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Mappatura dell'amianto in Toscana

Mappa lettere inviate, risposte ricevute, casi positiviIl progetto Mappatura Amianto è stato affidato ad ARPAT dalla Regione Toscana, previo finanziamento del Ministero dell’Ambiente, ai sensi del DM 101/2003.

Il progetto, articolato in tre fasi, era finalizzato alla identificazione e georeferenziazione dei siti contenenti amianto in Toscana. E’ stato prodotto un database con insediamenti, opere e siti e la relativa georeferenziazione, costruito per confluire in quello nazionale realizzato secondo criteri univoci sull'intero territorio italiano.

Le prime due fasi del progetto sono state realizzate da ARPAT fra il 2006 ed il 2007 attraverso

  • questionari o schede di autonotifica per siti con elevato numero, come gli edifici pubblici e/o aperti al pubblico e impianti industriali;
  • sopralluogo diretto o raccolta informazioni per tipologie con popolazione più ristretta, come impianti dismessi, geotermia, siti estrattivi con presenza naturale.

Le informazioni raccolte dovrebbero essere aggiornate e integrate, sia perché  i materiali sono stati soggetti ad ulteriore deterioramento, sia perché per alcuni ambiti di intervento - quali ad esempio gli edifici pubblici o aperti al pubblico - il database fa riferimento alle autodichiarazioni dei soggetti che hanno compilato il questionario, non sempre a conoscenza del fatto che nei propri edifici potevano trovarsi materiali contenenti amianto in manufatti quali pavimenti, controsoffitti, coibentazioni etc. Anche per i siti estrattivi ed i siti in bonifica le situazioni sono cambiate e sicuramente per alcune situazioni della mappatura si sono risolte ed evolute.

La situazione fotografata dalla Mappatura ARPAT si presenta in linea con quella di altre Regioni, per le quali è stato rilevato una notevole distribuzione di materiale contenente amianto, ma in definitiva una limitata pericolosità dello stesso, a causa di limitata esposizione o buono stato di conservazione. Dei 1145 casi contenenti amianto rilevati, 472 presentavano misure di prevenzione attive di confinamento delle superfici dei materiali contenenti amianto.

La mappatura non ha considerato la presenza di amianto nell’edilizia privata (la terza fase del progetto, con modalità in corso di definizione da parte della Regione), oggetto di oltre il 90 % degli esposti da parte dei cittadini (coperture, serbatoi, canne fumarie, …).

A partire dal 2010 la Regione Toscana ha finanziato due progetti - CAMAm e AmianTos - finalizzati ad identificare sul territorio regionale gli affioramenti rocciosi che, a causa delle caratteristiche chimiche e mineralogiche, possono contenere minerali fibrosi che rientrano nella categoria dell’amianto e sono, di conseguenza, potenzialmente a rischio di rilascio di fibre (vedi report sulle attività ARPAT sulle attività estrattive sulle rocce ofiolitiche)

Dal lavoro di mappatura svolto è emerso questo quadro generale a livello regionale, aggiornato al 30 settembre 2007. Nelle tabelle e nei file collegati  è riportata una sintesi della mappatura a quella data. Non sono inserite le modifiche che possono essere intervenute per bonifica anche se già comunicate ai diversi enti competenti in materia.

La legge regionale toscana n. 51/2013 “Norme per la protezione e bonifica dell’ambiente dai pericoli derivanti dall’amianto e promozione del risparmio energetico, della bioedilizia e delle energie alternative" si prefigge, tra i suoi obiettivi, anche quello di

  • predisporre un quadro conoscitivo della situazione, anche valutando i risultati degli interventi normativi precedenti;
  • rilevare, con il supporto di ARPAT, le situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto, anche attraverso il completamento della mappatura dei siti interessati dalla presenza di amianto, sia di origine antropica che naturale.
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