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L'attività di ARPAT nel monitoraggio dei cetacei, delle tartarughe e dei grandi pesci cartilaginei in Toscana - Anno 2021

Anno di pubblicazione: 2022

A cura di: Romano T. Baino, ARPAT - Area vasta Costa, Settore Mare , Cecilia Mancusi, ARPAT - Area Vasta Costa, Settore Mare - U.O. RIBM

In collaborazione con: Michela Ria, Enrico Cecchi, Giacomo Marino - ARPAT - Area Vasta Costa, Settore Mare - U.O. RIBM

Pagine: 43

Prezzo: 0 €

Durante il 2021 si sono registrati 36 cetacei morti lungo le coste toscane, spiaggiati o comunque ritrovati in mare

Durante il 2021 si sono registrati 36 cetacei morti lungo le nostre coste spiaggiati o comunque ritrovati in mare: 17 stenelle, 14 tursiopi, 1 balenottera, 1 grampo, 1 capodoglio e 2 cetacei rimasti indeterminati a causa dell’avanzato stato di decomposizione che non ha permesso l’esatta identificazione.

Il 37% degli eventi (16 su 43) si è concentrato nel periodo estivo (giugno-settembre). Solo un esemplare di stenella era vivo al momento dello spiaggiamento ma è deceduto entro qualche ora.
Nel corso del 2021, grazie alla collaborazione di alcuni diportisti ed evidentemente della grande sensibilizzazione pubblica, si sono registrati anche 19 eventi di avvistamento per un totale di 146 cetacei.

In base al numero di individui registrati, il tursiope è risultata la specie quasi esclusivamente avvistata (97%).

Per quanto riguarda le tartarughe, il 2021 si è concluso con il recupero di 76 esemplari, quasi tutti appartenenti alla specie Caretta caretta. Si conferma che la modalità di ritrovamento più
frequente è lo spiaggiamento (42% dei casi), e spesso non si riesce a stabilire la causa di morte per questi animali.

Il monitoraggio delle catture e avvistamento dei grandi pesci cartilaginei per il 2021 in Toscana ha fatto registrare 18 esemplari: 14 catture, 3 avvistamenti, 1 spiaggiamento. Il 36% delle catture (5 esemplari) erano ancora vivi e sono stati liberati.

Tra gli esemplari morti ritrovati quest'anno, 9 su 10 sono stati campionati in laboratorio per approfondimenti biologici e genetici. Le indagini necroscopiche condotte hanno evidenziato segni legati a un traumatismo (probabilmente rappresentato da collisioni con natanti) e all’intrappolamento in attrezzi da pesca, soprattutto per le tartarughe; per i cetacei, spesso viene rilevato un livello di contaminazione legato anche all’insorgenza di infezione da parte del Morbillivirus, tra le probabili concause di morte.

È disponibile anche la versione sfogliabile della pubblicazione (sito Web esterno, si apre in una nuova finestra)

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