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La Strategia europea per le foreste

31/01/2022 07:15

Almeno 3 miliardi di nuovi alberi nell’Unione Europea entro il 2030 per combattere i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e abbattere le emissioni di anidride carbonica

La Strategia europea per le foreste

Foto di jplenio da Pixabay

L'obiettivo è tracciato: l'Unione Europea punta a raggiungere la neutralità climatica nei paesi membri entro il 2050. Se il traguardo è ambizioso, non meno impegnativo risulta il contrasto ai cambiamenti climatici ed alla perdita di biodiversità.

Nell'affrontare queste improrogabili sfide, il patrimonio forestale diviene un tassello, seppur non esclusivo, in grado di contribuire alla lotta al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità ed al raggiungimento della decarbonizzazione. Da qui nasce la strategia sulle foreste dell’Unione europea, che prevede una serie di misure normative, finanziarie e volontarie che mirano a

  • rendere resiliente il patrimonio forestale europeo per implementarne la capacità di stoccare CO2
  • trasformare l'economia che ruota intorno alle foreste per trasformarla in sostenibile, circolare ed a basse emissioni di CO2.

Le foreste, in Europa, negli ultimi decenni sono aumentate, hanno ripreso spazi prima destinati all'agricolura e al pascolo, ma questo non basta, bisogna fare di più. L'Europa propone di piantare almeno 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030, soprattutto nelle aree urbane e periurbane.

Imboschimento ma anche ricerca ed innovazione; in questo modo l'Unione Europea punta a raffrorzare la resilienza delle foreste e la loro capacità di stoccare andidride carbonica per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera e garantire che le foreste siano un sicuro rifiugio per molte specie animali e vegetali minacciate di estinzione.

Non si tratta però solo di aumentare la copertura forestale e con essa la resilienza delle foreste ma anche di sensibilizzare e rendere consapevoli gli euopei su temi importanti: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e l'inquinamento atmosferico, su cui non possiamo più tergiversare, se vogliamo che Europa divenga il primo continente ad impatto climatico zero entro il 2050.

Per raggiungere questo ambizioso traguardo, il patrimonio forestale è importante, per questo va presa in considerazione la forte economia legata alle foreste, che fornisce cibo, materie prime, acqua pulita ma anche luoghi di svago e rigenerazione e molto altro ancora.

Il modello economico legato al legno ed a tutti gli altri beni e servizi connessi con la foreste va convertito ai principi dell’economia circolare e della sostenibilità per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica. Si tratta di trasformazioni importanti che necessitano di ingenti finanziamenti al settore agricolo e forestale, sostenuti da piani strategici nazionali, dove si traccia la politica a favore delle foreste e del settore forestale per i prossimi 10, 30 e 50 anni.

Bisogna realizzare un sistema economico circolare e sostenibile che privilegi, ad esempio, il riutilizzo e il riciclaggio di tutti i prodotti a base di legno, soprattutto nel settore edile. Questo richiede un investimento lungo tutta la catena di lavorazione del legname da cui scaturiscono vantaggi ambientali ed economici, così come delineato nella strategia “ondata di ristrutturazioni" e nell’iniziativa “nuovo Bauhaus Europeo“.

Uno dei punti "dolenti" di questo compato economico è quello della bio-energia, considerata dall’Unione Europea tra le fonti rinnovabili, utile quindi a raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030, ma oggetto di perplessità e qualche critica: bruciare fonti fossili non pare la soluzione migliore per combattere l'inquinamento atmosferico ed il cambiamento climatico.

Secondo le indicazioni che vengono dall' Europa, gli Stati membri dovranno aumentare notevolmente la quota di fonti rinnovabili nel loro mix energetico, comprendendo anche la bio- energia, ma la biomassa dovrà essere prodotta in modo sostenibile ed utilizzata in modo efficiente, anche seguendo quanto contenuto nella direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili del 2018.

Non dovranno, ad esempio, essere utilizzati alberi interi per la produzione di energia, ma prevalentemente residui e rifiuti derivanti dal disboscamento e dalla lavorazione del legname, mentre ulteriori tutele, o meglio criteri di sostenibilità rafforzati, sono già previsti nella proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, dove si propone di vietare la raccolta di biomassa forestale da foreste primarie e di limitarla nelle foreste ad alta biodiversità.

La Strategia europea per le foreste si propone, quindi, come uno dei tasselli in grado di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità ed al processo di decarbonizzazione insieme ad una ampia gamma di soluzioni delineate nel New Green Deal europeo, nella Legge europea sul clima, nella strategia contro la perdita di biodiversità ed in quella "Dal produttore al consumatore". Nulla va trascurato in questa sfida epocale verso la transizione verde.

Per saperne di più sulla strategia europea sulle foreste, visita le pagine della Commissione Europea dedicate (link esterno al sito Web della Commissione europea)

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