel febbraio 2012, prorogato fino a dicembre 2013

È disponibile anche la versione sfogliabile della pubblicazione (sito Web esterno, si apre in una nuova finestra)

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